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La politica, le talpe e la mafia

Il medico Salvatore Aragona conferma le accuse nei confronti del presidente della Regione, Totò Cuffaro

02 dicembre 2004

Continuano ad arrivare accuse nei confronti del presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro.
A ribadire i presunti favoreggiamenti del governatore siciliano nei confronti della la mafia è stato il medico Salvatore Aragona, arrestato l'anno scorso per favoreggiamento per l'inchiesta sulle Talpe del Dda, che l'altro ieri ha deposto nell'aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo, nell'ambito del processo all'ex assessore comunale Domenico Miceli (Udc), accusato di concorso in associazione mafiosa.
Rispondendo alle domande dei pm, Salvatore Aragona ha parlato delle candidature in occasione delle elezioni regionali del 2001, candidature che vennero discusse a casa del presunto capomafia Giuseppe Guttadauro.

Il medico ha delineato i retroscena della candidatura di Miceli (anche lui detenuto da giugno dello scorso anno) e i contatti avuti con il presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro. Il testimone ha ricordato che Miceli, durante una conversazione avuta a Milano, gli rivelò che il boss Guttadauro era sottoposto ad indagini dei carabinieri del Ros; questa circostanza mise in allarme Aragona e lo stesso Guttadauro.
E' in questa circostanza che entra in scena Totò Cuffaro. Aragona infatti ha accusato il ''presidente della Regione Cuffaro'', e il maresciallo dei carabinieri e deputato regionale Antonio Borzacchelli, di aver rivelato la presenza di microspie nella segreteria politica di Domenico Miceli, nonché l'esistenza di diverse intercettazioni telefoniche.

Aragona ha sostanzialmente ribadito ai pm quanto aveva già dichiarato in istruttoria. Il medico ha infatti indicato in Cuffaro e Borzacchelli, anche quest'ultimo in carcere dallo scorso anno per concussione, la fonte di notizie riservate di cui erano venuti a conoscenza gli uomini d'onore di Brancaccio, tra cui il boss Giuseppe Guttadauro, e i politici. Cuffaro, insomma, avrebbe avuto contatti con ''apparati dei carabinieri del Ros'' che conducevano le indagini, tanto che quando venne scoperta la microspia nella lampada del salotto di Guttadauro, ''Cuffaro e Borzacchelli - afferma Aragona - dissero che la squadra del Ros era stata sostituita con un'altra e la persona che passava loro le notizie non sarebbe stata più a conoscenza delle indagini''.
Aragona ha infine parlato della fuga di notizie riguardante i suoi verbali di interrogatorio durante la fase istruttoria, e dei suoi timori nel ''rivelare alcuni nomi, fra cui quello di Borzacchelli''. Il medico ha anche fatto riferimento a un presunto coinvolgimento, nella campagna elettorale, ''del colonnello dei carabinieri Melillo'', amico d'infanzia di Miceli ''che era venuto da Napoli in Sicilia per dargli una mano".

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02 dicembre 2004
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