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Oggi a Palermo un Convegno internazionale sul partenariato Euro-Mediterraneo

Un seminario sull'impegno di dialogare e rafforzare i rapporti fra le due rive del Mediterranio

02 aprile 2004
"Dopo gli attentati terroristici di Madrid, è ancora più di prima indispensabile rilanciare il partenariato euro-mediterraneo". Con queste parole il presidente del Movimento cristano dei lavoratori (Mcl) Carlo Costalli, ha presentato il seminario internazionale sulla Ue e l’integrazione nel Mediterraneo in programma oggi e domani a Palermo, a cui partecipano fra gli altri il Ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, mons. Giampaolo Crepaldi, presidente della Commissione pontificia Giustizia e pace, il presidente dei vescovi del Nord Africa e vescovo di Tunisi mons. Foad Twal, europarlamentari ed esponenti politici, religiosi e dell’associazionismo di vari Paesi del Mediterraneo.

"Prima di essere una formula politica, ha spiegato Costalli, l’idea del partenariato corrisponde a un modo di interpretare i rapporti fra le due rive del Mediterraneo, ma anche ad una modalità operativa con cui affrontare, nella cornice del dialogo, i fattori di squilibrio che oggi pesano sulla regione. Per favorire questo tentativo e per affiancare Governi ed enti internazionali, il Mcl ha da tempo intrapreso un lavoro che tende a promuovere e rafforzare il ruolo della società civile in quei Paesi. Il superamento di questi squilibri è una vera e propria premessa perché si crei nel Mediterraneo un’area di pace e stabilità, di prosperità condivisa e crescita, nel rispetto e nella cooperazione reciproca".

Secondo il leader del Mcl, a Palermo sarà lanciato un messaggio ai vari Paesi: cioè che "il partenariato, quanto più si consoliderà nella sua efficacia e forza, quanto più saprà essere un esercizio a tutto campo che tenga conto della collaborazione fra Governi, per svilupparsi e tendere poi ad allargarsi, tanto meglio potrà radicarsi e realizzarsi appieno, arricchendo in tal modo i rapporti tra i Governi nazionali che consentono di sfruttare in sinergia il valore aggiunto che queste iniziative congiunte possono produrre. Riusciremo a rilanciare il processo di Barcellona solo se sapremo farne un esercizio vivo, se sapremo conferire un senso politico e una prospettiva storica al partenariato. Se veramente crediamo che i Paesi del Mediterraneo siano portatori di cultura, interessi, aspirazioni che si devono armonizzare, allora dobbiamo adottare tante iniziative concrete, il più possibile aderenti alla sensibilità dei popoli. Dobbiamo saper raggiungere il più grande numero possibile di cittadini, favorire l’accesso all’informazione, favorire il formarsi di opinioni pubbliche consapevoli, nemiche dei pregiudizi culturali, amiche invece del rispetto delle identità, curiose, interessate alle differenze che sono un valore che ci arricchisce. Senza iniziative concrete, ma soprattutto senza la collaborazione e il dialogo, mai riusciremo a costruire una solida e reale partnership tra le due sponde del Mediterraneo. Non dobbiamo pertanto – ha concluso Costalli - perdere di vista gli obiettivi di fondo del partenariato: essi corrispondono alle esigenze delle società civili. L’alternativa è la guerra, la violenza, il terrorismo".

Determinante in questo contesto il ruolo ecumenico delle chiese, anche per la sicurezza del Mediterraneo. Significativo a tal proposito l’intervento al seminario del Vescovo di Tunisi, Mons. Foad Twal, che è presidente della Conferenza Episcopale del Nord Africa, e dei rappresentanti delle Ong che operano nel Nord Africa.
Oggi al seminario interverranno il prof. Parsi dell’Università Cattolica di Milano, il vescovo di Tunisi mons. Kwal, l’eurodeputato Raffaele Lombardo, il prof. Fsadni dell’Università di Malta. Domani sarà  la volta, fra gli altri, del ministro La Loggia e del mons. Crepaldi.

Fonte: Aise

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02 aprile 2004
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