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L'arcipelago della discordia

Continua il botta e risposta al vetriolo, tra chi difende e chi condanna la norma paesistica riguardante le costruzione sulle Eolie

28 ottobre 2004

La nuova "Controversia Liparitana" giorno dopo giorno va assumendo toni sempre più accesi.
Le fratture createsi tra i rappresentanti dei partiti dell'Assemblea regionale siciliana, allo stato attuale sembrano insanabili.
Il botta e risposta, sempre più acido e avvelenato, tra chi difende la norma che in deroga al piano paesistico consente la costruzione di nuove strutture turistiche sull'Eolie (approvata nottetempo la scorsa settimana), e chi continua a gridare allo scandalo, mostra una situazione che difficilmente avrà una soluzione nell'immediato, e se questa ci sarà, gli starscichi del malcontento saranno sicuramente pesanti.

Ieri è toccato al presidente della commissione Territorio, Antonino Beninati (Fi) prendere in difesa la norma: "I ministri, i sottosegretari e tutti quelli che stanno gridando allo scempio ambientale nelle isole Eolie sono stati tratti in inganno da una cattiva informazione. Ho solo commesso l'errore di avere cercato e trovato una soluzione a una vicenda che si trascinava da tre anni". Secondo Beninati, che ieri ha convocato una conferenza stampa per spiegare il contenuto della norma e il suo iter, è eccessivo anche l'allarme sulla possibile cancellazione delle Eolie dall'elenco dell'Unesco: "se l'arcipelago non sarà più patrimonio dell'Unesco non sarà colpa degli alberghi". Proprio sulle strutture ricettizie, il deputato di Forza Italia ha puntualizzato che "si tratta di piccole opere, con tre o quattro stanze in più, non c' è alcuna aggressione all' ambiente". "Con questa norma - ha detto - si è cercato di trovare una soluzione a un problema che si trascinava da tre anni, senza che nessuno lo risolvesse. Chi ha firmato il patto territoriale delle Eolie, nel '99, ha dimenticato di attuare le procedure in variante al piano regolatore, che allo stato tra l'altro non esiste, e il piano paesistico, inoltre, è stato approvato con decreto nel 2001, quindi si sapeva benissimo che ci sarebbe stato un problema".
Sulla "bocciatura" degli otto progetti da parte dell'Osservatorio regionale sui Beni culturali, invece, Beninati ha sostenuto che "quest'organismo non conosceva nemmeno i contenuti dei progetti", mentre ha reputato "gravissima" la decisione della Sovrintendenza di Messina "che prima ha avallato i progetti e subito dopo l'approvazione della norma all'Assemblearegionale siciliana ha cambiato idea". "L'articolo di legge da me proposto - ha detto a conclusione - è legittimo ed è certamente volto alla tutela del paesaggio. Non solo, ma affermo altresì che è anche volano di ulteriore sviluppo socio-economico delle Eolie. Le opere interessate dal provvedimento consistono, per la maggior parte, nel recupero e nell'ampliamento di fabbricati già esistenti, ricadenti anche in zone urbanizzate e, in alcuni, persino all'interno dei centri abitati".

Sempre ieri l'Assemblea regionale siciliana è tornata a riunirsi, e nonostante l'ordine del giorno non lo prevedesse,Stromboli alcuni dei presenti in Aula hanno chiesto di parlare di quello che ormai è diventato il "Caso Eolie".
Il presidente Guido Lo Porto ha giudicato "giusta la risposta fornita dal commissario dello Stato, Gianfranco Romagnoli al ministro Giuliano Urbani, anche se sono rammaricato - ha detto - per i toni sarcastici usati". "Nonostante ciò - ha continuato Lo Porto - abbiamo fiducia nell'operato del commissario e nel ruolo di garanzia che lui rappresenta. Non ci resta che aspettare le sue eventuali decisioni".
Il ministro Giuliano Urbani aveva detto che si sarebbe rivolto alla Corte Costituzionale per bloccare il provvedimento varato dall'Ars e Romagnoli aveva risposto sostenendo che in Sicilia non spetta al ministro, ma al Commissario dello Stato, chiedere il parere della Consulta.

Sempre nel dibattito di ieri il deputato di Forza Italia, Salvo Fleres, che nella qualità di vicepresidente dell'Ars aveva presieduto la contestata seduta giovedì scorso, ha chiesto a Lo Porto di "censurare le dichiarazioni di deputati e assessori, che hanno definito 'pecore' i parlamentari che hanno votato a favore della norma sulle Eolie".
Infine, il deputato di An, Bartolo Sammartino, ha inoltrato una richiesta analoga a Lo Porto nei confronti dell'esponente di maggioranza Alberto Acierno, "che - ha detto Sammartino - in una trasmissione andata in onda su una televisione locale, ha definito 'infame' l'assessore al Turismo Fabio Granata", oppositore del provvedimento sulle Eolie.
Come già preannunciato, oltre alla querela per diffamazione presentata nei giorni scorsi, l'on. Alberto Acierno, deputato regionale all'Ars, ha firmato ieri la mozione di sfiducia nei confronti dell'assessore regionale al Turismo, Fabio Granata. "Ritengo Granata – ha commentato il deputato all'Ars di Siciliani Uniti - responsabile di una vergognosa campagna denigratoria nei confronti del Parlamento siciliano e, quindi, di tutto il popolo siciliano". "Mi auguro - ha continuato Acierno - che il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, preso atto di tutte le considerazioni in premessa alla mia mozione, valuti attentamente se sia il caso che si apra la sessione di Bilancio per l'approvazione della legge Finanziaria con la presenza, tra i banchi del governo regionale, di Granata".

