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Parte da Licata (AG) la riscossa dell'inno di Mameli

12 gennaio 2002
Il più ferrato sembrava Pagliuca.
Ma poi la moviola accertò senza ombra di dubbio, grazie anche alle magie dello zoom e a un perfido "ralenty" che il portiere azzurro fingeva, muoveva soltanto le labbra.
Insomma, cantava l'inno di Mameli in playback.

E' stata indubbiamente proprio la Nazionale di calcio, tra alti e bassi, a squarciare il velo dell'ipocrisia.
Le impietose inquadrature di giocatori tesi e tifosi eccitati mentre dalla fanfara di turno partiva l'inno, ci hanno aperto gli occhi.

L'inno di Mameli, (che poi dovrebbe essere a pieno titolo anche l'inno dello sconosciuto Michele Novaro, il musicista che lo scrisse) in pochi, pochissimi erano in grado di cantarlo.
Paradossalmente siamo tutti in grado di fischiarne l'orecchiabilissimo motivo mentre l'ostico testo è patrimonio di pochi.

Da Licata parte adesso la riscossa.
L'assessore comunale alla Pubblica istruzione ha accolto e rilanciato l'appello del presidente Ciampi che ha invitato il Paese a cementare l'orgoglio nazionale imparando l'inno.

L'Amministrazione comunale di Licata ha così deliberato lo stanziamento di un piccolo contributo per stampare e diffondere nelle scuole il testo dell'inno che sarà studiato e cantato da tutti gli studenti licatesi.

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12 gennaio 2002
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