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L'Italia, in fatto di fonti energetiche, è sempre più dipendente dall'estero

Il Belpaese importa elevate quantità di energia e investe troppo poco sulla ricerca e sullo sviluppo

08 settembre 2004

L'Italia è sempre più dipendente dall'estero per le fonti energetiche. Lo segnala un'analisi dell'Eurispes, che indica segnali positivi, invece, sul fronte delle fonti energetiche rinnovabili: il contributo al bilancio energetico nazionale è cresciuto del 25% fra il 1995 e il 2001, pur restando al di sotto delle potenzialità di crescita.
La dipendenza del Belpaese dall'estero resta, comunque, elevatissima. Importiamo il 99% del fabbisogno di carbone, poco meno del 50% di petrolio (la media della dipendenza mondiale è del 38 per cento). La dipendenza dell'Italia nel fabbisogno di gas naturale utilizzato per l'energia elettrica è salita dal 21% degli anni Novanta al 45% di oggi.
Secondo lo studio, ad aggravare le carenze delle politiche energetiche attuate per diminuire la dipendenza dall'estero si sommano i ritardi nell'estrazione di petrolio dai giacimenti della Basilicata.
Si investe poco in ricerca e sviluppo nel settore energetico (appena l'1% del Pil), con cifre molto inferiori a Paesi come Francia e Germania.

Il solare termico
E' profonda, in Italia, la crisi del mercato solare termico, che si è invece sviluppato in altri Paesi europei, consentendo la produzione di energia termica a costo contenuto e a basso impatto ambientale.
Un'energia applicata al riscaldamento di ambienti, piscine e strutture ricreative, acqua calda sanitaria, gestione acque, agricoltura, riscaldamento centralizzato e refrigerazione.
Da una rilevazione dell'Unione europea del 2000 risulta che l'energia impiegata nel settore residenziale e terziario (per lo più edifici) rappresenta più del 4% del consumo finale di energia della Comunità.
Le motivazioni della crisi del solare termico sono, secondo l'Eurispes, da ricercarsi nell’incapacità di creare un mercato, nella scarsa competenza tecnica degli operatori, nell’alta percentuale di sistemi difettosi, nell'assenza di servizio post-vendita, nella mancanza di una concreta volontà politica di orientare le scelte in questa direzione.
Il mercato registra attualmente qualche segno di ripresa , anche se non sembra facile il raggiungimento dell'obiettivo fissato per l'Italia dal Libro bianco delle fonti rinnovabili (tre milioni di metri quadrati al 2010). Negli ultimi 5 anni il parco complessivo installato è pari a circa 360mila metri quadrati.

Lo sviluppo di nuove fonti energetiche
Il decentramento ha conferito a enti locali e province autonome un ruolo di primo piano nello sviluppo di fonti energetiche rinnovabili tramite i Pea (Piani energetici ambientali). Non mancano strumenti finanziari e incentivi per le fonti rinnovabili che vanno dai certificati verdi (obbligo per le imprese di produzione di energia di riservare una quota di produzione alle fonti rinnovabili) ai fondi regionali e strutturali europei, alle tariffe verdi, fino ad azioni di incentivazione come il project financing e l'introduzione della responsabilità sociale.

Fonte: Nicoletta Cottone per "Il Sole24 Ore"

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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08 settembre 2004
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