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L'Onda ha travolto ancora una volta Roma

Contro i tagli del governo studenti, ricercatori e impiegati in tre grandi cortei simultanei

14 novembre 2008

Manifestazioni a Roma, proteste a Milano, movimenti a Trieste, cortei a Palermo. L'Onda è tornata in piazza per tenere viva la protesta contro i tagli e le riforme di scuola e università.
L'altro ieri dall'Ateneo del capoluogo siciliano sono partiti in trecento per la capitale, per partecipare alla manifestazione nazionale che oggi ha riempito strade e piazze. Assieme a loro duecento manifestanti provenienti da tutta la Sicilia e radunati dalla Flc-Cgil, il sindacato che raggruppa anche i professori.
Nella capitale due i cortei di sindacati e studenti, contro le politiche del governo su università, ricerca e scuola. Quello organizzato da Cgil e Uil (senza la Cisl che si è sfilata dopo l'incontro con la Gelmini) si è già concluso in piazza Navona con i comizi senza l'Onda degli studenti. Il corteo dei giovani ha seguito un percorso diverso e si è diviso: una parte dei manifestanti ha deviato arrivando davanti a Montecitorio per un presidio non autorizzato dalla Questura. Lì, dopo qualche fumogeno, sono iniziati i cori contro il governo: "Vergogna", "Chi non salta Berlusconi è", "Circondiamo i palazzi del potere", "Noi la crisi non la paghiamo" e "Se ci toccano il futuro noi blocchiamo la città". La situazione è stata tranquilla, ingente il dispiegamento di forze dell'ordine.

"INSIEME PER IL FUTURO DEL PAESE" è lo striscione che ha aperto il corteo dei sindacati partito da piazza Bocca della Verità. I manifestanti, 100mila secondo gli organizzatori, si sono mossi con circa un'ora e mezza di ritardo rispetto all'orario previsto (le 9.30), per aspettare i partecipanti in arrivo da tutta Italia. Molto nutrita la rappresentanza del comparto ricerca, nonostante l'incontro di giovedì tra il ministro Gelmini e i loro rappresentanti. Sugli striscioni: "La 'ndrangheta ringrazia vivamente per la manodopera di qualità", "Senza precari chi controlla o' Vesuvio è o' terremoto", "Giù le mani dall'università e dalla ricerca". Tanti i palloncini "No 133" e i cartelli "Berlusconi se hai i capelli è solo grazie alla ricerca". Il secondo corteo, quello degli studenti (200mila partecipanti), è partito da tre concentramenti: piazzale Aldo Moro, piazza Esedra (studenti medi e studenti che vengono da fuori Roma) e Ostiense (studenti Roma Tre). Anche a Milano è stato organizzato un presidio di studenti e lavoratori in piazza Duomo.
"La mobilitazione rimarrà alta per tutto il prossimo mese, anche in vista dello sciopero generale convocato dalla Cgil per il 12 dicembre e al quale anche noi guardiamo come prossima data di opposizione al disegno miope e inadeguato del governo" hanno dichiarato i rappresentanti degli studenti.
Alcuni gruppi hanno annunciato l'intenzione di "assediare simbolicamente" Montecitorio, nonostante il divieto della Questura. Nel pomeriggio ci sarà invece un sit-in davanti al ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere.
I manifestanti protestano contro la legge 133, approvata ad agosto, che taglia circa 1,5 miliardi di euro di finanziamenti per le università, e la legge 169, cioè la riforma Gelmini sulla scuola.

Il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, dal corteo ha criticato l'assenza della Cisl: "Chi non c'è sbaglia. Ogni volta che provano a isolarci gli va male però persistono. E perseverare è diabolico". Commentando le dichiarazioni di Bonanni, che ha negato l'incontro riservato con il premier, ha detto semplicemente: "Le bugie hanno le gambe corte. Chi dice bugie di solito ha qualcosa da nascondere". "C'è una richiesta forte di riforme e non di tagli - ha aggiunto -. La Gelmini continua a ripetere che noi non vogliamo le riforme. È lei invece che pensa di contrabbandare per riforma una politica di soli tagli. Apra una vero confronto e vedrà che noi saremo disponibili". Al corteo erano presenti il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero e lo storico leader Fausto Bertinotti. Non si sono visti invece esponenti del Pd. Il corteo sindacale ha fatto tappa sotto palazzo Vidoni, sede il ministero della Pubblica amministrazione, al grido di «fannullone» e «vergogna» contro Renato Brunetta.

[Informazioni tratte da Corriere.it, Repubblica.it, Apcom.it]

- "Intervista al ministro Gelmini" di L. Contu e M. Reggio

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14 novembre 2008
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