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Mafia, il più grande pericolo per la democrazia

Le parole del ministro Tremonti e del presidente Fini su quanto la criminalità danneggi il normale sviluppo della nazione

29 settembre 2009

"Nella triade appalti, sanità e fondi Ue è cresciuta in modo esponenziale, verticale inaccettabile la cifra della criminalità". Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo a un convegno organizzato dal Pdl sul Mezzogiorno ha sottolineato che il gap tra Nord e Sud "non è solo una questione di discussione economica è anche di soluzione civile". Secondo Tremonti è quindi "fondamentale un ragionamento politico, una visione giusta è il confine tra lo Stato e il privato. Se vuoi fare una politica giusta per il Mezzogiorno - ha sottolineato - lo Stato deve tornare a fare lo Stato e il privato deve fare il privato". Quindi, "non è più accettabile che lo Stato si travesta da privato in varie iniziative e non è accettabile che il privato cannibalizzi lo Stato e il pubblico a modo suo".
Per il ministro la differenza tra Sud e Nord continua a crescere e uno dei fattori indicativi è l'orario ferroviario. "Dopo vent'anni è cresciuto a favore del Sud" e per percorrere la stessa distanza si impiega il doppio del tempo per scendere nel Sud d'Italia rispetto a quello necessario per andare verso il Nord: "Si è persa una questione nazionale: la questione meridionale. In Italia la somma dei fattori Nord e Sud è troppo differenziata, i numeri del Sud sono troppo bassi e quelli del Nord sono troppo alti".

Tremonti ha lanciato un allarme anche per la corruzione, che "è quasi sicura su una piccola opera", precisando che per corruzione intende anche "un cedimento a umani vizi, debolezze e bisogni. E poi c'è anche la cifra della criminalità". Il ministro ha quindi sottolineato come negli ultimi venti anni ci sia stata una "progressiva caduta del grande verso il piccolo" da parte degli investimenti statali. Dalle grandi opere si è andato verso il piccolo e "il meccanismo si è invertito. I capitali sono stati dispersi verso il basso e non verso una logica di unificazione. Anche questo è uno dei fattori che ha alimentato la meccanica della corruzione". Tremonti ha precisato subito che la corruzione "non è improbabile in una grande opera ma è quasi sicura su una piccola opera".

Il ministro dell'Economia, che ha annunciato la creazione del progetto della Banca del Sud, dal convegno sul Mezzogiorno ha lanciato una serie di proposte: una fiscalità di vantaggio per chi decide di destinare le proprie risorse, depositate in banca, in favore di progetti da realizzare nel Sud del Paese; un ddl, o una proposta di legge, che porti avanti l'idea di una zona "a burocrazia zero" nel Mezzogiorno; concentrare tutti i fondi europei che passano per le regioni del Mezzogiorno al Cnr.

Anche il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ieri ha parlato del problema criminalità nel Sud che, ovviamente non solo un problema del Sud.
La mafia, diventata fenomeno "trans-nazionale, tentacolare, che assume la forma di un prisma dalle mille facce, molte delle quali come primo acchitto possano apparire facce pulite, può diventare un pericolo per la democrazia e per la stessa convivenza civile del paese". E' questa  l'opinione espressa da Gianfranco Fini nel corso della presentazione del libro di Antonio Laudati ed Elio Veltri, dal titolo "Mafia pulita".
Il presidente della Camera ha evidenziato la necessità di "accendere quanti più riflettori possibili sulle azioni di mimetismo della mafia", che spesso assume le sembianze di una "mafia pulita, onesta, legale". Per questo motivo Fini ha invitato a una "doverosa mobilitazione dal basso delle coscienze", a partire dalla scuola, dalla comunicazione e la cultura. Poi ha rivolto un appello a "mobilitare le coscienze civili anche attraverso messaggi apparentemente subliminali da parte degli opinion leader. Ognuno è chiamato a mettere un tassello sapendo che non è un'impresa facile".
Nella lotta alla mafia "è evidente che la politica deve essere un passo avanti, non indietro. Vorrei che tutti ne fossero convinti. Nel passato ci sono mille testimonianze che dimostrano che non solo pecunia ma anche il voto 'non olet'", ha sottolineato Fini, ricordando che un milione e 800 mila persone sono coinvolte in maniera diretta e indiretta nell'economia mafiosa. Il presidente della Camera si è detto "convinto che si sono fatti passi avanti", ma ha posto l'accento sul dovere di trasparenza, indispensabile per fa si che anche la politica sia uno degli anelli della mobilitazione complessiva contro la mafia.
Fini ha cocluso dicendo: "sarebbe un giorno positivo quello in cui a fronte di provvedimenti dell'esecutivo molto netti nella lotta alla mafia, si dismettesse la quotidiana querelle politica per dire: questo provvedimento va nel senso dell'interesse nazionale e deve essere condiviso".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

 

 

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29 settembre 2009
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