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Londra è il paradiso dei medici pubblici! Parola di un medico palermitano

Aromaterapia, massaggi antistress, segretarie particolari e uno stipendio da favola

20 maggio 2004

(Articolo di Angelo Meli per il Giornale di Sicilia)

Provate a immaginare una Asl che ai propri dipendenti offre aromaterapia e massaggi cinesi antistress, fondi e tempo per curare la ricerca scientifica e l’aggiornamento professionale, una casa ben arredata, un ambiente sociale medio alto e uno stipendio da 85 a 105 mila euro l’anno.
Il paradiso dei medici è in Gran Bretagna.
L’estasi di una professione apprezzata e ben pagata la stanno già provando alcuni medici italiani che hanno trovato lavoro da quelle parti. E altri la proveranno a breve termine. Da Pavia a Palermo, il governo di Londra ha avviato uno dei più grandi reclutamenti mai registrati dalla storia. Sinora ne sono stati assunti 25, di cui 5 siciliani, molti altri ne saranno presi entro quest’anno.

"In Gran Bretagna apprezzano la nostra professionalità e la valorizzano - spiega il palermitano Ettore Guaia, dirigente medico in aspettativa della Asl 6 che da due mesi lavora con contratto Fellowship nell’Essex, a Est di Londra - È difficile non accettare le loro vantaggiosissime condizioni".
Guaia è un neuropsichiatra, ha firmato per un anno rinnovabile di un altro, ma non esclude di restare per sempre. "Specialmente da quando c’è il collegamento aereo diretto tra Palermo e Londra - spiega - i disagi della distanza sono spariti". Ogni 15 giorni Guaia torna in Sicilia o i suoi due figli e la moglie lo raggiungono nella bella casa che la sanità britannica gli ha fatto trovare arredata di tutto punto. E non solo non ha dovuto rinunciare alla docenza universitaria che da anni regge nell’ateneo palermitano, ma ha anche avviato un progetto di ricerca con l’ateneo londinese. Facilitato e incentivato dal sistema sanitario nazionale inglese. Oltre a una segretaria personale, un giorno libero alla settimana per studiare e altri benefit.

Perché tutte queste attenzioni per i nostri medici? Semplicemente perché il premier Tony Blair ha deciso di raddoppiare i servizi sul territorio e si è trovato senza professionisti. Contro una media europea di 360 medici per mille abitanti, in Gran Bretagna la media crolla a 170 (l’Italia è in regola) ed è diventato urgentissimo trovare subito medici sul mercato internazionale. Offrendo loro molto più di quanto ricevono in patria.
E in Italia questo non è difficile: nelle guardie mediche dove vivacchia la maggior parte dei giovani laureati non si guadagna più di 10 euro l’ora, pari a 1.600 euro al mese che sfigurano notevolmente di fronte ai 5/6.000 offerti dal servizio sanitario britannico nei primissimi tempi d’ingaggio.
"Ma non è solo questione di soldi - racconta Amelio De Rosa, 39 anni, ex titolare di guardia medica in Abruzzo e ora General practitioner a Wigan, una città vicino Manchester -. È soprattutto il lavoro soddisfacente che ti spinge a restare da queste parti e il calore della gente". De Rosa è volato lì insieme con la moglie Luisa Moscia (medico anche lei) e la piccola Sabrina di 3 anni. "Ogni fine settimana siamo invitati dai vicini o li invitiamo noi. Sembra che stiamo qui da anni e ci viviamo solo da febbraio". Ovviamente, confermeranno il contratto per un altro anno e poi per sempre.
Non si fugge dal paradiso.

Entusiasta, ma veramente entusiasta, anche Riccardo Benci, 42 anni, di cui 4 passati come medico della mutua a Fiumicino. Benci è stato il primo italiano a trasferirsi in Gran Bretagna, dieci mesi fa. Lui è uno "specialista in medicina di famiglia" che vive e lavora a Darlington, a Nord di York. Si considera mezzo inglese, appassionato di rock, da sempre ha vissuto per lunghi periodi tra le nebbie londinesi. "Ho saputo che c’era carenza di 'practitioners' leggendo una rivista specializzata inglese - racconta - e subito mi sono iscritto al General Medical Council (l’analogo dell’Ordine dei medici italiano, ndr) per accelerare i tempi".
È stato tanto bravo da essere assunto e poi promosso formatore degli altri professionisti provenienti dall’Italia.
"Il medico di famiglia è importantissimo nella scala gerarchica inglese ed è molto stimato - spiega - segue tutta la famiglia dalla nascita alla morte. E se manda un paziente dallo specialista, le sue relazioni sono determinanti".
Non come a Fiumicino, dove volevano costringerlo a scrivere ricette su ricette e a inviare i pazienti per analisi in laboratori specialistici di cui non c’era alcun bisogno. Solo per far spendere qualche soldo in più alla Asl.
In Gran Bretagna non si può. Non si usa. E se qualcuno lo fa e viene scoperto, è subito espulso dall’Ordine.
Il paradiso di Benci.

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20 maggio 2004
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