Maxi sequestro a un imprenditore ''vicino'' ai boss Lo Piccolo
Requisiti beni per circa 12 mln di euro a Francesco Francofonti, 'grimaldello' per penetrare il sistema degli appalti pubblici
Beni per un valore di circa 12 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Polizia di Palermo a Francesco Francofonti, imprenditore edile ritenuto vicino ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo.
Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo su proposta del questore del capoluogo siciliano, Alessandro Marangoni.
Durante le indagini sono state individuate e poste sotto sequestro società operanti nel settore edile, movimentazione terra, commercializzazione di materiale, recupero e smaltimento rifiuti edili, nonché numerosi beni immobili e mobili registrati, conti correnti, depositi bancari e polizze assicurative tutti riconducibili direttamente o in via mediata all'imprenditore.
Francofonti era sottoposto a fermo di pg lo scorso 5 maggio nell'ambito dell'operazione "Cerbero", che ha portato all'arresto di numerosi affiliati alle cosche mafiose di Brancaccio e Porta Nuova (LEGGI).
Per gli investigatori, Francofonti avrebbe intrattenuto molteplici contatti diretti con altri esponenti della famiglia mafiosa di Brancaccio, tra i quali Fedele Battaglia, ex reggente del mandamento di Brancaccio, e Santino Puleo. Inoltre, nelle intercettazioni ambientali relative al procedimento penale "Gotha" (LEGGI), la Polizia ha trovato una serie di colloqui tra i boss Francesco Bonura e Antonino Rotolo, nel corso dei quali è emerso che Francofonti poteva contare sull'appoggio anche dei Lo Piccolo. Un appoggio che avrebbe permesso all'imprenditore di ottenere appalti anche in zone non controllate dalla cosca di Brancaccio. Secondo gli investigatori l'uomo era diventato per Cosa nostra " sicuro punto di riferimento per l'impiego e il reinvestimento di capitali illeciti e un 'grimaldello' per penetrare il sistema degli appalti pubblici". [Adnkronos]