L'effetto peggiore del Covid-19 è stato il disastroso crollo delle aziende
Nel primo semestre dell'anno in Italia una perdita di 280 mld di euro, mentre la provincia di Siracusa risulta essere quella che soffre meno in tutta Italia
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Secondo un sondaggio su un campione rappresentativo di 1.344 famiglie, condotto da Rcs Sfera Mediagroup e il Forum delle Associazioni Familiari, a spaventare di più le famiglie italiane nel post-covid non è un eventuale ritorno della pandemia o di altre emergenze sanitarie, ma la crisi economica.
Stando ai dati, infatti, in cima alle paure degli italiani c'è il rischio del fallimento di aziende e settori produttivi, seguito dall'aumento della povertà e del divario tra ricchi e poveri.
Una paura che si comprende pienamente andando a guardare il dato che emerge dall'Osservatorio sui bilanci delle Srl 2018 e stime 2020 del Consiglio e della Fondazione nazionali dei commercialisti che ha misurato l'impatto dell'emergenza Covid e il relativo lockdown sul fatturato delle società di capitali nei primi sei mesi dell'anno.
Dall'analisi, dove sono considerate circa 830 mila società che fatturano complessivamente circa 2.700 miliardi di euro, l'89% di tutte le imprese e l'85% circa di tutti gli operatori economici, si evince un fatturato in caduta libera (-19,7%) per le aziende italiane (spa e srl) nel primo semestre dell'anno con una perdita di oltre 280 miliardi di euro.
In Sicilia è Messina la provincia in maggior sofferenza (-20,1%). Tra le altre province siciliane: Trapani (-19,3%), Palermo (-17,7%), Agrigento (-19,6%), Caltanissetta (-19,7%), Enna (-19,9%), Catania (-19,8%), Ragusa (-19,2) e Siracusa (-13,7%). Quest'ultima è la provincia che soffre meno in tutta Italia.
Disastro soprattutto nel mercato turistico alberghiero, dove si registra un calo delle presenze dell'80,6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. I flussi dall'estero sono ancora paralizzati (-93,2%) e anche il mercato domestico è ben oltre la soglia di allarme (-67,2%).
Secondo l'osservatorio di Federalberghi le ripercussioni sul mercato del lavoro sono dolorose: a giugno 2020 sono andati persi 110 mila posti stagionali e temporanei di varia natura (-58,4%). Per i mesi estivi sono a rischio 140 mila posti di lavoro temporanei. Per luglio le previsioni non sono tranquillizzanti: l'83,4% delle strutture intervistate prevede che il fatturato sarà più che dimezzato rispetto al 2019. Nel 62,7% dei casi, il crollo sarà devastante, superiore al 70%.