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L'Ue bacchetta la Russia

''Le relazioni con la Russia sono ad un bivio. Mosca deve capire che Yalta è finita''

02 settembre 2008

A conclusioni del Consiglio europeo straordinario che ha riunito a Bruxelles i capi di Stato e di governo dei 27, l'Ue bacchetta la Russia per il riconoscimento unilaterale dell'Ossezia del Sud e dell'Abkhazia e ritiene che le relazioni con Mosca, dopo quanto accaduto, siano giunte a un bivio: ora sta al Cremlino agire per non isolarsi in Europa e dimostrare chiaramente la sua volontà di procedere sulla strada della cooperazione.
"Il Consiglio europeo - si legge nel testo di cui AKI-Adnkronos International possiede una copia - considera che, vista l'interdipendenza tra l'Unione europea e la Russia, nonché i problemi globali ai quali sono confrontate, non vi è alternativa auspicabile a una relazione forte fondata sulla cooperazione, la fiducia e il dialogo, sul rispetto dello stato di diritto e dei principi riconosciuti dalla Carta delle Nazioni Unite e dall'Osce". Per questo, proseguono i leader dei Ventisette nella bozza, "ci appelliamo alla Russia a fare con noi la scelta fondamentale dell'interesse reciproco, dell'intesa e della cooperazione. Siamo convinti che è nel suo stesso interesse non isolarsi dall'Europa".

Perciò, recita ancora il testo, "ci attendiamo dalla Russia un comportamento responsabile, fedele all'insieme dei suoi impegni. L'Unione resterà vigile, il Consiglio europeo domanda al Consiglio, con la Commissione, di valutare attentamente e in profondità la situazione e le differenti dimensioni delle relazioni Ue-Russia. Questa valutazione dovrà essere condotta in particolare nella prospettiva del prossimo vertice previsto il 14 novembre a Nizza e potrà condurre, alla luce della situazione e in particolare dell'attuazione da parte della Russia di tutti i suoi impegni nel quadro del piano in sei punti, a decisioni sul proseguimento delle discussioni riguardanti l'avvenire delle relazioni tra l'Unione e la Russia nei diversi settori".

L'Unione europea ha inoltre condannato duramente il riconoscimento dell'indipendenza di Abkhazia e Ossezia del Sud da parte di Mosca. "Il Consiglio europeo - è scritto nel testo - condanna fermamente la decisione unilaterale della Russia di riconoscere l'indipendenza dell'Abkhazia e dell'Ossezia del Sud. Questa decisione è inaccettabile e il Consiglio europeo si appella agli altri stati a non riconoscere queste indipendenze proclamate e chiede alla Commissione europea di esaminare le conseguenze concrete da trarne". Nella bozza, il Consiglio "ricorda che una soluzione pacifica e durevole dei conflitti in Georgia deve essere fondata sul pieno rispetto dei principi di indipendenza, di sovranità e di integrità territoriale riconosciuti dal diritto internazionale e dalle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite".
Quanto all'invio di una propria missione di osservazione in Georgia, l'Ue deciderà a metà di settembre e annuncia anche "la nomina di un rappresententante speciale per la crisi in Georgia".

Insomma, Mosca deve capire che Yalta è finita e che non può continuare a ragionare in termini di sfere di influenza. "Fino a che non si sarà attuato il ritiro delle truppe (russe) sulle posizioni anteriori al 7 agosto - si legge nella dichiarazione della presidenza francese dell'Ue - le riunioni in vista del negoziato dell'accordo di partenariato saranno rinviate".
Un monito molto chiaro a Mosca a rispettare gli impegni presi con il sì, dato il 12 agosto, al piano in sei punti proposto dal capo di Stato francese, ma anche a sancire un principio, che l'inquilino dell'Eliseo ha detto a chiare lettere: "Il ritorno alle sfere d'influenza è inaccettabile, Yalta è finita".
Perché questo è il messaggio: l'Europa chiede alla Russia di non isolarsi, ma non accetta l'occupazione russa del suolo della Georgia al di fuori delle repubbliche separatiste e quella che nella dichiarazione della presidenza viene definita "la reazione sproporzionata della Russia".

Un testo, dunque, tutto sommato abbastanza netto e duro, sul quale il presidente francese è riuscito a trovare l'assenso di tutti: "Si era detto che l'Europa è divisa e invece si è mostrata unita, tutti dicono che il piano in sei punti deve essere attuato integralmente".
Anche il premier Silvio Berlusconi è uscito con il sorriso sulle labbra dai lavori del summit. "Sono totalmente soddisfatto - ha detto il Cavaliere a Bruxelles - del risultato e dell'attività che abbiamo messo in campo. Credo di poter dire che ho un'intima serenità, perché questa situazione poteva davvero essere il detonatore di una crisi più grave che riportasse la storia indietro ai tempi della guerra fredda". "Abbiamo superato quello che poteva essere un momento pericoloso - ha aggiunto Berlusconi - c'era il rischio che la Ue accogliesse la volontà, soprattutto dei Paesi che sono stati sottomessi all'Unione Sovietica, di chiedere sanzioni nei confronti della Federazione russa sulla base di una versione dei fatti che vede largamente colpevole la Russia rispetto alla Georgia".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki/Ign]

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02 settembre 2008
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