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Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, apprezza la proposta del ''ticket sull'aborto''

La dura reazione dei radicali: ''quando il ministero della Sanità sembra retto da talebani, c'è da attendersi questo ed altro''

11 agosto 2004

Lo si sapeva fin dall'inizio che la proposta del senatore di Forza Italia, Antonio Gentile, avrebbe fatto discutere. E infatti...

La proposta di Gentile al ministro della Salute Girolamo Sirchia, è quella di introdurre un ticket sull'aborto. L'idea, spiega Gentile è "quella di applicare dopo la prima interruzione volontaria di gravidanza un ticket del 50% e di rendere a totale carico della paziente ogni intervento successivo".
Il ticket sull'aborto dovrebbe essere pagato sia dalle donne che possono permetterselo finanziariamente, sia per chi è vi fa ricorso troppo spesso, anche perché, sostiene il senatore azzurro, "ci sono casi di donne che hanno abortito cinque o sei volte e non si tratta certo di situazioni di degrado sociale".
Una proposta questa che dovrebbe essere presentata a settembre.

Questi, secondo il senatore di Forza Italia, "sono esempi di incredibile e grave leggerezza che costituiscono un grave rischio per la donna, assumono contorni etici inaccettabili e producono costi ingiusti per la collettività".
Gentile, inoltre ricorda come "ogni interruzione volontaria di gravidanza costi 2-3 mila euro allo stato in un settore, quello della sanità, che oggi non riesce ancora a garantire degna assistenza a tanti ammalati". E ritiene perciò che il provvedimento "riporterebbe la discussione sulla prevenzione e sul ruolo dei consultori, in molti casi veri e propri templi di burocrazia, e aiuterebbe a capire il valore della contraccezione, ancora oggi non pienamente compreso".

Il ministro Sirchia dice sì al ticket sull'aborto. La proposta del senatore di Forza Italia è stata apprezzata dal titolare della Sanità per "i motivi ispiratori, cioè la necessità di evitare che l'aborto sia considerato a scopo anticoncezionale, cosa che ovviamente va ben al di là dello spirito della legge 194 e non è accettabile".  Sirchia ha parlato anche di possibile revisione della legge 194 (la legge sull'interruzione volontaria della gravidanza). "Rivedere una legge a distanza di tempo - dice - è auspicabile: non credo ci sia nulla di immutabile in una società che cambia continuamente, quindi anche ripensare quello che è stato fatto e quello che si può fare di meglio vale sempre la pena".

Durissima la reazione dei radicali, da sempre in trincea nella difesa della 194. "Ma come fa a parlare di aborto come metodo contraccettivo?", dice Daniele Capezzone, che si chiede se davvero il ministro "pensa che le donne si divertano ad interrompere una gravidanza". Poi lo stesso Capezzone definisce Sirchia "mullah" e "talebano". "Non dubitavo del fatto che il mullah Sirchia - dice - avrebbe gradito la proposta di ticket sull'aborto. Del resto, quando il ministero della Sanità sembra retto da talebani, c'è da attendersi questo ed altro".

La proposta lascia perplessa anche l'Aduc, l'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori. Per il presidente Vincenzo Donvito si tratta di "una proposta bizzarra, senza un'analisi di come realmente poter risparmiare in sanità senza far pagare gli utenti e soprattutto quelli più deboli". "Cosa succederà - ha aggiunto Donvito - se una donna dovrà pagare 2-3 mila euro per un aborto? Che troverà sicuramente qualcuno che clandestinamente glielo praticherà per 500 o 1000 euro".

"Non sarebbe un dramma", ha commentato Silvio Viale, il ginecologo dell'ospedale S. Anna di Torino che si accinge a sperimentare per la prima volta in Italia la pillola abortiva Ru486, "purché - ha aggiunto - sia per tutte le donne e non solo per quelle che ripetono l'aborto, come per punirle".

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11 agosto 2004
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