Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

La grande sofferenza e l'immane miseria lungo la Striscia di Gaza infrangeranno sempre ogni speranza di pace

07 marzo 2008

L'occupazione israeliana a Gaza cominciò oltre 40 anni fa e da allora, in quel terriotiro non c'è mai stata tanta miseria e sofferenza quanto quella dei nostri giorni. E' un allarme spaventoso quello lanciato da diverse ong impegnate nella difesa dei diritti umani per la crisi che si sta vivendo nella Striscia di Gaza, una crisi che rischia di compromettere in modo definitivo le speranze di pace.
L'analisi è contenuta in un rapporto pubblicato da una serie di organizzazioni con base in Gran Bretagna: si va da Amnesty International a Save the Children, da Care International a Christian Aid.
Una delle soluzioni che le ong credono si debba adottare subito per attenuare la crisi è sicuramente la fine dell'embargo economico imposto da Israele, definito una sorta di punizione collettiva. “Se il blocco non termina subito - si legge nel documento, diffuso nei giorni scorsi - sarà impossibile scongiurare il disastro e ogni speranza di pace sarà infranta”.

Secondo il rapporto “La Striscia di Gaza: un'implosione umanitaria”, questo il titolo del documento, dei 110mila dipendenti in passato impiegati nel settore privato ben 75mila sono ora senza lavoro. “In qualità di potenza occupante - sostengono le ong - Israele ha il dovere di garantire agli abitanti di Gaza la disponibilità di genere alimentari, acqua potabile, elettricità e assistenza medica”.
“La decisione di punire l'intera popolazione di Gaza negando questi diritti di base - ha dichiarato la direttrice della sezione britannica di Amnesty International, Kate Allen - è assolutamente indifendibile”.

E c'è anche l'Unicef Italia che ha a cuore la tragica situazione palestinese. L'organizzazione delle Nazioni Unite in difesa dell'infanzia ha in questi giorni rilanciato l'appello per aiutare i bambini di quei territori, che insieme alle donne formano la metà del milione e mezzo di civili della Striscia di Gaza.
Secondo i dati Unicef, appena il 30% della popolazione di Gaza ha accesso all'acqua potabile e solo per poche ore a settimana, causa la mancanza di elettricità e carburante per il funzionamento dei pozzi; per lo stesso motivo, e per la mancanza di pezzi dei ricambio necessari al funzionamento degli impianti, oltre 40.000 tonnellate di scarichi fognari non trattati vengono riversati in mare, mentre gli ospedali soffrono di una grave penuria di forniture e apparecchiature mediche.
Per rispondere all'emergenza, causata anche dalla recente offensiva militare israeliana, costata la vita a più di un centinaio di palestinesi, l'Unicef fornirà a 5 ospedali di Gaza 2 kit sanitari d'emergenza, sufficienti ciascuno alla cura di 10.000 persone per 3 mesi; 2 kit ostetrici; forniture mediche di base (medicine, siringhe, guanti, bisturi, forcipi ecc.) e distribuirà alla popolazione kit familiari per l'acqua (contenenti compresse per la potabilizzazione delle scorte idriche e taniche per la raccolta e conservazione) e l'igiene (contenenti prodotti per l'igiene familiare e infantile).

Se Gaza versa in condizioni d'emergenza, la situazione è pesante in tutto il Territorio Palestinese Occupato: ogni palestinese dispone in media di 75 litri d'acqua al giorno, la metà di quanto l'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) ritiene necessario per bere, cucinare e lavarsi; solo il 66% della popolazione è allacciata alla rete fognaria; il 40% delle donne sono anemiche e 1 bambino su 10 è malnutrito, un livello che a Gaza sale a 1 su 3.
Nel 2007 l'Unicef ha concentrato i propri interventi d'emergenza nei settori sanitario e nutrizionale, idrico e igienico-sanitario, dell'istruzione e per la protezione dei bambini e degli adolescenti a rischio. Tramite tali interventi, ha contribuito a portare ad oltre il 90% la copertura vaccinale di routine, a beneficio di 114.000 bambini sotto 1 anno e 250.000 in età scolare; ha fornito assistenza nutrizionale a 24.000 bambini malnutriti e formazione a 600 operatori sanitari di 150 strutture mediche; ha distribuito acqua potabile in 340 scuole e 40 centri sanitari di Gaza, riparando infrastrutture idriche e igienico-sanitarie sia a Gaza che in Cisgiordania; ha fornito materiali didattici per 1,5 milioni di dollari e istruzione d'emergenza a 85.000 bambini di aree isolate dal conflitto, mentre 13.375 bambini e 12.365 tra genitori e persone che se ne prendono cura sono stati assistiti da 14 team psicosociali mobili che si attivano in situazioni di crisi acuta.

Nel 2008, l'obiettivo dell’Unicef è fornire analoga assistenza a 2,7 milioni di persone, tra cui 1,8 milioni di bambini sotto i 14 anni e 900 mila donne in età riproduttiva. L'Unicef Italia sostiene gli interventi d'emergenza dell'Unicef in campo sanitario, nutrizionale, idrico e igienico sanitario, per l'istruzione e la protezione tramite il progetto di raccolta fondi "Territorio Palestinese Occupato, Aiuti senza confine".

[Informazioni tratte da La Stampa.it e Aise.it]

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

07 marzo 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia