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Il terrorismo islamico potrebbe entrare dalla Sicilia...

L'Italia nel mirino dell'Isis. Possibili "infiltrati" tra i migranti che sbarcano nei porti siciliani

11 settembre 2014

Il terrorismo islamico torna prepotentemente la preoccupazione principale a livello internazionale. Fonte di paura mondiale, ciò che prima è stata Al Qaeda, oggi è l’Isis a fare tremare le vene dei polsi all’America e all’Europa.
Gruppo jihadista attivo in Siria e in Iraq il cui leader, Abu Bakr al-Baghdadi, ha unilateralmente proclamato la rinascita del califfato nei territori caduti sotto il suo controllo, nel giorno del 13° anniversario dell’abbattimento delle Torri Gemelle, viene sfidato a viso aperto da Barack Obama. "Il nostro obiettivo è chiaro: depotenzieremo e distruggeremo l'Is con una strategia antiterrorismo ampia e prolungata". "Daremo la caccia ai terroristi che minacciano il nostro Paese, ovunque essi si trovino" ha chiarito il presidente, aggiungendo: "Questo significa che non esiterò a intraprendere azioni contro l'Isil in Siria, così come in Iraq. Si tratta di un principio fondamentale della mia presidenza: se minacciate l'America non troverete più un rifugio sicuro".

Dunque, ricomincia (ed effettivamente mai è terminata) la guerra americana al terrorismo. Questa volta però, ha precisato il presidente degli Stati Uniti, non è previsto un coinvolgimento "di truppe da combattimento americano sul terreno all'estero". Si tratta di un'azione antiterrorismo che "verrà condotta utilizzando le nostre forze aeree e sostenendo i nostri partner presenti sulle linee del fronte" ha proseguito il leader della Casa Bianca citando l'esempio della Somalia e dello Yemen e annunciando l'invio di altri 475 consiglieri militari americani in Iraq, per un totale di 1700. "L'America - ha assicurato - guiderà un'ampia coalizione per far rientrare questa minaccia terroristica".
L'Isis, ha poi sottolineato Obama nel suo messaggio pronunciato ieri, vigilia dell'anniversario degli attentati dell'11 settembre, "non ha nulla di islamico" perché "nessuna religione incoraggia il massacro di innocenti". "Se lo si lascia fare - ha concluso - lo Stato islamico rappresenterà un pericolo crescente aldilà della regione, compreso il territorio americano".

La recrudescenza della violenza terroristica islamica preoccupa parecchio anche l’Italia. Più volte il ministro degli Interni Angelino Alfano, ha fatto riferimento al pericolo jihadista e al problema, ancora tutto italiano, degli sbarchi dei migranti. Un pericolo, ha detto Alfano durante una conferenza stampa in Sicilia, che può venire da "infiltrati" giunti sui barconi carichi di uomini, donne e bambini alla disperata ricerca di salvezza.
Il problema della sicurezza è diventato pressante proprio a causa dal crescente numero di profughi e dalla necessità ineludibile di concedere un’accoglienza agli sventurati che approdano nell’Isola ai limiti della sopravvivenza.

Ovviamente, non è soltanto il nostro Paese ad essere interessato ad evitare l’arrivo di "infiltrati", potenzialmente in grado di realizzare azioni terroristiche, ma l’Europa intera, ed è per questo che l’Ue dovrebbe approntare con la massima serietà e impegno il progetto Frontex plus.
Certo, l'Italia e Roma in particolare, simbolo della cristianità, corrono un pericolo maggiore nel diventare possibili obiettivi dell'Isis. Al momento non ci sono indicazioni specifiche di progetti d'attentati diretti contro il Paese ma c'è comunque "massima vigilanza".
Ancora il ministro Alfano, parlando in un'informativa alle Camere del pericolo del terrorismo internazionale di matrice religiosa, ha ricordato la pericolosità dell’Islamic State, "un'organizzazione - ha sottolineato - che ha ambizioni, soldi (2 miliardi di dollari cash, secondo il vicepresidente del Copasir Giuseppe Esposito), uomini pronti a combattere che nessun'altra aveva mai avuto; un'organizzazione spietata, che infligge torture e commette crimini brutali contrari ad ogni principio di umanità" e rappresenta, rispetto ad al Qaida, "una forma più aggressiva del pericolo fondamentalista".

L'Isis ha messo nel mirino l'Italia, come indicato nel recente discorso del leader al Baghdadi in cui si vagheggia la conquista di Roma. Potrebbe essere una minaccia simbolica, perché l'Italia è la culla della cristianità e la Capitale la sede del Papa, più che concreta. Ma, avverte il ministro, Alfano "non sarebbe prudente dare alle parole di al-Baghdadi un significato esclusivamente metaforico. Questo perché dobbiamo sempre considerare la platea a cui egli si rivolge ed il rischio che menti deboli e facilmente influenzabili possano lasciarsi suggestionare dai messaggi del loro capo politico e spirituale, interpretandoli alla lettera". Il pericolo, dunque, "richiede la massima vigilanza e l'interesse verso ogni segnale premonitore, anche quello apparentemente più tenue, che possa consentire la diagnosi precoce di eventuali rischi per la sicurezza interna o per gli interessi italiani all'estero".

In cima alle preoccupazioni dei servizi segreti e delle forze di polizia ci sono senz'altro i 'foreign fighters', estremisti islamici, spesso appartenenti alla seconda generazione di immigrati, che pur non avendo nazionalità siriana o irachena decidono, generalmente dopo un periodo di auto-indottrinamento, di raggiungere i teatri bellici per unirsi ai combattimenti. Tra questi si stimano ben 2.300 europei ed anche l'Italia è interessata dal flusso. "Allo stato attuale - ha detto il titolare del Viminale - nell'esodo verso la Siria risultano coinvolte finora 48 persone collegate a vario titolo al nostro Paese, di cui 2 di nazionalità italiana, una il genovese Giuliano Delnevo, convertitosi all'Islam e morto nei pressi di Aleppo nel giugno dello scorso anno, mentre l'altra persona è un giovane marocchino naturalizzato che si trova attualmente in un altro Paese europeo". Il rischio è che queste persone, appreso il know-how nei teatri di guerra, poi tornino in Italia con progetti ostili.

L'informativa del responsabile del Viminale è stata giudicata "deludente" da Movimento 5 Stelle, mentre la Lega ha chiesto che si sospenda Mare Nostrum, altrimenti le dimissioni del ministro. Per Forza Italia così come per Scelta Civica è necessaria la costituzione di una commissione d'inchiesta permanente, sul modello dell'antimafia. Il Nuovo Centrodestra propone infine una conferenza internazionale sulla sicurezza e una missione di pace in Libia.

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11 settembre 2014
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