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La Sicilia fanalino di coda nella classifica nazionale sulla donazione degli organi

La Regione Sicilia è corsa ai ripari facendo tesoro delle esperienze delle regioni capolista

07 novembre 2003
La tanto decantata generosità siciliana, questa volta, ha fatto cilecca! Ebbene sì, anche quest'anno l'isola ha fatto un altro passo indietro nella donazione degli organi. Un grosso balzo indietro che l'ha portata a vestire la maglia nera tra le regioni italiane, collocandola come fanalino di coda nella classifica nazionale. La discesa è stata costante negli ultimi tre anni. Dalle 9 donazioni per milione di abitanti del 2001, si è scesi a 7,6 del 2002, fino alle 6,4 di quest'anno (con uno scarto di ben 29,8 donazioni rispetto alla capolista Emilia Romagna), che le hanno conferito la maglia nera tra le regioni italiane. La Presidenza della Regione Siciliana è corsa ai ripari  organizzando, qualche settimana fa, a Palermo il convegno "Donazione degli organi, realtà regionali a confronto", per fare il punto della situazione mettendo a confronto le proprie esperienze con quelle delle altre regioni, soprattutto con quelle che registrano un alto numero di donatori come l'Emilia Romagna, il Veneto, il Piemonte e la Toscana.

Presenti anche i responsabili dei centri regionali di riferimento per i trapianti di Lazio e Campania.
L'Emilia Romagna, ad esempio, nel 1993 contava 10.4 donatori per milione di abitanti. Negli anni, il numero è andato sempre crescendo, fino ai 36,2 attuali. Ci si chiede con un pizzico d'invidia qual'è il segreto di questo successo? Prima di tutto un'ottima legge regionale con fondi dedicati, una buona organizzazione sul territorio, una fitta campagna d' informazione, una rete telematica che collega i centri trapianto della regione. Il successo di queste regioni, quindi, è legato sempre all'uso di mezzi simili: coordinatori in ogni ospedale, incentivi finanziari, buona rete di centri di rianimazioni, numero sufficienti di posti letto e soprattutto delle buone campagne informative.

In Sicilia, purtroppo, i posti letto in rianimazione sono circa  180, contro un fabbisogno di 300-400 e ovviamente si lavora in condizioni precarie. Ad esempio il Coordinamento regionale, all'interno dell'Azienda universitaria Policlinico di Palermo, ha enormi problemi organizzativi, economici, di personale. Il professore Adelfio Elio Cardiale, preside della facoltà di medicina, per trovare una soluzione ha avanzato una proposta: "Scorporiamo il Coordinamento regionale trapianti dal Policlinico per dargli più fluidità e autonomia gestionale". Mentre il dottore Alessandro Nanne Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, ha sottolineato il ruolo encomiabile svolto in Sicilia dal professore Alfredo Salerno, direttore dei Centro regionale trapianti, e dal dottore Vito Sparacino ma ha anche sottolineato come le istituzioni debbano fare sentire la loro presenza. "L'Italia - ha detto - è piena di esempi in cui l'assenza di indicazioni chiare da parte delle Regioni causa danni al sistema".

L'assessore regionale alla Sanità professore Ettore Cittadini, si è difeso osservando che da parte della Regione Siciliana non c'è mai stata disattenzione verso il delicato problema dei trapianti. Esistono, infatti, delle carenze ma sarà firmato un decreto per incentivi finanziari al settore, che in tre anni porterà i posti letto della rianimazione a 400, mentre si pensa ad una possibile neurochirurgia al centro della Sicilia, tra Agrigento ed Enna.

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07 novembre 2003
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