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Opere prioritari, obiettivi di legge e volontà popolare: il Ponte sullo Stretto continua a far discutere

25 novembre 2006

Il governo lo ha detto e ripetuto: ''Il ponte sullo Stretto di Messina non si farà! Almeno per il momento''. Come dire, è inutile che si continui a parlare, contrattare, proporre e disquisire, perché tanto la decisione è stata presa.
Niente da fare, chi quel ponte lo avrebbe voluto veder sorgere già negli anni passati, proprio non ha voglia di rassegnarsi. E allora succede che nascono Comitati pro ponte, che il governatore siciliano Cuffaro evochi la misericordia della ''Vergine Maria'', che Berlusconi accusi il governo Prodi di cieco ed insensato odio nei suoi confronti.
Succede pure che Giuseppe Angeli e Massimo Romagnoli, deputati eletti all'estero, l'uno in Sud America per Alleanza Nazionale, l'altro in Europa per Forza Italia, si facciano promotori di un progetto di legge per indire un referendum, in Sicilia e Calabria, per sentire il parere dei diretti interessati sulla costruzione del Ponte sullo stretto di Messina. Come dire: è il diavolo a conoscere meglio Dio, perché dal suo distante posizionamento riesce a coglierlo per intero...

Il progetto di legge, che ancora non è stato assegnato ad alcuna commissione, si giustifica se si tiene conto che ''la paventata decisione del Governo Prodi di bloccare i lavori di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina ha creato nell'opinione pubblica siciliana disorientamento e preoccupazione'', dicono.
Secondo l'onorevole Nino Lo Presti (An), incaricato della presentazione del progetto in Aula, ''in più occasione è emersa la volontà dei cittadini siciliani e calabresi di ottenere, contro la volontà del Governo nazionale, la costruzione dell'opera, che rappresenta un importante passo avanti verso il pieno sviluppo dell'Isola e dell'intero meridione d'Italia''. ''La inopportuna resistenza governativa - aggiunge Lo Presti - si pone, dunque, in contrasto con quella che appare essere la volontà della maggioranza del popolo siciliano, che si è espressa di recente attraverso importanti e partecipate manifestazioni popolari e la presa di posizione dei maggiori quotidiani dell'Isola e dell'intero governo regionale''.
Sarebbe bene, comunque, che qualcuno facesse presente all'on. che folte porzioni di popolazione, siciliana e calabrese, ha anche partecipato a importanti manifestazioni per dire ''No'' al ponte.

Avrebbe voluto che il ponte si costruisse anche il segretario della Cisl Sicilia, Paolo Mezzio, che apprendendo il ''No'' del Senato all'ordine del giorno sulla possibilità di realizzare il ponte di Messina anche senza oneri per le casse dello Stato, è rimasto - ha detto -''di stucco''.
''Non c'è nulla di peggio del pregiudizio ideologico che impedisce di vedere oltre la punta del naso''. Perché ''non si capisce qual è la ratio per la quale le grandi opere possano essere edificate al Nord e non al Sud: dal Mose di Venezia al secondo traforo del Fréjus, per fare qualche esempio'', ha rimarcato Mezzio. Per il segretario Cisl, il problema è ''la prevalenza politica, in tema di grandi infrastrutture, delle correnti ideologiche della sinistra massimalista, sulla maggioranza di governo''. Cosicché, il Sud e la Sicilia finiscono con l'essere immolati sull'altare del ''ricatto fondamentalista e della conseguente paralisi programmatica''.

Ma, il governo è, e rimane irremovibile. Infatti, il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, in visita nei giorni scorsi a Catania, ad un convegno della Cgil, ha ribadito e sottolineato che : ''Non c'è futuro per il ponte sullo stretto. C'è stato un passato un po' lungo, ora non c'è futuro. C'è futuro, invece, per le opere di infrastrutturazione più importanti''. ''Nella finanziaria - ha detto Bianchi - c'è scritto a chiare lettere che i fondi saranno ripartiti per opere di carattere strutturale a ambientale in Calabria e in Sicilia nelle misure del 70 e 30%''. Al sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti, Raffaele Gentili, per il quale ciò non è vero, ha invece risposto: ''Gentili sostiene una cosa inesatta. Nella manovra c'è scritto così e così sarà''. Bianchi ha anche spiegato che una delle opere che beneficeranno dello storno dei fondi del ponte sullo Stretto sarà la linea ferroviaria Catania-Messina-Palermo.
''Non abbiamo un quadro delle opere da fare - ha proseguito il ministro -. Di Pietro ha presentato un documento ai ministeri competenti, Trasporti, Ambiente ed Economia, con un elenco tratto dalle opere presenti nella 'legge obiettivo' (leggi). Occorre avere un quadro che dica quali sono le grandi opere da realizzare, quadro che non è ancora definito. Ecco perché - ha proseguito - abbiamo un piano, al quale stanno contribuendo le Regioni, che raccoglie i dati sulle priorità di ognuna. Dalla Sicilia non abbiamo ancora avuto nulla. Non pretendiamo di dire 'fermi tutti' fino a quando non abbiamo concluso il piano. Per questa ragione ci occupiamo di volta in volta dei problemi immediati. Certo, vorremmo avere qualche problema in meno'', ha concluso il ministro.

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25 novembre 2006
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