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Omaggio a Pier Paolo Pasolini. Era la notte tra il 2 e il 3 novembre del 1975...

Un ricordo dovuto al più grande intellettuale italiano di tutti i tempi

02 novembre 2004

L'Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo.
Pier Paolo Pasolini

La notte tra il 2 e il 3 novembre del 1975, veniva brutalmente assassinato Pier Paolo Pasolini.
Ricordare la sua figura ci sembra un atto dovuto, perché solo Pasolini riuscì ad incarnare la figura dell'intellettuale tout court, che non scende a compromessi, che non si schiera opportunisticamente, e che ha la capacità di leggere la realtà in una maniera tanto completa e cristallina, da sembrare lettura eseguita da profeta.
Le parole di Pier Paolo Pasolini, sono state, rimangono e rimarranno prova indiscutibile di onestà e lungimiranza, esempio massimo di dignità umana, nonché apologo delle virtù e delle miserie dell'uomo.

L'assassinio di Pier Paolo Pasolini avvenne ad Ostia, a duecento metri dal mare.
La scena del delitto, uno sterrato deserto su cui sorgevano, e su cui ancora sorgono, squallide casupole abusive.
Pasolini fu massacrato a colpi di bastone. Poi l'assassino schiacciò il suo corpo steso a terra nella polvere con le ruote di una automobile.
Ad agire in maniera tanto spietata, un ragazzo di 17 anni e 4 mesi, un ragazzo di borgata come quelli descritti tante volte dallo scrittore: magro, slanciato, altezza media, volto ancora infantile ma marcato, capelli ricci.
Giuseppe Pelosi, arrestato dai carabinieri, confessò al giudice il suo crimine: "Mi ero inferocito e l'ho colpito sempre più forte e quando l'ho visto a terra sono corso alla macchina e sono passato sopra di lui".
Ancora oggi ci sono ancora molti punti oscuri sui quali non si è fatta fatta luce.


Supplica a mia madre
 
E' difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. 

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore. 

Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. 

Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data. 

E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame
d'amore, dell'amore di corpi senza anima. 

Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

ho passato l'infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso. 

Era l'unico modo per sentire la vita,
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita. 

Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione. 

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

P.P.Pasolini


- Le ultime ore di Pier Paolo Pasolini, dal Corriere della Sera del 3 novembre 1975

Per saperne di più su Pier Paolo Pasolini:


http://www.pasolinicasarsa.org/

http://www.pasolini.net/

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02 novembre 2004
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