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L'equipaggio del motopesca siciliano sequestrato in Libia sta bene

Il peschereccio mazzarese è stato fermato dalle autorità libiche sabato mattina

04 agosto 2008

"I marittimi del peschereccio 'Valeria Prima' di Mazara del Vallo stanno bene. Tutto l'equipaggio è a bordo, all'interno del porto commerciale di Tripoli".  Le rassicurazioni sulle condizioni dei quattro marinai italiani e due tunisini, equipaggio del motopesca sequestrato dalle autorità libiche sabato mattina, al largo delle coste libiche, sono arrivate dal presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo. "Tutto l'equipaggio è a bordo, all'interno del porto commerciale di Tripoli - ha detto Lombardo -. Ho più volte sentito il ministro per gli Affari esteri Franco Frattini e il sottosegretario Enzo Scotti". "Mi auguro che nelle prossime ore si possano rapidamente definire le condizioni per il dissequestro del peschereccio e la liberazione dell'equipaggio" ha detto il governatore. "Con il governo libico - ha aggiunto Lombardo - è stata avviata nelle scorse settimane una trattativa a più ampio raggio, per la stipula di un accordo bilaterale sulla pesca nel canale di Sicilia. L'assessore alla Pesca, Roberto Di Mauro, è già molto avanti su questo progetto e ha già in calendario una missione a Tripoli. Anche per questo motivo sono ottimista".

Il "Valeria Prima" è giunto nel pomeriggio di sabato nel porto di Tripoli. Le autorità libiche dovrebbero compiere una serie di verifiche per stabilire in particolare se questo si trovava in un'area dove non poteva pescare. A bordo del motopesca ci sono sei persone, quattro italiani, tra cui l'armatore, e due tunisini: Nicolò Asaro, 56 anni (comandante e proprietario), Stefano Di Benedetto, 46 anni (direttore di macchine), Francesco Asaro, 40 anni (giovanotto di macchine), nonchè dai marittimi Nicolino Salvo, 49 anni, e Manti Hadj Salem di 43 anni, Frej Houaneb di 30 anni.
Il "Valeria Prima" è iscritto alla capitaneria di porto di Mazara del Vallo, che segue costantemente la vicenda, è stato realizzato nel 1981, ha una stazza lorda di 144 tonnellate ed è fornito di un'abilitazione che gli consente la pesca nel Mediterraneo. La zona di mare in cui è avvenuto il sequestro è ricca di pesce e soprattutto dell'oro rosso del Mediterraneo: i grossi gamberoni che al dettaglio si vendono a 50 euro al chilo. Un oro che spesso porta i pescatori ad avvicinarsi pericolosamente alla costa, intercettati dalle autorità libiche, tutt'altro che amichevoli.

Inoltre dalla Farnesina si è appreso che Nicolo Asaro, comandante e armatore del peschereccio, ha riferito - parlando al telefono con l'ambasciatore d'Italia in Libia Francesco Trupiano - che nei confronti dell'equipaggio non vi sono stati maltrattamenti di sorta. In precedenza lo stesso comandante Asaro, comunicando via radio con altri comandanti di pescherecci che si trovavano nel Canale di Sicilia, aveva raccontato che gli uomini del suo equipaggio erano stati "trattati come animali" e "tenuti tutta la notte in una stanzetta di cinque metri quadrati, senza acqua, al caldo".
Nella conversazione telefonica avuta con l'ambasciatore Trupiano, invece, Asaro ha dato una versione diversa dei fatti smentendo maltrattamenti nei confronti dell'equipaggio della 'Valeria Prima'.
Ieri mattina il reggente del consolato italiano a Tripoli ha potuto fare visita ai connazionali a bordo del peschereccio sequestrato, che si trova agli ormeggi nel porto commerciale della città, e ne ha potuto constatare le buone condizioni di salute.
L'ambasciata e il consolato generale - ha assicurato la Farnesina - continueranno a rimanere in contatto con i pescatori italiani e ad assicurarsi che venga loro garantita tutta l'assistenza necessaria, in attesa che la vicenda possa concludersi al più presto nel migliore dei modi.

[Informazioni tratte da Adnkronos.com, La Siciliaweb.it, Repubblica.it, Corriere.it]

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04 agosto 2008
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