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In quel mare che inghiottiva i disperati...

Naufragio a 40 miglia a sud di Malta: si teme una strage. 71 immigrati risultano dispersi

28 agosto 2008

Un giorno, probabilmente, il Canale di Sicilia, quella porzione di Mediterraneo che divide il continente europeo da quello africano, verrà ricordato e raccontanto come quel mare che inghiottiva i disperati naviganti della speranza. Chissà... Ci si può solo augurare che, se quel giorno arriverà, delle tante tragedie accadute in quel mare se ne possa parlare come fatti che avvenivano una volta e che non avvengono più...
Oggi, purtroppo, ritorniamo a parlare del Canale di Sicilia a causa dell'ennesima tragedia, l'ennesimo naufragio del quale sono rimaste vittime una settantina di persone, dispersi a 40 miglia a sud dell'isola di Malta. Otto i superstiti recuperati dal motopesca maltese "Madonna di Pompei" e consegnati poi ad una motovedetta maltese che li ha portati nel centro di detenzione di Safi.

Le operazioni di ricerca dei dispersi, iniziate ieri sera, sono riprese stamane all'alba. Un elicottero tedesco impegnato nell'operazione 'Nautulis 3' della missione 'Frontex' dell'Unione europea ha avvistato tre cadaveri.
Sul posto del recupero, nel tardo pomeriggio di ieri, le forze armate maltesi hanno inviato due motovedette e un aereo, ma le ricerche sono state rese difficili dalle condizioni del mare. "Abbiamo risposto subito alla chiamata di soccorso fatta dall'equipaggio del motopesca Madonna di Pompei ed inviato una motovedetta per intercettare i superstiti e portarli verso terra", ha dichiarato il generale Carmel Vassallo che ha spiegato anche la difficoltà di trovare il luogo in cui il gommone ha iniziato a imbarcare acqua: "I naufraghi non sono marinai, non hanno saputo indicare il luogo preciso e cercare senza direzioni è come cercare alla cieca".

Salvati i sopravvissuti che sono riusciti a rimanere aggrappati al gommone, i membri dell'equipaggio del motopesca non comprendendo esattamente quanto raccontato dai migranti - sudanesi, eritrei, somali e ghanesi -, avevano riferito in un primo momento di 18 dispersi. Il reale bilancio della tragedia è emerso solo successivamente in seguito agli interrogatori, quando si è compreso che a bordo del gommone ci sarebbero state 78 persone, tra cui forse otto donne, quattro delle quali incinte, e un bambino. "Siamo partiti da Zuwara giovedì scorso - ha detto uno gli extracomunitari al responsabile dell'Unhcr maltese Neil Falzon -. Dopo appena due giorni abbiamo esaurito acqua e cibo". A causa del mare forza sei, si è capito ancora dalle testimonianze dei superstiti, il gommone su cui viaggiavano ha inoltre perso il motore ed è rimasto in balia delle onde: molti extracomunitari sono stati sbalzati fuori dall'imbarcazione o sono morti di stenti. Un uomo ha raccontato di avere perso nel naufragio la moglie; un altro la madre.

Un accorato invito a non cessare le ricerche è stato rivolto ai maltesi dalla portavoce dell'Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, Laura Boldrini, che ha invocato assistenza medica e psicologica per i sopravvissuti. "Se i numeri fossero confermati - ha detto Laura Boldrini -, sarebbe una tragedia del mare equiparabile, per il numero delle perdite, a un disastro aereo. Ai sopravvissuti degli incidenti aerei si forniscono cure mediche e supporto psicologico; mentre ai migranti e ai richiedenti asilo non si applica la stessa prassi. Ci auguriamo - ha concluso la portavoce dell'Unhcr - che le ricerche dei dispersi continuino in modo da poter restituire almeno i corpi ai familiari".

Già, se i numeri forniti dai sopravvissuti dovessero essere confermati, si tratterebbe di una delle tragedie dell'immigrazione col più alto numero di vittime mai accadute. Il drammatico primato resta quello del naufragio della notte di Natale del 1996, quando tra Malta e la Sicilia, morirono 298 persone. 
Secondo le statistiche, nel 2007 circa 1.700 immigrati sono arrivati a Malta. Medici Senza Frontiere ha recentemente fatto riferimento a un bilancio di 380 clandestini morti nel Canale di Sicilia durante i primi sei mesi di quest'anno, dopo i 500 nel 2007. Per l'associazione Fortress Europa dal 1988 il bilancio nel tratto di mare tra Sicilia e Tunisia sarebbe di 12.566 morti e di 4.646 dispersi. [Informazioni tratte da ANSA, Repubblica.it]

"Per fermare i clandestini pronto accordo con la Libia" -
Il ministro dell'Interno Roberto Maroni, sul tema degli immigrati che arrivano dalle coste libiche, ha reso noto che "tra pochi giorni, grazie alla visita di Berlusconi a Tripoli, dovrebbe essere firmato un nuovo accordo" con le autorità della Libia. I clandestini che arrivano dalla Libia a Lampedusa, ha proseguito il ministro, "non vogliono essere salvati dai maltesi perché vogliono venire in Italia. Dalla Libia non arrivano per caso ma perché li fanno uscire. E quando arrivano non possiamo rispedirli indietro perché hanno il diritto, arrivando da zone di guerra. Quelli che vengono dall'Egitto invece li mettiamo sul charter e li rispediamo a casa. Prima non si faceva".
A chi gli ha chiesto come si risolve il problema di Lampedusa, Maroni - parlando a un dibattito di 'CortinaIcontra' - ha risposto che "la soluzione passa dalle motovedette miste italiane e libiche. Ma i libici pur avendo firmato l'accordo non accettano perché vogliono ancora soldi"[La Siciliaweb.it, 26/08/2008]

 

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28 agosto 2008
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