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Le ''Bevande Fantasia'', un grande bluff per i produttori e i consumatori

Il Ministro delle Attività produttive Antonio Marzano chiarisce: ''Si è trattato di un equivoco''

26 gennaio 2004
"Al gusto di arancia" o "al sapore di mela", d'ora in poi meglio tenere gli occhi ben aperti. Il rischio potrebbe essere quello di acquistare una bevanda alla frutta, magari attratti dall'immagine colorata sulla confezione, per poi ritrovarsi a bere acqua zucchero, aromi e coloranti.
Continueranno ad essere commercializzate infatti, le cosidette "bevande fantasia al gusto di frutta" nelle quali però, della frutta non c'è neanche l'ombra. Eppure sulle confezioni si legge chiaramente "al gusto di...",  "al sapore di..." e c'è anche qualche invitante immagine.

Un grande bluff insomma, sostenuto dall'errata interpretazione della circolare n. 168/2003 emanata dal Ministero delle Attività Produttive e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale che ha dato il via libera alle bevande fantasia.
La Circolare infatti, consentirebbe la vendita di bibite con contenuti marginali o addirittura completamente senza succo di frutta, sostituito da aromatizzanti, coloranti, acqua e zucchero. Permetterebbe inoltre, di riportare sulle confezioni immagini invitanti o indicazioni che fanno riferimento a frutta non presente, ma di cui la bibita ha il sapore.
Secondo la Circolare Ministeriale infatti, non è più in vigore l'articolo 29 del D.P.R. n.719/1958, che vietava, per le bevande analcoliche con denominazioni di fantasia, l'utilizzo di immagini richiamanti frutta non presente o presente in percentuali insignificanti.

Prima ad insorgere è la Coldiretti secondo la quale ''Il via libera alle bevande 'al gusto' o 'al sapore' di arancia senza arance calpesta il sacrosanto diritto dei consumatori a un' informazione corretta e trasparente sugli alimenti acquistati, permette l'utilizzo di figure e fotografie come 'specchietto per le allodole', ingannevole sui contenuti del prodotto e spinge verso un' ulteriore preoccupante riduzione del consumo nazionale di frutta''.  Un ulteriore rischio consisterebbe nel riuscire ad aggirare l'attuale normativa per le bevande analcoliche a base di frutta che ne prevede la presenza per il 12%.  Per evitarte il peggio l'organizzazione ha raccolto un milione di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare, già all'esame della Commissione Agricoltura del Senato, perché venga indicato obbligatoriamente nell'etichettatura l'origine di tutti i prodotti alimentari.

Protestano anche gli agrumicoltori siciliani contro la possibilità che arance, limoni e mandarini dell'isola possano essere sostituiti con aromi sintetici. Secondo la Cia siciliana (Confederazione italiana agricoltori) infatti, ''si tratta di un inganno per chi produce e per chi consuma: da una parte si elimina un possibile sbocco per le produzioni di agrumi, dall'altra si induce in errore chi acquista''. ''Sostituire gli agrumi con aromi e fotografie ingannevoli nelle bevande rappresenta un attacco gravissimo all'economia agricola siciliana - commenta Giuseppe Guastella , presidente della Coldiretti siciliana - e penalizza gli imprenditori che sul comparto e in generale sulla frutticoltura investono ingenti risorse per garantire la qualità".  Un deciso no alla Circolare viene pure dal deputato di An, Fabio Fatuzzo, che in un interrogazione rivolta al Ministro alle Attività Produttive Antonio Marzano, ha chiesto un intervento urgente ''al fine di tutelare il diritto dei consumatori ad individuare con chiarezza le bevande contenenti realmente succhi estratti dalla frutta, dopo l'emanazione della circolare sulle bevande al gusto di frutta''.
Fatuzzo inoltre ha domandato al ministro ''se non ritiene necessario intervenire urgentemente con provvedimenti diretti a sostenere l'agricoltura di qualità che oltre a rappresentare un settore trainante dell'economia del Mezzogiorno, caratterizza la cultura e le tradizioni del nostro paese".

Per rispondere al coro di proteste il Ministro  Marzano è corso subito ai ripari e in un incontro con il presidente della Coldiretti, Paolo Bedoni ha dichiarato che si sarebbe trattato di un "grosso equivoco" sul significato effettivo della circolare sulle bevande fantasia. "Restano validi - ha commentato Marzano - tutti i divieti relativi all'etichettatura che impediscono di indicare sia ingredienti non presenti sia raffigurazioni di frutti o piante non contenute realmente nelle confezioni". Il Ministro si è impegnato a rendere più chiara la circolare convenendo con Bedoni di chiedere al più presto agli uffici tecnici l'avvio di un tavolo di lavoro sul tema dell'etichettatura degli alimenti con tutte le associazioni interessate.
Durante l'incontro sono stati fissati inoltre, gli obiettivi principali da raggiungere per favorire la crescita del Made in Italy. Si tratta dell'informazione trasparente ai consumatori, dell'etichettatura chiara degli alimenti e della valorizzazione delle produzioni agricole nazionali.

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26 gennaio 2004
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