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L'Assemblea regionale siciliana ha approvato il Documento di programmazione economico e finanziario 2007/2011

19 ottobre 2006

Con 41 voti a favore l'Assemblea regionale siciliana ha approvato il Documento di programmazione economico e finanziario 2007/2011 (Dpef). L'esame era iniziato l'altro ieri con la lettura delle relazioni di maggioranza, tenuta dal presidente della commissione Bilancio, Michele Cimino, e di minoranza esposta dal deputato regionale dei Ds Camillo Oddo. Cimino aveva spiegato che il disegno di legge prevede che ''la manovra finanziaria che il Governo della Regione intraprenderà, per il periodo 2007-2011, dovrà assicurare la copertura di un fabbisogno di 2.470 milioni di euro per il 2007, di 1.804 milioni di euro per il 2008 e di 1.419 milioni di euro per il 2009''. (leggi)

Per le opposizioni ''il quadro macroeconomico di riferimento, relativo alla Sicilia, segnala una stagnazione che si conferma anche per l'immediato futuro come segno allarmante di una profonda crisi dell'apparato economico regionale''. ''Se in Sicilia dovessimo assegnare il 'Premio Pinocchio', Totò Cuffaro non avrebbe concorrenti'', ha detto Antonello Cracolici, capogruppo Ds all'Ars. ''Al di là degli annunci - ha aggiunto Cracolici - questo documento di programmazione economica è infatti il più evidente esempio di come il governo Cuffaro non abbia alcuna intenzione di mettere mano alle vere falle dei conti pubblici: non si toccano i comitati d'affari della sanità, non si tagliano i contratti e le consulenze d'oro della Regione, non si riducono gli Ato, non si tagliano gli enti inutili e non si eliminano i veri sprechi''.
''Ancora una volta il governo Cuffaro si prende gioco del parlamento e dei siciliani'', ha osservato il leader dell'Unione Rita Borsellino. ''Non è un caso - ha detto Borsellino - che il Dpef arrivi in discussione dopo che il governo ha già approvato la legge di bilancio mentre dovrebbe essere l'opposto e non è un caso che alcune previsioni in esso contenute siano in netto contrasto con la realtà''.

''L'opposizione ha perso l'ennesima occasione per offrire un contributo di proposte per lo sviluppo della Sicilia, cedendo alla tentazione di usare l'Aula del Parlamento regionale per le solite, stantie polemiche, infarcite di falsità, di cui i siciliani non avvertono il bisogno''. Ha afferma il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, commentando i contenuti del dibattito in Assemblea regionale sul Dpef. ''Che il Dpef non sia il libro dei sogni lo dimostrano i dati che presentano una Sicilia in costante crescita negli ultimi cinque anni'', ha aggiunto. ''Quello di quest'anno prosegue sulla stessa strada, con l'obiettivo di contenere le spese, a partire dalla Sanità, e punta sugli investimenti, sulla creazione di nuove infrastrutture e sul sostegno alle imprese''. ''Il centrosinistra - ha proseguito Cuffaro - si guarda bene dal ricordare ai siciliani che stiamo scontando la decisione del ministro Bindi, alla guida della Sanità nel precedente governo Prodi, di elevare la nostra quota del Fondo sanitario, portandolo al 42,5%, ben oltre i limiti imposti alle altre regioni. Come se questo non bastasse, l'attuale governo Prodi vuole penalizzare ancora di più la Sicilia, con la previsione, nella finanziaria nazionale di un ulteriore aumento della quota a nostro carico che, in tre anni, giungerà alla soglia del 50%''.
''Nel momento in cui mi trovo a Roma per cercare di convincere il governo nazionale a rivedere alcune sue scelte che danneggiano la Sicilia - ha concluso Cuffaro -, i massimi esponenti regionali della sinistra si abbandonano ad attacchi strumentali e sterili. Il confronto politico non si può alimentare di menzogne: è falso sostenere che i fondi dell'articolo 37 sono già stati destinati a spese. Sono soldi che ci spettano e, in attesa che lo Stato ce li trasferisca, li abbiamo considerati in bilancio come un credito''.

Dopo l'approvazione del Dpef, l'Ars ha votato, a maggioranza, un ordine del giorno che impegna il governo della Regione su undici punti.

- Programmazione Comunitaria: per il periodo 2007-2013 si impegna il governo regionale ad assicurare il massimo coinvolgimento del Parlamento nell'elaborazione delle politiche e controllo della spesa, ''per superare le criticità - si legge nel documento - emerse nel corso dell'attuazione della programmazione 2000-2006''.
- Credito: il documento sottolinea la necessità di promuovere la realizzazione di un meccanismo finanziario pubblico o misto che si ponga come 'trait d'union' tra l'intervento pubblico e la domanda di realizzazione d'impresa, proponendosi come interlocutore diretto con la Regione e la comunità europea.
- Famiglia e Enti Locali: l'odg parla di applicazione del principio di sussidiarietà come questione strategica del nuovo assetto delle autonomie, partendo dalla valorizzazione delle realtà regionale e locali e della loro effettiva capacità di governo. Per quanto riguarda gli enti locali, ''appare necessaria - si legge - la soppressione dei consorzi di bonifica, degli Ato idrici e rifiuti, la riforma di Asi, istituti autonomi case popolari e camere di commercio''.
- Energia: si avvieranno ''azioni per il completamento delle urbanizzazioni delle aree destinate agli insediamenti produttivi; il rilancio del comparto dei sali potassici; lo sviluppo della ricerca tecnologica e l'approvazione di un piano energetico regionale nel quale si contemperi il pieno utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili con le esigenze di sicurezza del territorio''.
- Lavoro e Pubblica Istruzione: si avvieranno misure per contrastare l'emigrazione intellettuale intensificando la collaborazione con le Università e i centri di ricerca.
- Trasporti: si consolideranno i collegamenti tra la Sicilia e l'Europa con il completamento ''del corridoio 1 Berlino-Palermo, da prolungare fino alla costa meridionale, il miglioramento delle reti di trasporto principali anche con le zone interne e rurali''.
- Sanità: si impegna il governo ad adottare azioni incisive per la razionalizzazione, qualificazione e il contenimento della spesa. ''È evidente la preoccupazione per la scelta compiuta dal Governo nazionale - si legge nel documento - con l'articolo 101 che ha elevato al 45% il contributo della regione siciliana alla spesa sanitaria. Il governo regionale deve fare in modo che l'articolo venga corretto o abrogato''.  [La Sicilia]

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19 ottobre 2006
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