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L'Italia manda altri 1000 soldati in Afghanistan

Dalla Casa Bianca un ringraziamento speciale all'alleato italiano per il suo ''contributo significativo''

04 dicembre 2009

Il Consiglio dei ministri ha deciso che invierà mille nostri soldati in Afghanistan nell'arco temporale di 14 mesi a partire dal prossimo gennaio. Ad annunciarlo è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa in una conferenza stampa a Palazzo Chigi.
La Russa ha precisato: "Noi immaginiamo un arco, un orizzonte temporale, non indefinito. Il Cdm prevede la possibilità di incremento di circa mille unità di italiani in Afghanistan nell'arco temporale che va dall'inizio del prossimo anno alla fine del 2010. Si tratta, sostanzialmente di 14 mesi a partire da oggi. Voglio ricordare che la nostra presenza è concentrata nella zona Ovest dell'Afghanistan e la nostra intenzione, e in questo sono confortato dal parere del capo di stato maggiore della difesa generale Camporini, è quella di orientare il comando della missione ad avere sempre più autonomamente il controllo e il comando di quella zona".
"Non è previsto nessun cambiamento delle regole di ingaggio per i nostri militari in Afghanistan", ha quindi ribadito il ministro, che ha aggiunto: l'obiettivo è arrivare a "delineare la nostra presenza in una gestione interamente italiana" nella zona ovest del Paese, anche "nella parte più marginale di quella zona dove ora ci sono gli inglesi e gli americani". "Sono stato confortato dal parere del Capo di Stato Maggiore della difesa, il generale Camporini, della possibilità di orientare la missione Isaf ad avere sempre più autonomamente il comando della zona".
La Russa ha poi spiegato i compiti che svolgeranno i militari italiani: "Dopo incontri con la Nato ed a livello di ministri si era configurata una richiesta di aumento per i militari italiani in Afghanistan". Una richiesta "a cui abbiamo dato subito disponibilità, non nel numero ma nel merito, per un progetto che vede un approccio più globale, maggiori risorse per la ricostruzione, più obblighi per il governo Karzai nel contrasto alla droga, più addestramento delle forze afgane in modo di poter immaginare un orizzonte temporale non indefinito per la missione Isaf".

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha aggiunto che il 2013 "è un limite massimo, non un limite minimo" per il ritiro delle truppe. "Si entra insieme e si esce insieme agli alleati dalle missioni di pace internazionali - ha detto Frattini, sottolineando che l'aumento di mille uomini corrisponderà a un piano di riduzione uomini in altre aree critiche, come il Libano e i Balcani -. Siamo convinti che non si debba parlare di exit-strategy, ma di strategia di transizione con la differenza rispetto al recente passato che la transizione ha una prospettiva temporale determinata: mi permetto di dire che traggo dalle parole del presidente Karzai che il 2013, fine del suo mandato è un limite massimo, non un limite minimo".

La Casa Bianca, ieri sera, ha espresso il suo ringraziamento nei confronti dell'Italia per il "contributo significativo" dato alla missione in Afghanistan.

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, Corriere.it]

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04 dicembre 2009
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