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Il tritolo di Cosa nostra per uccidere Saviano

La mafia potrebbe aver fornito alla camorra i 50 chili di esplosivo per il presunto attentato

11 novembre 2008

Un carico di morte dalla Sicilia per far saltare in aria Roberto Saviano. I 50 chili di tritolo che sarebbero in possesso del gruppo stragista del clan dei Casalesi, l'ala terroristica guidata dal latitante Giuseppe Setola, potrebbero essere arrivati dall'isola di Cosa nostra.
E' l'ultima indiscrezione filtrata dal fronte dei collaboratori di giustizia, e racconta di una sorta di rapporto tra le due più temibili organizzazioni criminali esistenti
E' questa una delle ipotesi degli investigatori che indagano sull'allarme registrato dall'intelligence che indaga su Setola. I pm della Direzione distrettuale antimafia di Napoli hanno appreso dal boss palermitano dichiarante, Gaspare Spatuzza, che era un sicario dei capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, che a partire dal 1993 Cosa nostra ha inviato a Napoli grosse quantità di tritolo per saldare un accordo fra le cosche mafiose. Spatuzza ha raccontato che dopo le stragi di Falcone e Borsellino, Cosa nostra strinse un'alleanza con la camorra, tanto che al clan di Secondigliano venne inviato da Palermo un grosso quantitativo di tritolo da impiegare per attentati.

I magistrati della Dda di Napoli su questa vicenda hanno aperto un'inchiesta, parallela a quella sulla ricerca dei 50 chili di tritolo che sarebbero in mano a Setola, e stanno accertando se l'accordo fra i siciliani e i campani è ancora in piedi, anche per valutare se dalla Sicilia può ancora arrivare esplosivo.
Nei prossimi giorni i magistrati andranno ad interrogare Spatuzza, che ha ancora tempo fino al 23 dicembre per raccontare, secondo la legge sui collaboratori di giustizia, tutto quello che è a sua conoscenza. Spatuzza ha già raccontato ai magistrati che Cosa nostra sarebbe in possesso di grandi quantità di tritolo che ha distribuito oltre che alla camorra, anche alla 'ndrangheta.
La polveriera della mafia, secondo Spatuzza, è nascosta in fondo al mare davanti alla costa fra la borgata palermitana di Sferracavallo e Capaci. Si trova nei fondali dove vi sono decine di siluri inesplosi lanciati durante la seconda guerra mondiale. Secondo il dichiarante, da questi ordigni esperti subacquei avrebbero prelevato in passato diverse quantità di tritolo, e una parte di questo esplosivo è stato inviato al clan di Secondigliano a Napoli.

Proprio su questa costa, nel 2001 la polizia di Stato ha trovato a Palermo 80 chili di tritolo e dieci detonatori sistemati dentro alcuni sacchi di plastica. Erano nascosti fra le rocce. Fuori dal proprio involucro il tritolo ha l'aspetto di un masso. In passato è stato utilizzato dagli uomini del clan di Brancaccio a cui apparteneva Spatuzza, per mettere a segno un attentato contro la caserma della polizia stradale di Lercara Friddi (PA).
Per avere un'idea della potenzialità di questo tritolo occorre ricordare che nella strage di Via D'Amelio, in cui vennero uccisi il procuratore aggiunto Paolo Borsellino e 5 agenti di scorta, ne vennero usati circa 60 chili. 

Secondo alcune indiscrezioni una parte di questo esplosivo sarebbe potuta entrare in gioco nel presunto piano per l'eliminazione dello scrittore di Gomorra, Roberto Saviano.

[Informazioni tratte da La Siciliaweb.it, www.a.marsala.it]

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11 novembre 2008
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