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Le Siciliane di A: i rosanero battuti in casa dal Livorno. Il Messina battuto dalla Lazio

Anticipi da dimenticare per le squadre siciliane

28 ottobre 2004

PALERMO - LIVORNO 1-2
Palermo (4-4-1-1): Guardalben 5, Zaccardo 5 (31' st Gasbarroni sv), Biava 6, Barzagli 6, Grosso 6.5, M. Gonzalez 5 (1' st Pereira da Silva Adriano 5.5), Barone 6, Corini 6, Mutarelli 6.5, Brienza 6 (21' st Farias 5.5), Toni 5.5. (1 Santoni, 4 Morrone, 6 Terlizzi, 20 Raimondi). All.: Guidolin 5.
Livorno (3-5-2): Amelia 6, Melara 6 (33' st Grandoni sv), Vargas 6.5, Galante 6.5, Balleri 6, Vidigal 6.5, Passoni 6.5, Grauso 5.5 (39' st Pfertzel sv), Doga 5.5 (6' st Giallombardo sv), Danilevicius 5.5, C. Lucarelli 6.5. (22 Mareggini, 20 Vigiani, 21 Cordova, 23 Colombo). All.: Colomba 6.5.
Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno 5.5.
Reti: nel pt 5' Mutarelli, 37' Vidigal; nel st 16' C. Lucarelli.
Note: angoli: 9-3. Recupero: 1' e 6'. Ammoniti: Balleri, Barzagli e Adriano per gioco falloso; Mutarelli per simulazione. Spettatori: paganti 32.853, presenti 35 mila circa.
______________________________

Per la nona volta nella sua carriera Cristiano Lucarelli dà un dispiacere al Palermo. E' l'attaccante livornese, vera e propria bestia nera dei siciliani, a causare la loro prima sconfitta casalinga della stagione. Il Palermo ha pagato a caro prezzo la sua presunzione, ma è apparso anche stanco, in difficoltà a fare la partita e forse anche condizionato dal gol di vantaggio realizzato dopo soli 5'.

Un Livorno imbottito di centrocampisti, cinico e giudizioso, ha capitalizzato le scarse occasioni a sua disposizione e alla fine è stato premiato oltre i suoi reali meriti dal risultato finale. I toscani hanno fatto poco per vincere, ma sono stati molto abili a limitare i danni contro una squadra come il Palermo, indubbiamente molto più efficace contro le grandi. Scorrendo la formazione dei toscani si capisce subito che ci sarà da soffrire per i padroni di casa: Franco Colomba, infatti, imbottisce di centrocampisti e affini la sua squadra, con l'obiettivo di arginare l'impeto offensivo del Palermo che ha la pazienza dei grandi ed è anche fortunato perchè passa dopo 5', grazie a Massimo Mutarelli, che raccoglie una corta respinta del portiere su tiro di Toni, liberato da una triangolazione con Brienza, e firma l'1-0.
Il Livorno non si disunisce, continua a giocare con ordine, cerca di conservare il possesso di palla e di sprecare il meno possibile. Ma soprattutto ha grande voglia di riscatto. I risultati arrivano presto per i toscani che potrebbero pareggiare già al 21', dopo che Balleri libera al tiro Vidigal (pronto l'intervento di Guardalben). Il Palermo, dal canto suo, cerca di chiudere i conti, ma la mira di Toni è poco invidiabile: il superbomber dell'ultima B con 30 reti, che non segna dal 19 settembre scorso contro l'Inter, potrebbe sbloccarsi al 26', ma sul cross dalla sinistra di Grosso manca clamorosamente la stoccata vincente di sinistro, poi la difesa ospite libera.

Alla mezz'ora Cristiano Lucarelli, che con il Palermo ha un conto aperto, cerca fortuna, ma Guardalben si oppone ancora una volta. Il gol sembra maturo e si concretizza al 37', allorchè il portoghese Vidigal (già a segno contro il Palermo con la maglia del Napoli), sugli sviluppi di un'insistita azione di Galante, vince un rimpallo con Grosso e batte da pochi metri Guardalben. Per il portiere del Palermo è il primo gol subito in campionato nei primi tempi giocati finora in campionato.
Nella ripresa Guidolin rinuncia a Mariano Gonzalez e getta nella mischia il brasiliano Adriano che non ha il fisico dell'attaccante dell'Inter, ma riesce a garantire un pizzico di dinamismo in più sulla fascia destra. Toni dopo 5' si fa già vivo dalle parti di Amelia, ma non inquadra la porta. Il Palermo la mette sulla velocità e si affida ai calci piazzati: su angolo di Corini (7') Mutarelli colpisce di testa con le spalle alla porta, ma Amelia è reattivo e allontana. Colomba getta nella mischia Giallombardo e toglie dal campo uno spento Doga, ma è il Palermo a mantenere il comando delle operazioni con Barone e Corini che salgono di tono, assieme all'entusiasmo del pubblico.

Dalle parti di Melara, Vargas e Galante non si passa e allora meglio cercare il gioco sulle fasce, con Grosso in buona serata e Adriano. Piovono cross quasi senza soluzione di continuità nell'area del Livorno, ma Toni non riesce a indossare i panni del finalizzatore. Nell'unico capovolgimento di fronte, al 16', il Livorno passa in vantaggio su calcio di punizione, concesso da Morganti per un fallo di mani di Mutarelli: dai 25 metri Cristiano Lucarelli si conferma bestia nera del Palermo, indovina l'angolo alla destra di Guardalben e insacca. Il 2-1 gela lo stadio, ma non spegne l'ardore del Palermo che si rituffa con rabbia e determinazione nell'area dei toscani. Di rischi, però, Amelia ne corre pochi. L'unico a 2' dalla fine, su colpo di testa di Mutarelli alto. Finisce con i toscani in trionfo.

