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Offensiva finale a Sirte e Bani Walid

Le milizie del Cnt libico impegnate nelle due battaglie decisive: "La fine della guerra è ormai vicina"

10 ottobre 2011

Sabato scorso le milizie del Consiglio nazionale transitorio (Cnt) libico hanno lanciato l'offensiva finale per la conquista di Sirte. Nella città che ha dato i natali a Muammar Gheddafi la resistenza vicino al Colonnello è particolarmente tenace, ma il Cnt ha fatto sapere che in Libia non ci sarà alcun nuovo governo fino a quando tutto il Paese sarà "liberato". Comunque, ha assicurato il ministro della Difesa del Cnt Jalal al-Digheili la fine della guerra è ormai vicina: "Ci sono ancora tasche di resistenza, ma non dureranno molto".
Le due battaglie decisive riguardano Sirte e Bani Walid.

"A Sirte la battaglia in corso è ancora feroce", ha fatto sapere il presidente del Cnt, Mustafà Abdel Jalil, al termine dell'incontro, sabato a Tripoli con i ministri della Difesa Ignazio La Russia e l'omologo britannico Liam Fox. "Solo nella giornata di ieri - ha continuato Jalil - fra i nostri combattenti, ci sono stati 180 feriti e 15 martiri. Per questo chiediamo aiuto alla comunità internazionale. C'è una emergenza sanitaria, servono cure mediche e perciò potrebbero essere sbloccati i fondi libici congelati". Jalil ha sostenuto inoltre che "finché Gheddafi sarà libero ci sarà sempre un pericolo per la Libia e per il mondo. E visitando Misurata in questi giorni - ha aggiunto - si arriva all'unica conclusione che Gheddafi non ha nulla a che fare con il popolo libico".
Nel suo discorso Jalil ha rievocato il colonialismo italiano riabilitandolo, convinto che "quel periodo della storia libica non possa essere assolutamente paragonato al regime di Gheddafi". Allora, ha detto, "c'erano leggi giuste con processi giusti, oltre che un forte sviluppo agricolo. Con Gheddafi, negli ultimi 40 anni, è stato l'esatto contrario: tutti i valori e i principi sono stati rovesciati e demoliti e le risorse libiche non sono mai state usate per i libici".

Commosso dalle sue parole il ministro La Russa secondo il quale "questo passato non è dunque motivo di frattura ma al contrario la base per un'amicizia e una collaborazione sempre più stretta". La Russa ha riferito di aver avuto conferma da parte di Jalil che "a giorni partirà il termine di un mese entro il quale formare il governo provvisorio libico e che, una volta insediato, verranno confermati tutti i rapporti, contratti legalmente, con le aziende italiane". Giovanna Ortu, presidente dell'Associazione italiani rimpatriati dalla Libia, riferendosi al discorso pronunciato dal presidente Jalil, ha voluto sottolineare: "Siamo felici che siano i rappresentanti della nuova Libia a renderci inequivocabilmente giustizia, mettendo in luce gli aspetti positivi della nostra presenza nel Paese dopo gli 'errori' dei tanti storici che hanno sempre cercato di giustificare le malefatte contro di noi ed i crimini contro il suo stesso popolo. Così come siamo orgogliosi che l'Italia abbia avuto un ruolo determinante nel rendere concrete le aspirazioni di libertà di quel popolo".
La Libia rispetterà gli accordi commerciali preesistenti, "tutti quelli legali, che saranno revisionati e adeguati ai prezzi internazionali", ha detto Jalil durante la conferenza stampa congiunta. Parlando invece della rivoluzione libica, Jalil ha voluto ringraziare la Nato e ha tenuto a precisare come la "nostra religione invita al perdono, alla fedeltà e alla restituzione del favore". Dunque "saranno questi gli elementi che ci guideranno nel futuro: non trarremo da questa guerra guadagni illegali, e manterremo rapporti leali e corretti con i Paesi amici".

Con la battaglia di Sirte giunta alle fasi finali, l'Onu ha voluto rivolgere un appello alla forze del Cnt e ai lealisti a rispettare i diritti umani e a mantenere l'obiettivo di giungere alla riconciliazione nazionale. "La rivoluzione in Libia si è basata sulla richiesta di diritti umani e dignità", ha detto il rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, Ian Martin. "Chiedo a tutti che venga rispettato l'appello fatto cal Consiglio nazionale transitorio di non agire con vendetta anche contro coloro che sono responsabili di crimini di guerra e di altri gravi reati", ha aggiunto.
Intanto ieri i combattenti anti-Gheddafi sono riusciti a compiere progressi importanti nella loro offensiva su Sirte: l'emittente 'Libya Free' ha annunciato che i militanti sono riusciti a conquistare un importante centro per le conferenze in città dove il colonnello Gheddafi era solito tenere i suoi incontri con leader arabi ed africani. Conquistata anche la zona dell'ospedale centrale di Sirte, usato dai fedelissimi di Gheddafi per coordinare i loro piani. L'emittente al-Jazeera ha riferito che Abdel Rahman Abdel Hamid, un nipote del colonnello, è stato catturato dalle forze del Consiglio nazionale di transizione a Sirte.

Vittorie militari delle nuove forze governative si segnalano anche a Bani Walid, città nel deserto a circa 170 chilometri a sud-est di Tripoli ancora controllata dalle forze di Gheddafi. "Le nostre forze hanno preso il controllo dell'aeroporto", situato a circa 70 chilometri a sud-ovest della città, ha detto il comandante Mussa Yunes, responsabile del Cnt della zona. Al Jazeera ha riferito anche che le forze del Cnt hanno raggiunto una moschea alla periferia di Bani Walid.
Così, dopo la tempesta di sabbia che aveva rallentato le operazioni militari, i comandanti del Cnt si mostrano fiduciosi di porre fine a tre settimane di stallo, durante le quali migliaia di residenti sono fuggiti da Sirte, e vincere la battaglia che potrebbe segnare la fine della guerra. Difficile però stabilire quanti siano ancora i civili rimasti intrappolati a Sirte e Bani Walid. Alcuni residenti hanno riferito ad Al Jazeera che i fedelissimi di Gheddafi impedivano ai residenti di lasciare le città nonostante la mancanza di cibo, acqua ed elettricità.


[Informazioni tratte da Adnkronos/Aki, Repubblica.it, Adnkronos/Ign]

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10 ottobre 2011
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