Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

La Cisl Sicilia chiede che il Governo riconosca la crescente difficoltà del sistema produttivo regionale

La Cisl siciliana lamenta il disinteresse del governo verso le iniziative per il rilancio dell'occupazione

30 settembre 2004

Guidasicilia.it riceve e pubblica

COMUNICATO STAMPA CISL SICILIA

Palermo, 29 Settembre - "Sconcertante, superficiale, inquietante". Non risparmia gli aggettivi Paolo Mezzio, segretario della Cisl Sicilia, a commento delle dichiarazioni del ministro del Lavoro, Roberto Maroni, riguardanti la realtà dell'economia e dell'occupazione nella regione. "E' incredibile - ha affermato - come si possa ridurre a folklore il tema dello sviluppo nell'isola".
Rispondendo a un'interrogazione dell'onorevole Burtone (Margherita) durante il question time alla Camera, "Maroni - denuncia la Cisl - si è limitato a elencare qualche numero a casaccio della Finanziaria, senza entrare nel merito della questione posta, ossia le iniziative del governo per il rilancio dell'occupazione".

"Cuffaro batta un colpo e faccia sentire la sua voce", esclama Mezzio. "L'esecutivo nazionale non può ignorare che nell'ultimo anno quasi 100.200 siciliani, soprattutto giovani e con un livello medio-alto d'istruzione, ha preso la valigia e s'è trasferito altrove. Che in Sicilia ben 1.760.000 persone, di cui il 53,5% giovani, sono in cerca d'occupazione. Che i poli industriali, chimico, tessile e metalmeccanico, versano in una crisi strutturale. E che si registra nell'isola la più alta percentuale di lavoro sommerso del paese, pari al 30% del Pil".

"Persino le stime del Dpef regionale sull'andamento del Pil e dell'occupazione - rileva Mezzio - sono state riviste al ribasso. E quanto all'aumento dell'occupazione del 4% nel prossimo triennio, stimato dal governo regionale, si tratta più che altro, in assenza di fatti nuovi - rimarca Mezzio- di un'aspirazione con scarso fondamento".
Tra l'altro se si pensa che "le dimensioni medie delle imprese nella regione sono sempre più modeste, essendo passate dai 3,4 dipendenti del 1991 agli attuali 2,8". "Pertanto - è la tesi del segretario Cisl -, il governo nazionale non può far finta di niente, dopo aver distrutto in questi anni l'unico ventaglio di opportunità di cui la Sicilia disponeva: il sistema della programmazione negoziata. E neppure il governo regionale può permettersi di stare alla finestra", incalza il leader cislino.
Al governatore Salvatore Cuffaro la Cisl Sicilia chiede pertanto di "porre a Roma il tema della crescente difficoltà competitiva del sistema produttivo regionale. E, quanto alla regione, di aprire una nuova stagione politica in cui, col contributo delle forze sociali, siano fissate le coordinate di politiche nuove per la società, l'industria, il credito, la scuola e la formazione, i trasporti e la sanità".

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

30 settembre 2004
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia