Ma la cannabis è utile per la salute? Continuano gli studi sugli effetti della droga più consumata al mondo

Ritorniamo a parlare dei presunti effetti benefici della cannabis e degli studi medico-scientifici che ne avvalorerebbero l'efficacia.

In Inghilterra uno studio ha rivelato che trattamenti a base di cannabis possono avere effetti benefici a lungo termine per i pazienti affetti da sclerosi multipla.
I risultati dello studio, analizzati nel breve termine di 15 settimane, così come accaduto in occasione dello studio pubblicato l'anno scorso, erano risultati inconcludenti.
Benché i pazienti avessero mostrato una minore rigidezza dei muscoli e una migliore mobilità, i risultati non poterono essere confermati dai fisioterapisti. John Zajicek, del Peninsula Medical School presso le Università di Exeter e di Plymouth, in Inghilterra, ha però tenuto duro ed ha potuto osservare ulteriori benefici per i pazienti che hanno continuato il trattamento con tale forma di terapia alternativa per un anno.

Secondo il dottor Zajicek, nel lungo termine sono emersi segnali di un effetto benefico della cannabis che non era ben chiaro nella fase iniziale.
La cannabis contiene più di 60 principi attivi differenti, detti cannabinoidi. Tra questi il più attivo sembra essere il tetraidrocannabinolo (THC).
Ai 667 pazienti arruolati nello studio originario, che era stato pubblicato sulla rivista medica "The Lancet", erano stati somministrati estratti di cannabis o una versione sintetica del THC o, ancora, un placebo per 15 settimane.
Circa l'80 per cento dei pazienti ha scelto di continuare la terapia oltre l'anno.
Sulla base di questi pazienti, ora è stato possibile osservare dei risultati che, tenuto conto della maggior durata, Zajicek giudica interessanti.

Il proseguimento dello studio sarà ora in grado, secondo il ricercatore, di confermare e, forse, rafforzare il valore scientifico di questi risultati.
La sclerosi multipla, colpisce nel mondo circa un milione di persone. In chi ne è affetto le cellule del sistema immunitario distruggono la guaina mielinica che protegge le cellule dei nervi nel cervello e nel midollo spinale.

Anche se i cannabinoidi sono usati nella medicina per le loro virtù terapeutiche da migliaia di anni, fino agli studi più recenti vi erano scarse prove scientifiche della loro efficacia.
L'anno scorso, l'Olanda è stato il primo paese al mondo a rendere la cannabis disponibile come farmaco prescrivibile per le persone colpite da cancro, HIV e sclerosi multipla. Negli Stati Uniti la cannabis è stata usata per affrontare il problema della perdita di peso che colpisce i pazienti affetti da AIDS e la nausea e il vomito lamentati da chi soffre di cancro.

Sempre in Inghilterra un gruppo di ricercatori ha scoperto invece un legame tra il consumo di cannabis e alcune forme di psicosi come paranoia e allucinazioni.
Secondo questa ricerca, condotta al King's College Hospital di Londra e pubblicata sul "British Journal of Psychiatry", più di una persona su 20 in Gran Bretagna ha sperimentato forme di paranoia, allucinazioni o altri sintomi psicotici.
Il monitoraggio di 8.580 persone ha evidenziato come questi disturbi siano legati a dipendenza da alcol o droghe, ma anche a eventi stressanti accaduti di recente. In particolare però fra le droghe si è rivelata molto forte la relazione fra cannabis e psicosi. "Quello che non sappiamo - hanno concluso i ricercatori - è se sia la cannabis a causare le psicosi o queste ultime a portare verso lo spinello". Servono perciò ulteriori ricerche per fare chiarezza sull'argomento.

Fonti: Italiasalute.it e Dica33.it

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