In linea di massima in tutte le isole, i vari operatori impegnati a titolo diverso nel mondo del turismo lamentano a luglio un calo di presenze che va dal 35 al 40%. Stabile, in linea di massima, invece, il movimento dei pendolari. Ma questo tipo di turismo, al di là del ticket di un euro utilizzato per interventi collegati all'emergenza turistica, è risaputo non incide quasi assolutamente sull'economia delle isole. Su cosa ha portato a questo vero e proprio "collasso" bisognerà interrogarsi e trovare una soluzione, a meno che non si voglia continuare ad assistere negli anni a venire ad un ulteriore collasso.
Non basta, infatti, la cosidetta "emergenza Stromboli" (che il suo influsso l'ha certo avuto) a giustificare un simile calo. Se si vuole salvare il turismo e l'economia eoliana bisognerà rivedere (e senza nascondersi dietro ad un dito) l'intero sistema dei trasporti e dei prezzi. Prezzi in continua lievitazione e che sono oggetto di continue lamentele da parte dei pochi turisti presenti.
L'ultimo caso emblematico? Una bottiglia di acqua naturale venduta a Vulcano quattro euro e 50. Ma è solo uno dei tanti esempi di "lievitazione" che si potrebbero fare.
Fonte: Gazzetta del Sud