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La salvezza nelle informazioni sul virus H5N1, ma la Cina vieta ai gionalisti di indagare

Report senza Frontiere si rivolge all’Oms: l’informazione è importante quanto la ricerca

10 febbraio 2004
Secondo uno studio apparso sul numero di questa settimana di Science, l’influenza dei polli ha fatto la sua devastante comparsa pure nel passato, esattamente nel 1918.
La "spagnola", pandemia che 86 anni fa uccise circa 20 milioni di persone, sarebbe stata una mutazione dell'"influenza aviaria" che consentì al virus di passare dai polli agli uomini. E sempre secondo lo studio, condotto da due gruppi di ricercatori inglesi e statunitensi, la trasmissione può avvenire in molti modi.
Prendendo in esame alcune delle vittime dell'epidemia, dissepolte dai ghiacci dell'Alaska dove si erano conservate bene, e  analizzando campioni del virus conservati in provetta, gli studiosi sostengono che il virus aviario era cambiato solo leggermente prima di attaccare l'uomo. In particolare, è stata analizzata una parte del virus, l'emoagglutinina, la proteina responsabile del contagio: gli scienziati ritengono che piccole variazioni dell'emoagglutinina possano permettere al virus di contagiare le specie differenti.
Ottant'anni fa il virus fu chiamato H1, e nonostante la sua struttura sia diversa dall'H5N1 sono molti i punti di contatto fra i due ceppi. La principale differenza, per fortuna, è l'attuale struttura dell'emoagglutinina, non ancora evoluta a tal punto da potere attaccare autonomamente un'altra specie. Ma adesso - ammonisce Science - bisogna analizzare tutti i ceppi influenzali diffusi fra gli uccelli, anche tenendo conto delle nuove infezioni che sono state trovate nel Delaware.

I timori sono tanti, e l’ammissione di debolezza di fronte all'epidemia, fatta qualche settimana fa dal ministro della sanità cinese, spaventa ulteriormente. L’unica via possibile è dunque la conoscenza del fenomeno sotto tutti i suoi aspetti, quelli scientifici, che permettono un percorso di ricerca atto a sconfigere il virus  H5N1, e quello dell'informazione capillare ed esauriente che educhi e prepari alla prevenzione.
Reporter senza Frontiere ha denunciato l’impossibilità di questo importantissimo aspetto. Il ministro cinese degli Affari esteri e il responsabile delle province di Hunan, Hubei e Guangxi (a sud del paese, i focolai dell’influenza dei polli), hanno infatti vietato, alla maggioranza dei corrispondenti esteri con base a Pechino, di recarsi nelle regioni colpite dall'influenza dei polli.
Dopo aver impedito ai giornalisti esteri di coprire liberamente l'epidemia di Aids nella provincia di Henan e quella di Sars, le autorità cinesi hanno dato nuovamente prova di manifesta mancanza di trasparenza nella gestione di un problema sanitario.

Reporter senza Frontiere si è quindi rivolta "all'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di intervenire presso le autorità cinesi affinché lascino i giornalisti stranieri indagare liberamente nelle province colpite dall'influenza dei polli. Fin dalla manifestazione dei primi casi di influenza aviaria, (fine gennaio 2004) nelle province di Hunan, Hubei e Guangxi, le autorità cinesi hanno rifiutato di accordare alla maggioranza dei corrispondenti esteri basati a Pechino (le televisioni europee ARD, France 2 et BCC), le necessarie autorizzazioni per gli spostamenti nel paese. Le autorità hanno spiegato ai giornalisti che "tra qualche giorno" sarebbe stata organizzata una conferenza stampa.
Per contro, alcune decine di giornalisti della stampa ufficiale cinese sono stati invitati a recarsi nelle regioni toccate dal virus dei polli per constatare che "le autorità e i contadini hanno provveduto all'eliminazione, alla disinfestazione e alla pulizia degli allevamenti di polli". Il dipartimento della propaganda ha chiesto ai responsabili dei principali media cinesi di annunciare che l'epidemia è ormai sotto controllo".

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10 febbraio 2004
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