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La riforma Moratti, da settembre il nuovo profilo della scuola italiana

Dagli orari alle nomenclature, passando per i professionisti dell'insegnamento

12 maggio 2003
La sua approvazione appare ormai necessaria, visto che permetterà l'avvio della prima ''parte'' della riforma scolastica che già dal prossimo settembre sarà attuata.
E così  nell'agenda del governo il primo dei decreti attuativi che, dopo l'approvazione della grande riforma Moratti sui cicli scolastici, dovrà dare una fisionomia precisa alle linee guida fissate dal Ministero e dal Parlamento con il disegno di legge presentato dal ministro qualche mese fa.

Una delle novità più importanti riguarda la scuola media e le tanto temute, da parte degli alunni, bocciature: fermo restando che  sarà concessa maggiore autonomia agli istituti, l'allievo che avrà accumulato assenze per quasi due mesi, nello svolgersi dell’intero anno scolastico,  ripeterà l'anno.

Cambia anche il mercato del lavoro che ruota intorno al mondo dell'istruzione: le scuole potranno chiamare a insegnare, con contratti di prestazione d'opera e su eventuale richiesta ed autorizzazione delle famiglie, esperti di canto, musica ed altre discipline che più si confanno alle esigenze dei giovani scolari.

Il nuovo decreto prova anche a mettere ordine nel complesso ed a volte confusionario meccanismo dell'orario d'insegnamento:  in un primo momento in via del tutto sperimentale, si assegnerà un minimo di 875 ore e fino a un massimo di 1700 nella cosiddetta ''scuola d'infanzia'' ex scuola materna. Nelle vecchie elementari, oggi ''primaria'' le ore saranno 891, 27 a settimana più 99 facoltative nelle quali si svolgeranno quelle lezioni opzionali di cui parlavamo prima che possono andare dal canto alla pittura.

Più organica sarà invece la figura del Tutor che avrà il compito di seguire i discenti dalle diciotto alle ventuno ore settimanali e il cui contratto dovrà avere una durata almeno biennale.

E mentre prende il via questa tanto ''attesa'' e discussa riforma c'è chi si è preoccupato di tracciare il punto della situazione per quanto riguarda l'esercito, sempre più in aumento, degli insegnanti nel Sud d'Italia: quelli in cerca di un posto fisso, rispetto agli anni scorsi, sono aumentati di 153 mila unità. Nella sola Sicilia si è registrato un aumento di 30 mila unità.

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12 maggio 2003
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