Intanto si svolgera oggi pomeriggio l'incontro al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, fra il ministro Giuliano Urbani, il sottosegretario Nicola Bono e gli assessori della Regione Sicilia Alessandro Pagano (Beni Culturali) e Francesco Cascio (Ambiente e Territorio), che dovrebbero indire la conferenza dei servizi, alla quale spetta la decisione finale sull'autorizzazione degli otto progetti edilizi che pregiudicherebbero l'iscrizione delle isole Eolie nella lista dei siti Unesco.
Il sottosegretario Bono si è detto "fiducioso" riguardo all'impugnazione della norma da parte del Commissario di Stato, "ma se non dovesse accadere - ha aggiunto -, la conferenza dei servizi prenderà atto dell'inedificabilità della zona".

Il "Caso Eolie" visto da fuori
"Eruzione di furia contro i piani per gli hotel sulle isole vulcaniche"
, questo il titolo del lungo reportage sulla vicenda delle isole Eolie apparso ieri sul quotidiano britannico "Independent".
Per il giornale inglese le Eolie, "inserite dall'Unesco nella lista dei siti di eccezionale importanza naturale, rischiano la rovina, grazie ad una nuova controversa legge sulla pianificazione del territorio". Il quotidiano racconta l'intera vicenda, registrando le critiche e anche le voci di chi è a favore della decisione delle autorità siciliane, notando come "la nuova legge ha indignato gli ambientalisti e diviso la coalizione di centrodestra. Giuliano Urbani, il ministro della cultura, ha promesso di sfidare la legge regionale presso la corte costituzionale".
L'Independent nel reportage  ha poi spiegato come le bellezze naturali e storiche delle isole siano in sofferenza per la pressione del turismo stagionale e nota che "il problema è trovare un posto dove mettere questi turisti e far sì che non riducano la mistica dell'isola in polvere vulcanica nel momento in cui se ne vanno". In pochi dubitano che più persone potrebbero vivere sulle isole... pochi sembrano però credere che l'Assemblea regionale siciliana abbia trovato il giusto equilibrio su come gestire l'afflusso nella legge notturna passata la scorsa settimana.

Sorpresa e indignazione per la norma, arrivano anche dalla lontana Australia, o almeno questi sono i sentimenti espressi dai numerosi eoliani d'Australia.
L'indecorosa vicenda (così viene definita) ha ricevuto notevole risalto sui mass media australiani, che hanno sottolineato il rischio dell'espulsione delle Eolie dal registro dei beni dell'umanità dell'Unesco (che a suo tempo ne aveva ufficializzato l'inclusione in una periodica riunione di comitato proprio qui in Australia, a Cairns, nel Queensland settentrionale). La copertura dell'episodio di malapolitica, col corredo tutt'altro che edificante di vari dettagli circa lo stato "confusionale" in cui avrebbe votato l'assemblea di Sala d'Ercole tra mezzanotte e l'alba senza capire se stava votando "a favore o contro", e le contrastanti dichiarazioni di consiglieri e assessori regionali hanno generato nell'opinione pubblica, in questa parte del mondo, una ulteriore caduta d'immagine dell'attuale governo regionale, della classe politica siciliana in generale, e di quella italiana per riflesso, e degli amministratori civici eoliani.
È diffusa l'impressione che sia in gioco un misto di occulti interessi e di malafede e/o imbecillismo puro e semplice.
A nome degli eoliani d'Australia, di cui è certa d'interpretare i sentimenti in questa malaugurata occasione, l'Associazione Eoliani nel Mondo si associa allo sdegno e alla protesta dei conterranei in patria per il tentativo di stravolgere, purtroppo più di quanto non sia già stato fatto in un passato recente e remoto, l'assetto e l'aspetto, ecologicamente fragili, di una terra e di un mare che li hanno visti nascere e che portano in cuore dovunque sono sparsi nei cinque continenti, e le cui memorie e immagini custodiscono e trasmettono con geloso amore a figli e nipoti nati sotto altri cieli.

Secondo Legambiente la norma è in "Totale violazione di legge"
"La deroga al Piano paesaggistico delle Eolie è stata data dall'Assemblea siciliana in totale violazione delle norme regionali e nazionali". A sostenerlo è il responsabile dei Beni culturali di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna. "In Italia - continua Zanna -, come confermato dal cosiddetto Codice Urbani, i Piani regolatori devono adeguarsi a quelli paesaggistici. Nel caso delle Eolie i vincoli risalgono al 9 giugno del '97, data in cui il Piano fu affisso all'albo pretorio del Comune di Lipari. Inoltre, il progetto degli alberghi è dell'ottobre '99, ben due anni dopo l'entrata in vigore del Piano. in ogni caso - aggiunge - Lipari tutt'ora non ha un Prg (piano regolatore) e dunque lo strumento urbanistico in fase di esecuzione deve rispettare i vincoli intervenuti sul territorio".
L'ambientalista ha ricostruito la vicenda dei 41 progetti previsti nel Patto territoriale delle Eolie: "In assenza del Prg, nel 2001 fu convocato l'Osservatorio per la qualità del paesaggio, un organismo scaduto lo scorso agosto. Per 24 progetti fu data la possibilità alla Sovrintendenza di Messina di esaminarli - spiega - gli altri furono respinti. Otto di questi ultimi vengono ora recuperati dalla norma regionale, pur ricadendo in verde agricolo. Anche tre anni fa - conclude Zanna - la Sovrintendenza tentò di farli passare, senza riuscirci. Adesso ci riprova l'Assemblea siciliana".

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28 ottobre 2004
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