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Montezuma & terapia anti-cancro? La teoria di un ricercatore catanese

E' uno dei ricercatori del laboratorio della Divisione Clinica della Thomas Jefferson University

14 febbraio 2003
La maledizione di Montezuma, la maledizione di Tutankhamon, la maledizione del viaggiatore solitario e così via dicendo. Mille modi per indicare lo stesso problema: quel terribile mal di pancia con conseguente diarrea e febbre altissima che ci rovina le vacanze per qualche giorno quando decidiamo di visitare uno di quei Paesi come il Messico o l'Egitto.

In realtà a provocare questi sintomi è un batterio che possiede un nome esotico: Escherichia Coli. E ora sembra che proprio questo batterio abbia delle proprietà tali da poter essere utilizzato nella terapia anti-cancro.

Giovanni Pitari, 37 anni, originario di Catania, è uno dei ricercatori che, presso il laboratorio della Divisione Clinica della Thomas Jefferson University - diretta da Scott Waldman - in collaborazione con l'Università del Minnesota, sostiene questa teoria.

Il ricercatore catanese era andato in America per frequentare un master con l'intenzione di fermarsi solo qualche mese; poi ha deciso di restarvi e adesso, oltre ad essere diventato Assistent Professor, è felice di essere uno dei protagonisti di questa importante scoperta.

Ci sono voluti 15 anni di ricerche ed esperimenti prima di poter affermare con assoluta certezza che la tossina batterica aggiunta ad una coltura di cellule tumorali umane, in piena fase di sviluppo, facesse  rallentare la crescita delle cellule neoplastiche. Le cellule, in realtà, esposte alla tossina prodotta dal batterio, hanno dimostrato di possedere un ciclo vitale molto più lungo e di moltiplicarsi con un ritmo più lento.

Per il momento - secondo Giovanni Pitari - la tossina è stata osservata solo in provetta e i risultati sono molto soddisfacenti: la crescita delle cellule diminuisce nel 50/70 % dei casi. Potrebbe avere effetto solamente in chi soffre di tumore al colon retto ma non è escluso che, nel giro di pochi anni, si possa utilizzare per combattere il terribile male anche in altre parti del corpo.

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14 febbraio 2003
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