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La guerra di Silvio

''La magistratura, come una forza eversiva, rischia di portare il Paese sull'orlo della guerra civile''

27 novembre 2009

Altro che "guerra civile", tra il premier Berlusconi e i magistrati intercorre una "guerra dei cent'anni". Tanto per cambiare... infatti, sembra che Berlusconi, preso da un attacco d'ira, abbia lanciato le solite invettive contro giudici e rappresentanti della giustizia dicendo che la magistratura "attenta alla vita del governo" e che i magistrati vogliono farlo "cadere". Insomma le "eminenze togate" stanno preparando un colpo di stato e quello che si respira in Italia è un'aria da "guerra civile". Sembra che il premier abbia detto questo, perché è stato tutto smentito poco dopo con dichiarazioni, note e appunti rilasciate dal fido sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti ("Berlusconi non ha parlato di guerra civile. Guerra civile 'fa titolo' ma Berlusconi questo non l'ha detto. Si e' parlato di una divisione del Paese che viene provocata da un attacco eccessivo e senza precedenti della magistratura").

Comunque, tenendo conto della pronta smentita, vediamo la versione riportata dai "malevoli" quotidiani nazionali... Secondo questi, ieri Berlusconi davanti all'ufficio di presidenza del Popolo delle libertà, che si è tenuto a Palazzo Grazioli, ha attaccato tutto e tutti. Dopo settimane di polemiche con il presidente della Camera Gianfranco Fini e con i suoi fedelissimi, ha lanciato il suo aut-aut: chi non è d'accordo se ne va dal partito.
Berlusconi è passato poi alla critica dell'informazione, e in particolare alla tv pubblica. "Ogni giorno vanno in onda sulla Rai, la televisione pubblica, processi contro il governo e la maggioranza. Questi processi devono finire", sembra abbia detto il cavaliere. Poi, ha rivolto il suo attacco al suo più accerrimo nemico, quello di sempre: la magistratura, indicata dal premier come una forza eversiva che "attenta alla vita del governo" e "rischia di portare il Paese sull'orlo della guerra civile".
Questa invettiva, riportata da alcuni dei partecipanti al summit, è apparsa particolarmente violenta. Il presidente del Consiglio ha parlato di una persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, spiegando le ragioni che obbligano a metter mano alla riforma della giustizia. Perché, ha detto il premier (come riportano i partecipanti), "è in atto un tentativo di far cadere il governo" condotto soprattutto dalla magistratura "che ha preso una deriva eversiva". Dopo oltre un'ora è arrivata la smentita dell'ufficio stampa del Pdl: "Berlusconi non ha mai usato quell'espressione".

Chiusa la "parentesi delle dicerie" è stato diffuso il documento ufficiale - approvato all'unanimità - che sostanzialmente conferma la linea politica sulla giustizia. "Anche il corso dell'attuale legislatura - si legge nel documento del Pdl - è stato turbato dall'azione di una parte tanto esigua quanto dannosa della magistratura, dimentica del proprio ruolo di imparzialità". "Si tratta di una questione che è giunta ormai a intaccare la natura stessa della democrazia, che si fonda su un corretto e giusto equilibrio fra i diversi poteri e ordini dello Stato" prosegue la nota. "Questo equilibrio, che le diverse tradizioni politiche che contribuirono a scrivere la nostra carta costituzionale avevano cercato di garantire e preservare, è completamente saltato soprattutto dopo le vicende giudiziarie che hanno travolto il sistema politico della cosiddetta Prima Repubblica". "L'Italia - si legge ancora - è l'unico Paese in cui la magistratura ha finito per acquisire un peso così abnorme nella vita democratica" mentre "di converso il potere politico fondato sulla sovranità popolare rischia di apparire impotente a svolgere le proprie finalità. Questo problema - si sottolinea ancora - non riguarda una sola una persona o un solo partito, ma la natura stessa della democrazia e la capacità di chi è investito di una responsabilità politica di adempiere alle proprie responsabilità nei confronti del Paese".
Letto il documento è toccato al ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiegare le prossime misure del governo in materia di giustizia: "Riproporremo il lodo Alfano per via costituzionale. Tenendo in considerazione i rilievi fatti dalla Consulta. Abbiamo convenuto all'unanimità di avviare il percorso per la riforma costituzionale della giustizia e abbiamo deciso di sostenere il ddl che voi chiamate del processo breve, ma che noi definiamo processo a durata certa". A questo proposito, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha affermato che dal 2004 al 2009 sono stati prescritti 466 processi al giorno.

