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Lampedusa allo stremo

Situazione sempre peggiore nelle coste di una Sicilia che non riesce ad accogliere l'eccessiva massa di immigrati

14 settembre 2004

A Lampedusa gli sbarchi di clandestini sono quotidiani. Sempre più rari sono quei giorni nei quali non avviene nessun avvistamento. Dall'inizio dell'estate i diseredati dal sud del mondo arrivano in massa. A centinaia. Nello scorso fine settimana sono stati addirittura un migliaio ad approdare nelle coste siciliane. Un tale flusso non si vedeva da anni.

Due barconi approdati a Lampedusa, uno a Marzamemi, nel siracusano, tutti carichi di uomini, donne (trenta, di cui cinque incinte) e bambini, un altro intercettato dalle motovedette tunisine nel canale di Sicilia con quattrocento immigrati rispedito indietro: complice il sole ed il mare calmo, le coste siciliane hanno ospitato un vero e proprio assalto che ha sballato le statistiche, mandato in tilt la macchina anti immigrazione e scatenato polemiche dentro la maggioranza e persino un caso diplomatico con la Libia.

A Lampedusa il centro di accoglienza non ce la fa più: tre giorni fa c'erano circa 900 clandestini. Ricordiamo che il centro potrebbe ospitarne solo 190.
In attesa di una collaborazione che non arriva, le gravose responsabilità restano in mano di questori e prefetti. A quello di Siracusa, Vincenzo Mauro, non è rimasto che rimettere in libertà gli immigrati che non potevano essere ospitati nei Cpt, così come prevede la Bossi-Fini. I cento extracomunitari erano giunti ad Augusta da Lampedusa con la nave della marina militare "Spica". Il grosso gruppo era formato da persone che sostenevano di provenire da Pakistan, Palestina e Iraq. Nella confusione generale il ministro dell'Interno Pisanu trova parole di elogio per la Tunisia, che, a differenza della Libia, è riuscita a bloccare due barconi in navigazione. "La collaborazione del Governo tunisino - ha detto Pisanu - si è finora dimostrata esemplare". Le motovedette tunisine ne hanno fermato una a 110 miglia da Lampedusa segnalata da un aereo Atlantic della Marina militare italiana e un'altra con cinque immigrati a bordo.

Nel week-end scorso il Canale di Sicilia si è trasformato in un enorme Risiko dove aerei e motovedette hanno fatto a gara per intercettare le barche degli immigrati. Il primo è approdato sabato notte a Lampedusa, a bordo 478 clandestini, uomini, donne e bambini. Altri 169 clandestini sono stati intercettati su un barcone a mezzo miglio dall'isola da due motovedette della guardia costiera: l'imbarcazione in legno con cui gli immigrati hanno attraversato il Canale di Sicilia è affondata. Un altro peschereccio circa 400 immigrati stava per giungere sulle coste siciliane ed è stato fermato a 60 miglia a sud di Lampedusa: l'allarme lanciato dai tunisini è stato raccolto dalla piattaforma petrolifera Isis che si trova a circa 70 miglia dall'isola. Un barcone con cento immigrati, infine, è approdato sulle coste siciliane del siracusano.

E mentre si tenta di capire quale soluzione adottare, tra ponti aerei e polemiche politiche, la confusione generale genera mostruose minacce, come il tentativo di rivolta avvenuta la scorsa notte nel centro di permanenza temporanea "Serraino-Vulpitta" di Trapani.
Secondo la ricostruzione della polizia, verso le 3.30 del mattino in una camerata del centro, che ospita circa 50 extracomunitari giunti in Italia clandestinamente in attesa del riconoscimento e del rimpatrio, una decina di immigrati ha dato fuoco ad alcuni materassi che, essendo ignifughi, hanno sprigionato solo fumo. Polizia e carabinieri di guardia sono subito intervenuti facendo scendere gli extracomunitari al piano inferiore.
Nei momenti di trambusto, circa 25 uomini hanno tentato la fuga calandosi al pianterreno da un balcone. Otto immigrati che hanno resistito all'arresto e che hanno partecipato al tentativo di rivolta sono stati arrestati con l'accusa di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. Altre sei persone, cinque tunisini e un palestinese, sono state poste in stato di fermo dalla Digos di Trapani, per incendio e danneggiamento.

La situazione attuale, vero e proprio dramma epocale, ha creato l'ennesimo scontro nella maggioranza di Governo, che non sa più letteralmente come arginare la sciagura.

E' scontro tra Lega e ministero dell'Interno Pisanu sulla questione immigrati.
Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha cominciato la polemica rilasciando la seguente dichiarazione: "Non sono mai arrivati così tanti stranieri come quest'anno. Non siamo assolutamente soddisfatti dei controlli che il governo sta attuando alle frontiere e sulle coste". E poi: "Perché i clandestini vengono tutti qua? Ce lo devono dire. La Lega è stufa di questa situazione".
Gelido il commento di Pisanu: "Non ho tempo da perdere. Castelli in questo modo può forse ottenere titoli sui giornali, ma non la mia attenzione". "Castelli cerca di polemizzare con me sulla base di dati che sembrano il frutto delle sue perspicaci indagini personali", conclude. Poi il Viminale snocciola le cifre: dal primo gennaio 2004 a ieri sulle coste italiane sono sbarcati 9.464 clandestini, contro i 9.853 dello stesso periodo del 2003 (-3,9%).
Ma lo scontro frontale non finisce qui: il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, rincarare la dose dichiarando: "Quando arrivano le barche bisogna porre i guardacoste al limite delle acque territoriali e non si fanno passare i clandestini in modo che tornino da dove sono venuti. Gli si fa il pieno e li si fa girare". Intanto, dice, quelle che arrivano "non sono carrette del mare", ma imbarcazioni organizzate che portano i clandestini in Italia. "Esigo - ha continuato Calderoli - che la legge venga rispettata, o vengono delle proposte sulla situazione o il prossimo Consiglio dei ministri, a costo di convocarlo io, dovrà trattare esclusivamente questa materia".

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14 settembre 2004
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