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La giunta della pace, la politica del perdono

Rosario Crocetta ha presentato la sua terza giunta all'Ars, mentre vecchie conoscenze prendono di nuovo posto con nonchalance

06 novembre 2014

Difensore dell’Autonomia. Con questa veste si è presentato ieri in Aula all'Ars Rosario Crocetta insieme con la sua nuova giunta. Una difesa, ha detto, rispetto "ai pregiudizi e all'isolamento in cui spesso ci siamo ritrovati".
Crocetta ha dunque anticipato la sua agenda, incentrandola sulla "pulizia" nel bilancio della Regione "che sarà integrato con la nuova programmazione dei fondi comunitari", e mettendo come prioritari il lavoro "senza macelleria sociale", lo sviluppo con "un utilizzo virtuoso dei finanziamenti Ue", e soprattutto la lotta a ogni forma di illegalità, a cominciare "dagli appalti" drogati "dalle aggiudicazioni sulla base delle offerte più vantaggiose" e in settori come "l'agricoltura e la sanità, dove l'assessore Borsellino ha già compiuto un gran lavoro".

Rivolgendosi al Parlamento, il governatore ha rilanciato il tema del "dialogo", richiamando il discorso che fece due anni fa durante la cerimonia del suo insediamento, assicurando ai deputati "la collaborazione da parte della nuova giunta".
Dialogo e buone intenzioni che per un momento sono vacillate a causa di uno scontro verbale tra il governatore e il deputato del Movimento cinque stelle Giancarlo Cancelleri. Quest'ultimo ha rimproverato a Crocetta di aver mantenuto al vertice della burocrazia regionale Patrizia Monterosso, dirigente coinvolto in una inchiesta della Corte dei Conti sui cosiddetti extrabudget della Formazione. Durissima la replica del presidente: "La Monterosso - ha detto - sta facendo un lavoro esemplare di legalità e trasparenza. Facendo denunce che molti di voi non avrebbero avuto il coraggio di fare, anche per la paura di ritorsioni di natura personale". Poi rivolgendosi a Cancelleri: "Onorevole, non creda che qualche fattura prima o poi non la contestino anche a voi. A quel punto che fate? Vi buttate fuori da soli? Sarà il giorno della liberazione. Fate i nomi di chi ha ucciso la Sicilia, Accettate la sconfitta. Dopo il flop day, siete ormai degli incompresi".

Tornata la calma, Crocetta è tornato a parlare del lavoro che la sua terza giunta deve apprestarsi a fare. Tra le prossime sfide ha citato la riforma elettorale, "che non va pensata contro il presidente della Regione ma per il buon governo della Sicilia e per la tutela delle minoranze" e la riforma del settore della forestazione, "col pieno utilizzo dei forestali facendoli lavorare a salvaguardia del territorio".
Crocetta ha ribadito che "la riforma della formazione andrà avanti" e ha stuzzicato l'Assemblea sulla riforma della burocrazia. "La Corte dei conti sostiene che 1.800 dirigenti sono troppi, ne bastano 800 - ha detto Crocetta - Allora, quando si affronterà questo argomento mi ritroverò un Parlamento che scappa perché ci sono i dirigenti generali che mandano sms ai singoli deputati o magari agli assessori? Oppure troverò un Parlamento che dialoga? Siccome non possiamo licenziare mille dirigenti dovremo fare ricorso ai prepensionamenti, agli incentivi per la fuoriuscita, alla riorganizzazione del sistema regionale".

Ieri è stato anche il giorno nel quale, con grande sorpresa di qualcuno e alcuna sorpresa per altri, si è appreso del ritorno nella squadra di Crocetta del dirigente generale Anna Rosa Corsello. Il presidente le ha affidato la guida del dipartimento Lavoro, fino a due giorni fu gestito a interim da Dario Cartabellotta.
Un ritorno che provocherà più di un malumore. La Corsello torna accanto al governatore dopo la feroce polemica con l'ex assessore alla Formazione Nelli Scilabra per il fallimento del click day per la selezione dei tirocinanti nell'ambito del Piano giovani. Corsello e Scilabra si erano accusate a vicenda per quel flop, finito prima in Parlamento e poi sul tavolo della Procura di Palermo che aprì una inchiesta, acquisendo anche gli scambi di sms tra la dirigente, finita indagata, e l'ex assessore.

Dopo l'azzeramento del Crocetta bis e la formazione della nuova giunta, la Corsello torna in pista grazie ai buoni rapporti che ha sempre mantenuto col governatore Crocetta, che non ha mai nascosto stima e fiducia nel superburocrate, alla quale aveva affidato temi delicati come la "pulizia" nel bacino degli ex Pip, ridotti da 3200 a 2400 con l'espulsione dei precari che hanno continuato a delinquere nonostante beneficiassero del sussidio regionale.
"La mia - ha detto il governatore - è la politica del perdono". "Riguardo all'incarico della Corsello al dipartimento Lavoro, - ha ricordato Crocetta - fu l'ex assessore Bruno ad affermare che era venuto meno il rapporto fiduciario. Adesso è un'altra storia". "Non posso pensare - ha aggiunto il governatore - che ad ogni vicenda di questo tipo io debba tagliare una testa. Abbiamo già perso Nelli, perché dobbiamo privarci della professionalità di una dirigente esperta come la Corsello? Non ho condiviso il metodo che qualcuno ha utilizzato per Nelli e dovrei usare lo stesso per la dirigente? Quello che in tanti non hanno capito è che la cultura dell'odio non mi appartiene".

Perdono e amore, quindi, nella politica di Crocetta che, con molta probabilità, potrebbe presto anche riabbracciare la "contendente" di quei giorni: "Nelli non sarà certamente abbandonata - ha detto  ribadito - e sarà parte integrante del mio governo. Sarà lei a decidere in che veste. E voglio che decida con la massima tranquillità".

- Crocetta e l'arte del ripescaggio (Guidasicilia.it, 05/11/14)

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06 novembre 2014
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