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Il Lunedì del calcio siciliano

Il Palermo ritorna a vincere. Nel derby Ionico il Messina fa il cappotto al Catania per tre reti a zero

01 marzo 2004
Messina - Catania 3-0
Messina (4-4-2): Storari, Zoro, Fusco, Aronica, Parisi, Lavecchia (18' st Giampà) Mamede, Coppola, Sullo (30' st Campolo) Di Napoli (34' st Zaniolo) Sosa. (22 Bonnesoi, 2 Rezaeli, 14 Gentile, 20 Guzman). Allenatore: Mutti.
Catania (4-3-2-1): Squizzi, Diliso, Stendardo, Zoppetti, Gianlombardo, Montervino (22' st Fini) Grieco, Firmani (27' st Pagliuca) Behi, Mascara, Berrettoni (7' st Oliveira). (1 Concetti, 8 Fusco, 24 Terra, 28 Genevier). Allenatore: Matricciani.
Arbitro: Pieri di Lucca.
Reti: nel pt 30 Di Napoli, nel st 17' Sullo, 21 Giampà.
Note: angoli 6-1 per il Messina. Recuperi: 2-3. Ammoniti: Parisi, Mamede, Stendardo e Grieco tutti per gioco falloso. Spettatori: 12 mila.
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Il derby dà via libera al Messina per continuare la corsa alla promozione. Per il Catania uno stop che rischia di diventare decisivo per i sogni di alta classifica. E' il verdetto del Celeste, palcoscenico di una partita combattuta, in mano al Catania nella prima mezz'ora, ma poi improvvisamente ripresa dal Messina dopo il gol del vantaggio.
Decisiva la mossa di Mutti quando la sua squadra stava soffrendo in maniera importante. Il tecnico giallorosso mette Sosa punta centrale con Di Napoli e Sullo a sostenerlo. Lo spostamento di Sullo a destra da più spazio a Lavecchia e consente a Coppola di fare solo l'interditore.

La pretattica della vigilia serve per nascondere diverse soluzioni. Soprattutto nel Messina. Mutti lascia in panchina Rezaei per scelta tecnica preferendogli Aronica al fianco di Fusco. Lavecchia, smaltito l'infortunio, torna sulla fascia destra con Coppola interno e Sosa in avanti a far coppia con Di Napoli. Non c'è Oliveira nel Catania. Il ruolo di prima punta è affidato a Mascara con Berrettoni e Montervino a sostegno. I due, che dovrebbero agire da mezze punte, aiutano spesso il centrocampo.
Così il Catania ha vantaggio in quella zona del campo dove Sullo, Lavecchia e Coppola, nella prima mezz'ora, sembrano avulsi dal gioco. Il Catania pensa al possesso palla e verticalizzare improvvisamente. L'obiettivo è quello di sorprendere i giallorossi in avvio. Dopo 5' Zoro deve salvare su Berrettoni lanciato da Mascara. Lo stesso Berrettoni ci prova dopo quattro minuti con una conclusione alta. La partita non decolla, il gioco è sempre stagnante in mezzo al campo.

ll Catania attua una leggera prevalenza territoriale, ma non riesce a sfondare sulle fasce. Il Messina sembra sulle sue. Mutti si accorge che i suoi giocatori non riescono a trovare il bandolo della matassa. Così pensa a mettere un po' di fosforo a centrocampo. Piazza Sosa punta avanzata e accentra Sullo in linea con Di Napoli proprio dietro l'argentino. Sullo agisce sul lato destro e questa mossa libera Lavecchia.
Il Messina gira meglio, e al primo affondo passa in vantaggio. Su calcio d'angolo di Sullo, Giallombardo scivola e perde di vista Di Napoli che ha il tempo di stoppare col petto e battere d'esterno destro Squizzi. Lo stesso portiere rossazzurro deve salvarsi in angolo su un successivo diagonale ravvicinato di Sullo. La partita si incattivisce, fioccano le ammonizioni (pesa quella di Mamede che salterà la prossima gara col Cagliari) con le quali sembra che l'arbitro Pieri intenda tenere in pugno gli animi.

Il Messina, però, forte del vantaggio gioca più sciolto. Tocca al Catania mostrare una reazione. Arrivano così la punizione di Mascara (alta) e un tentativo sbilenco di Montervino in chiusura di tempo che diventa insidiosissimo per una deviazione di Fusco. Il secondo tempo si apre sulla stessa falsa riga di come si è chiusa la prima frazione.
E' il Catania a dover fare la partita. Il Messina si mette lì ad attendere una reazione rossazzurra. Ma questa non arriva. I giallorossi controllano, non rischiano nulla e anzi si propongono in avanti. Lavecchia da una parte e Parisi dall'altra sono sempre temibili: Giallombardo è costretto a limitare il suo raggio d'azione contro l'esterno destro.

E proprio Lavecchia è il protagonista dell'azione che porta al raddoppio dei padroni di casa. L'esterno si accentra e arriva quasi al limite dell'area di rigore prima di trovare Sullo a destra. Il centrocampista napoletano si presenta davanti a Squizzi e lo batte con un preciso diagonale rasoterra.
Il Celeste diventa una bolgia e quando i giallorossi si ripresentano nei pressi della porta catanese trovano anche il terzo gol. Tutto nasce da una punizione calciata da Di Napoli e deviata da Mascara, il pallone termina sui piedi di Giampà, appena entrato, che trova il tempo per battere ancora Squizzi. La partita termina qui. C'è solo il tempo per una punizione alta di Oliveira (unica conclusione catanese nel secondo tempo) e di un tiro alto di Giampà a 5' dal termine.

Francesco Triolo per La Sicilia

Palermo - Torino 2-1

Palermo (4-3-2-1): Berti, M. Ferri (44' pt Accardi), Biava, Conteh, Grosso, A. Filippini, Corini, Di Donato (41' st Soligo), Gasbarroni, Jeda (16' st E. Filippini), Toni. (84 Comi, 7 Vasari, 11 Masiello, 20 Pepe). All. Guidolin.
Torino (4-3-1-2): Sorrentino, Saber (36' st Rizzato), Mandelli, Fernandez (27' st Galante), Balzaretti, Conticchio (27' st Fabbrini), De Ascentis, Walem, Pinga, Rubino, Tiribocchi. (26 Galetti, 3 Mudingayi, 7 Franco, 13 Martinelli).
All: E. Rossi.
Arbitro: Racalbuto di Gallarate.
Reti: nel pt 8' Tiribocchi, 39' Gasbarroni, 40' Jeda.
Note: recupero, 3' e 4'. Angoli: 5-5. Ammoniti: Di Donato, Fernandez e Mandelli per gioco falloso; Corini per fallo di mani. Spettatori: 26 mila circa, dei quali 22.515 paganti, per un incasso complessivo di 311.118,34 euro.
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Dopo oltre due mesi, il Palermo torna alla vittoria, interrompendo un digiuno che durava da ben sei partite (l' ultimo successo i rosanero lo avevano conquistato contro il Livorno) e regalando la prima gioia all' allenatore Francesco Guidolin, ancora all' asciutto dopo aver sostituito Silvio Baldini.
La compagine siciliana è stata brava a ribaltare la situazione in corso, ma ha dovuto soffrire e subire fino agli ultimi secondi di gioco la voglia di riscatto del Toro, che ha mandato all' attacco anche il portiere Sorrentino.
La sfida del Barbera ha regalato emozioni, gol fatti e mancati, pali e sprazzi di bel gioco, sia da una parte che dall' altra ed alla fine ha vinto la squadra che è stata capace di tenere duro fino in fondo. Ad aprire il festival delle occasioni sprecate è Jeda che dopo 2' viene lanciato da Toni, si presenta davanti a Sorrentino, ma conclude a lato. Al primo vero affondo il Torino va in gol con Tiribocchi, che raccoglie un retropassaggio di Rubino e, da una ventina di metri, fulmina Berti con un siluro dal basso verso l' alto che si insacca all' incrocio.

E' uno schiaffo violentissimo per il Palermo che fatica a riorganizzarsi, spreca e subisce pure i fischi del pubblico. La squadra rosanero, pur continuando a rischiare grosso (palo di Conticchio, al 18', con una conclusione al volo), riesce tuttavia a riorganizzarsi ed a chiudere gli ospiti nella trequarti.
A questo punto, però, sale in cattedra il portiere Sorrentino che comincia ad esaltarsi sulle conclusioni dei giocatori del Palermo.
Il primo a pagare dazio alla bravura dell' estremo difensore avversario è Toni: al 24', su angolo di Corini, il centravanti colpisce di testa a colpo sicuro, ma Sorrentino ribatte con uno stinco. Cinque minuti dopo, sempre di testa, ci prova Biava, ma ancora una volta Sorrentino sventa la minaccia con un intervento acrobatico. Alla mezz' ora un' altra inzuccata di Toni finisce di pochissimo a lato.

Sembra una giornata stregata per il Palermo che, invece, in soli 2' (dal 39' al 40') ribalta la situazione con Gasbarroni e Jeda. Il primo va in gol su cross dalla destra di Antonio Filippini; il secondo fa centro su carambola di Toni, dopo un cross dalla sinistra di Grosso. Il micidiale uno-due del Palermo non stordisce il Toro che al 42' potrebbe pareggiare, ma la conclusione di Walem si stampa sulla traversa. Prima del fischio dell' arbitro, sugli sviluppi di una mischia, s' infortuna alla testa Michele Ferri che esce in barella e lascia il posto ad Accardi (Guidolin passa da quattro a tre difensori).
Nella ripresa è il Torino a fare la partita. I granata spingono, ma solo su una palla inattiva (angolo di Pinga) sfiorano il gol: Rubino si accorge in ritardo che il pallone gli arriva fra i piedi e manda a lato a pochi metri dalla porta. Al 31' il Palermo potrebbe chiudere la partita, ma Emanuele Filippini - da poco entrato in campo - dribbla tutti, compreso il portiere, si aggiusta il pallone ed a porta vuota lo scaglia altissimo. I rosanero potrebbero triplicare anche con Toni, il cui colpo di testa al 33' sfiora il palo. L' ultimo sussulto lo regala Galante, intervenendo su una punizione di Pinga, senza però inquadrare la porta.

Fonte: La Sicilia

La Classifica di serie B
Atalanta 52 - Cagliari, Palermo, Ternana, Piacenza 48 - Messina 45 - Livorno 44 - Triestina 41 - Torino 40 - Catania 39 - Salernitana 38 - Fiorentina 37 - Vicenza, Treviso 36 – Verona, Ascoli, Napoli, Albinoleffe 35 -  Pescara 34 – Venezia, Genoa, Como 30 - Bari 27 - Avellino 21

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01 marzo 2004
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