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La stilista di origine catanese, Marella Ferrera, veste l'antico Moscato di Siracusa

Solacium, un vino che risale al VII secolo a. C. quando Pollio, re di Biblina portò la vite a Siracusa

06 febbraio 2004
In Siclia cultura, enologia e moda si fondono per dare vita al "Solacium". L'azienda vinicola Nino Pupillo ha riscoperto infatti, il Moscato di Siracusa, vino dolce risalente alla colonizzazione greca dell'Isola, scomparso ormai da troppo tempo dalle nostre tavole. Il "Moscato di Siracusa", deve essere considerato il vino più antico d'Italia essendo identificabile con il vino "Pollio" o "Biblino" così chiamato dal nome del re di Biblina, Pollio, che governò Siracusa nel VII sec. a.C.
"Solacium" è il nome con cui verrà commercializzato il vino per il quale la famosa stilista di origine catanese Marella Ferrera ha creato un etichetta molto particolare con la quale ha "vestito" la bottiglia, un corsetto ricamato che raffigura una donna sciolta nel vino.

''La moda - ha detto Marella Ferrera - viene messa a servizio di ciò di cui l'Isola maggiormente necessita, per dare forza ad un mercato, come quello dell'agricoltura, che in Sicilia ha bisogno di energia''. L'idea è venuta alla stilista dopo aver assistito alla vendemmia nel Solacium della Targia, alle porte di Siracusa. Nella dimora fatta costruire da Federico II ancora resistono il borgo medievale ed il castello, zona dove veniva un tempo prodotto il moscato di Siracusa. “Il fascino e i profumi di questa terra non potevano non accendere la mia fantasia”, ha ammesso la stilista conquistata anche dal ''Cyane'', un moscato naturale che Pupillo vinifica secco.

''Con Marella tutto è stato spontaneo perchè parliamo la stessa lingua, che non è altro che l'esaltazione della sicilianità. – afferma soddisfatto il produttore - Lei è un'artista molto attenta a valorizzare la nostra isola, e il vino è parte integrante di questo patrimonio''. Dal 1997 Pupillo è impegnato nel recupero del moscato di Siracusa, vino Doc dal 1973 che non veniva prodotto ormai da anni e rischiava l'estinzione. Il primo anno sono state prodotte solo mille bottiglie in maniera tale da non far perdere la denominazione che stava per essere eliminata a causa della mancata produzione per diversi anni. Passo dopo passo però, sono stati recuperati i vecchi vigneti abbandonati, sino a riuscire a produrre lo stesso vino dolce che produceva Pollio.
L'azienda agricola Pupillo punta su una produzione di nicchia: appena 25 mila bottiglie di ''Cyane'' e 15 mila di ''Solacium''. Di queste ultime cinque mila finiscono in Giappone, altre tre mila a New York.

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06 febbraio 2004
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