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Nell’anno dell’archeologia in Sicilia, nuove scoperte arricchiscono il già vasto tesoro dell’Isola

Un tempio dedicato a Demetra in provincia di Palermo, una necropoli del XII sec a.C. a Catania

17 febbraio 2004
Dopo i ritrovamenti di Pantentelleria, e la nuova ascesa della secolare arte siciliana in tutto il mondo, il 2004 sembra diventare l’anno dell’archeologia in Sicilia a pieno merito e titolo.
Sono di questi giorni, infatti, gli ultimi ritrovamenti. A Ciminna, un paese in provincia di Palermo, durante una campagna di scavi condotti nella zona del ''Pizzo'', la scoperta dei resti di un antico tempio, probabilmente risalente al quarto secolo avanti Cristo dedicato a Demetra, l’altra, proprio ieri, quella di una necropoli di 3.200 anni fa, fatta dalla Guardia di Finanza a Caltagirone, in provincia di Catania.

Bizzarra quest’ultima scoperta che ha visto i finanzieri nel ruolo di novelli Idiana Jones e Lara Croft, a Caltagirone dove hanno scoperto una necropoli del Dodicesimo secolo avanti Cristo.
Il rinvenimento in contrada "Magazinazzo" è stato effettuato nel corso di un'inchiesta contro i tombaroli, che infestano il Calatino.

Già a settembre, peraltro, un'operazione in contrada Racineci sempre a Caltagirone, aveva portato alla denuncia di tre persone col sequestro di metal detector e svariate monete antiche. Ora, su una collinetta a ridosso della vallata del fiume Caltagirone, sono stati individuato in una proprietà privata una tomba "a cassa antica" e un nucleo costituito da circa tre tombe "a grotticella artificiale".

Stando ai finanzieri, che hanno subito informato la Sovrintendenza ai Beni archeologici, quella è solo la parte emergente di una vera e propria necropoli: "Nel Dodicesimo avanti Cristo - sottolineano i militari - le sepolture erano fatte in tombe a grotticelle, non in urne, e questo fenomeno è databile con notevole precisione attraverso le importazioni micenee, che cessarono nei primi decenni del XIII secolo a. C. Questa data coincide con quella della tradizione storica risalente ad Ellanico che colloca il passaggio dei Siculi dalla penisola italiana in Sicilia intorno al 1270 a. C. La formazione di un grosso abitato in una delle zone più aspre e più impervie della Sicilia, lontano dai campi coltivabili e da qualsiasi via di comunicazione e di traffico appare come la conseguenza di uno stato di guerra e di estremo pericolo per la sopravvivenza".

Stando alla Guardia di finanza, la zona potrebbe già essere stata "visitata" da tombaroli come dimostrerebbero alcuni sbancamenti. L'area è ora vigilata.

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17 febbraio 2004
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