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Il Satiro di Mazara danza a Montecitorio

Il presidente Ciampi inaugura l'esposizione del capolavoro salvato dal mare

01 aprile 2003

Capolavoro di Prassitele o splendida copia romana, componente di un orgiastico corteo ancora in fondo al mare davanti a Mazara del Vallo o solitario compagno di ''Ebrezza'', il Satiro danzante, in mostra per la prima volta, oggi (1 aprile) a Montecitorio fino al 2 giugno, suscita molti interrogativi, ma si fa perdonare con la sua vitale bellezza.

La statua bronzea  è reduce da un complesso intervento di restauro iniziato nell'ottobre del '98, dopo pochi mesi dal suo ritrovamento a 500 metri circa di profondità dal peschereccio ''Capitan Ciccio''. Lo stesso che un anno prima, in quel tratto di mare, aveva pescato con le reti una gamba di bronzo, rivelatasi poi proprio del Satiro. Allestita in modo da valorizzare la straordinaria plasticità di questa statua di circa due metri, con una rampa che sale e le gira in torno (da percorrere da sinistra a destra in senso antiorario per coglierne il lato più espressivo), l'esposizione di Palazzo Montecitorio è un'occasione anche per gli esperti di iniziare un confronto tra posizioni tra di loro divergenti.

Il lungo restauro, diretto da Roberto Petriaggi e condotto nei laboratori dell'Icr di Roma, non ha risolto ancora i nodi cruciali e gli interrogativi più appassionanti. Certamente l'ingegno dei tecnici e le sinergie tra competenze diverse ha permesso di restituire gran parte del suo splendore all'opera senza danneggiarla. Malridotto per la permanenza sui fondali marini, la statua, ha detto il direttore del restauro, oltre ad essere mancante degli arti, presentava un notevole deturpamento e mineralizzazione della superficie. Il fatto di non avere un sostegno naturale ha poi reso ancora più rischiose le indagini diagnostiche e la fase di pulitura, in quanto anche la manipolazione poteva danneggiarla. E' stato quindi messo a punto un macchinario simile a un cestello della lavatrice, che consentiva di operare sul bronzo, saldamente ancorato, in totale sicurezza.

Dopo i rilevamenti per accertarne lo ''stato clinico'' e fare una mappatura della superficie ''si è proceduto con un restauro manuale e con strumentazione di tipo chirurgico - ha raccontato Petriaggi - per liberare la ''pelle'' del satiro da incrostazioni ed elementi marini''. Le sostanze chimiche usate, ha garantito, sono state molto delicate e comunque necessarie per inibire il processo di corrosione. Questo in particolare pensando alla collocazione finale del bronzo, nel museo di Sant'Egidio a Mazara, dove l'aria marina può essere un pericolo. ''Solo in tale prospettiva - ha concluso Petriaggi- ho accettato che, ad ulteriore protezione, il satiro sia custodito in teca di cristallo, che blocca il suo salto di danza''. Il complesso lavoro di restauro non ha però risolto il quesito della datazione.

Dentro la statua non c'era terra (in quanto per la posizione in punta di piede doveva essere leggera), componente che aveva dissolto i dubbi per i Bronzi di Riace. Si è potuto valutare solo in base della lega, costituita da bronzo, rame ed elevata percentuale di piombo, il che farebbe propendere per una copia romana. Ma non ci sono tracce di calco, ha detto lo storico dell'arte Paolo Moreno della III università di Roma, e non è da escludere che le scuole greche del IV secolo usassero il piombo. Per la bellezza dell'opera, la perfezione classica, il livello della fusione, secondo Moreno il Satiro potrebbe essere un capolavoro di Prassitele. Mentre Patriaggi e il Sovrintendente di Trapani Sebastiano Tusa auspicano di approfondire le ricerche sul luogo del ritrovamento (ci potrebbero essere i compagni del corteo orgiastico del satiro e dopo la firma di un trattato internazionale per il recupero in acque internazionali, potrebbero riprendere le indagini con dei sottomarini), Moreno cita Plinio che parla di un bronzo di Prassitele dove l'Ebrezza danza con un satiro periboetos, cioè invasato, orgiastico.

A maggio, a Roma, un convegno di esperti valuterà tale straordinaria ipotesi.

Fonte: Ansa Beni Culturali

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01 aprile 2003
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