LAZIO - MESSINA 2-0
Lazio (4-2-3-1): Sereni 6, Oddo 6.5, Talamonti 6, Couto 6, Siviglia 6 (15' st Oscar Lopez 6), Giannichedda 6, Dabo 5.5, Manfredini 7, Pandev 6.5 (41' st Di Canio sv), Rocchi 6, Muzzi 6 (6' st De Sousa 6.5). (15 Casazza, 7 A.Filippini, 25 Seric, 27 Gonzalez). All.: Caso 6.
Messina (4-4-2): Storari 6, Zanchi 5.5, Rezaei 5.5, Aronica 6, Parisi 5, Sullo 5.5, Coppola 5.5 (24' st Donati sv), Gonias 6 (1' st Di Napoli 6), Cucciari 5 (19' st Amoruso 5.5), Iliev 6, Zampagna 5.5. (21 Eleftheropoulos, 54 Eramo, 55 Oliva, 58 D'Alterio). All.: Mutti 5.
Arbitro: Cassarà di Palermo 6.
Reti: nel pt 36' Manfredini; nel st' 20' De Sousa.
Note: angoli: 8 a 5 per la Lazio. Recupero: 0' e 4'. Ammoniti: Giannichedda, Talamonti, Zampagna, Zanchi e De Sousa per gioco scorretto. Spettatori: 30.000.
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Arrivano da lontano le due reti che permettono alla Lazio di battere il Messina. Per un verso o per l'altro, addirittura dall'Africa. La prima la realizza Christian Manfredini, ivoriano di nascita ma italiano d'adozione; la seconda Claudio De Sousa, 19 anni, mamma marchigiana e papà angolano, ma nato a Roma (e prodotto del vivaio biancoceleste).
Sono loro che permettono alla Lazio di 'espugnare' l'Olimpico ed ottenere il primo successo casalingo in campionato. Al contrario i siciliani incassano la terza sconfitta consecutiva. Sembra essersi del tutto smarrita la squadra che era stata capace di superare il Milan al Meazza. Quella contro il Messina è stata una vittoria che la Lazio ha voluto fortissimamente e ha trovato a dispetto della confusione che per lunghi tratti ne ha caratterizzato la manovra.

Il presidente Claudio Lotito voleva 11 gladiatori e li ha trovati, magari un po' arruffoni, ma ferocemente generosi, compreso l'argentino Talamonti, all'esordio assoluto. E' proprio Manfredini il giocatore più pericoloso della Lazio nei primi 45 minuti. E' lui a colpire il palo dopo appena 45 secondi, inzuccando la palla proveniente da calcio d'angolo. E' ancora lui a sbloccare il risultato (con la sua terza rete in serie A) raccogliendo una respinta di testa di Rezaei e calciando forte e preciso alle spalle di Storari che, coperto, parte un po' in ritardo.

Tra i due episodi gli uomini di Caso esercitano una pressione costante, rimanendo però quasi sempre piuttosto lontani dalla porta avversaria. Non manca l'impegno, ma la necessità di cercare il successo a tutti i costi, insieme all'atteggiamento assai prudente del Messina (Zampagna praticamente abbandonato a se stesso), finiscono per far sì che le poche occasioni della Lazio nascano tutte dai corner. Sul primo Manfredini è sfortunato, mentre al 18' è un difensore ad alzare sulla traversa un altro suo tentativo. Anche Rocchi e Muzzi si danno molto da fare, ma la frenesia (unita alle marcature asfissianti di Rezaei e Aronica) li priva di precisione, mentre alle loro spalle l'assenza di Liverani priva la squadra di geometria.

Il Messina, d'altra parte, si cura più che altro di non prenderle ed il solo Iliev cerca qualche discesa per fare da spalla a Zampagna. Mutti cerca di dare più peso all'attacco e all'inizio del secondo tempo inserisce Di Napoli e poco dopo anche Amoruso. Il Messina comincia con una punizione di Parisi, ma Sereni è attento. Ancora da una punizione il pericolo più grosso per la Lazio, al 12'. Tira Di Napoli, Sereni respinge e Oddo mette in angolo. Al 14' si fa male Siviglia (problema muscolare alla coscia destra), entra Oscar Lopez. Prima De Sousa aveva rilevato Muzzi.
Ed è lui a mettere al sicuro il risultato, sfruttando al meglio un contropiede di Pandev. Palla di piatto destro nell'angolo alla sinistra di Storari, al 20'. La partita praticamente finisce qui, perchè il Messina non ci crede più. L'ultimo ad arrendersi è Iliev: un suo sinistro esce di poco al 36'. Passerella finale anche per Di Canio che entra negli ultimi minuti, ma si segnala solo per un inutile battibecco con Zampagna.

Fonte: La Sicilia

La classifica di serie A
(Juventus e Roma 1 partita in meno)

Juventus 19 
Milan  17 
Lecce  15 
Chievo  13 
Cagliari  13 
Inter  12 
Sampdoria  12 
Lazio  11
MESSINA  11 
PALERMO  10 
Fiorentina  10 
Udinese 
Roma 
Bologna 
Brescia 
Livorno  8
Siena 
Reggina 
Parma 
Atalanta  4 

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28 ottobre 2004
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