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Mare dentro

Il nuovo film del giovane e talentuoso Alejandro Amenábar, presentato in concorso alla 61ma Mostra del Cinema di Venezia

06 settembre 2004






Noi vi segnaliamo...
MARE DENTRO
di Alejandro Amenábar

Dopo il successo di The Others, torna il cinema di Amenabar. E dal thriller sofisticato e citazionista, il regista spagnolo passa a uno dei temi forti dell'etica contemporanea: l'eutanasia.
Mare Dentro è la storia vera di Ramón Sampedro (interpretato dal bravo attore spagnolo Javier Bardem), un tetraplegico che per 30 anni ha lottato inutilmente nei tribunali spagnoli per ottenere il diritto a una morte dignitosa. Due donne, Julia e Rosa, si impegnano su due fronti opposti nella causa di Ramón, ma si trovano a fare i conti con i principi che hanno regolato fino a quel momento le loro vite.
A 25 anni il vero Ràmon, in seguito a un tuffo sbagliato, resta completamente paralizzato dal collo in giù. Non volendo più vivere e non potendo uccidersi perché costretto immobile in un letto, inizia una pratica legale per ottenere l'autorizzazione al suicidio assistito. Diventa un caso nazionale, lo appoggia la DMD, una associazione che difende il diritto a morire dignitosamente, si occupano di lui le televisioni, le signore si inteneriscono, i tribunali respingono sempre le sue richieste.
Il 12 gennaio 1998, a 55 anni, dopo aver vissuto da tetraplegico per 30 anni, riesce a organizzare la sua morte attraverso una serie di persone che non si conoscono tra loro, in modo che nessuno venga incriminato: furono un migliaio le persone che si autodenunciarono per quel caso di eutanasia privata, una sola, la donna nella cui casa morì, fu processata ma non condannata.
Presentato in concorso alla 61ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia

Distribuzione Lucky red
Durata 125'
Regia Alejandro Amenábar
Con Javier Bardem, Belén Rueda, Lola Dueñas, Mabel Rivera
Genere Drammatico

Mare dentro, in alto mare - dentro, senza peso
nel fondo, dove si avvera il sogno: due volontà
che fanno vero un desiderio nell'incontro.

Un bacio accende la vita con il fragore luminoso di una
saetta, il mio corpo cambiato non è
più il mio corpo, è come penetrare al centro
dell'universo:

L'abbraccio più infantile, e il più puro dei
baci fino a vederci trasformati in
un unico desiderio

Il tuo sguardo il mio sguardo, come un eco
che va ripetendo, senza parole: più dentro,
più dentro, fino al di là del tutto, attraverso
il sangue e il midollo.

Però sempre mi sveglio, mentre sempre io voglio
essere morto, perché io con la mia bocca
resti sempre dentro la rete dei tuoi capelli.

Ramón Sampedro

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06 settembre 2004
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