L'ufficio di presidenza del Pdl ha infine trattato anche una delle tante tematiche interne alla politica sull'immigrazione, ribadendo che "ogni ipotesi di voto a non cittadini italiani è estranea al programma e alla linea politica del Popolo della libertà". In vista delle prossime elezioni regionali, poi, è stato dato mandato ai coordinatori nazionali di presentare entro la prossima settimana le proposte riguardanti i candidati. Il Pdl ha rilanciato anche l'ipotesi di elezione diretta del premier, per consentire "una maggiore efficacia dell’azione dell'esecutivo", anche nell’ambito "di un sistema di contrappesi fondato su un maggior potere di controllo e di indirizzo del Parlamento".

Ovviamente, le presunte frasi scagliate da Berlusconi contro i giudici, non potevano non sortire deleteri effetti sull'opposizione e sui diretti interessati, che da anni (esattamente il numero di anni nei quali Berlusconi sostiene essere stato "perseguitato") si vedono lanciare addosso ogni sorta di maledizione e contumelie.
"Quelle di Berlusconi all'ufficio politico del Pdl sono affermazioni di una gravità allarmante", parole "deliranti che evocano uno scenario cileno". Ecco, l'opposizione ha reagito così all'ennesimo (presunto e smentito) attacco del premier ai magistrati.
Per Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Partito democratico, "l'esito dell'ufficio politico del Pdl, unito alle presunte affermazioni, poi smentite, di Berlusconi, sono di una gravità allarmante. Tutto ciò testimonia e tradisce la parossistica tensione che anima il presidente del Consiglio e il disagio sempre più evidente di una parte consistente della maggioranza". "Continueremo a porre al centro della nostra azione politica - ha detto ancora Finocchiaro - le questioni che più interessano gli italiani: il lavoro, il reddito, le prospettive delle future generazioni. Un grande Paese in difficoltà non si governa con irresponsabili isterismi e allo smarrimento giustificato dei cittadini noi risponderemo con la serietà e la responsabilità delle nostre buone ragioni e delle nostre proposte politiche e con una difesa rigorosa e seria degli equilibri democratici".
La smentita dell'ufficio stampa del Pdl non ha convinto il capogruppo dell'Italia dei valori alla Camera Massimo Donadi: "I pm trascinano l'Italia verso la guerra civile? Berlusconi assomiglia sempre di più a un Pinochet. Le sue dichiarazioni paranoiche e deliranti evocano uno scenario cileno, ma per fortuna l'Italia ha forti anticorpi democratici. Le pose da caudillo di quest'uomo sempre più solo e screditato, in Italia ed in Europa, sono il chiaro segno della sua inadeguatezza e non dureranno a lungo perché il Paese è stanco ed ha bisogno di un governo che sappia affrontare e superare la crisi economica".

Mario Fresa, consigliere togato del Csm, ha parlato di "un'escalation di denigrazioni contro tutta la magistratura". "Non possiamo fare a meno di intervenire", ha aggiunto il relatore della pratica già aperta dopo le affermazioni con le quali il premier, lo scorso settembre, accusava i magistrati di Milano e Palermo di cospirare contro di lui. "Chiederò alla commissione - ha detto - di acquisire le ultime dichiarazioni, anche riportate attraverso gli organi di stampa. Sono dichiarazioni pubbliche. Lunedì avremmo comunque discusso della pratica già aperta. Avremmo voluto che non ci fossero altre dichiarazioni di questo tenore". "Queste ultime pronunciate sono anche più gravi: si accusa la magistratura di voler sovvertire la democrazia, la costituzione. Sono queste dichiarazioni - ha detto ancora Fresa - che pongono seri problemi di tenuta delle istituzioni democratiche, si altera l'equilibrio tra poteri e funzioni dello Stato".
L'iniziativa annunciata dal consigliere Fresa ha suscitato l'immediata reazione del Pdl. "Sarebbe gravissimo, del tutto insusitato e anche grottesco, se il Csm volesse acquisire le dichiarazioni pronunciate nel corso di una libera riunione di partito", hanno replicato i capigruppo del Partito della libertà alla Camera e al Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri.

A Berlusconi, che ha attaccato tra gli altri la Rai, ha replicato anche il presidente del servizio pubblico Paolo Garimberti: "La Rai fa egregiamente il suo mestiere di informare e credo che nella varietà dei suoi canali ci siano pluralismo e approfondimento con equilibrio critico sia verso il governo, sia verso l'opposizione, come si conviene a un Servizio Pubblico di un Paese democratico. Così è stato finora e così continuerà ad essere in futuro".

[Informazioni tratte da Repubblica.it, Corriere.it]

 

 

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27 novembre 2009
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