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Per invecchiare bene è necessario un patto col diavolo?

No! basta fare sesso, sport e cruciverba

06 dicembre 2001
Macché elisir di lunga vita, piuttosto esercizio mentale, attività fisica e sesso. Si campa cent'anni.
Ecco la ricetta per la longevità possibile, indicata dal professore Luciano Motta, direttore di medicina interna e geriatria dell' ospedale Cannizzaro di Catania.
Il quale precisa che la ricerca dell'elisir di lunga vita non è tra gli obiettivi della ricerca medica che punta piuttosto alla qualità della vita, anche dei centenari. E questa tesi non è solo del professor Motta, ma anche dei geriatri europei che da oggi si confronteranno per tre giorni a Catania sul "Successful aging", ovvero sull'invecchiamento di successo.

"Faust non esiste - sottolinea il presidente del congresso, il prof. Luciano Motta, direttore di medicina interna e geriatria dell' ospedale Cannizzaro di Catania - quello a cui si punta è a dare maggiore durata ma soprattutto qualità della vita a tutti gli uomini". Il dato di partenza dei lavori è la constatazione che la vita media negli ultimi vent' anni si è allungata, passando da 67,2 a 74,9 anni per gli uomini e da 72,3 a 81,3 anni per le donne. Ma se non esiste il mito dell'eterna giovinezza e se non ci sono elisir da comprare ci sono dei 'segreti' per arrivare a diventare centenari.

E' quello che il prof. Motta definisce il 'Network' per l' invecchiamento di successo. "Innanzitutto - spiega - è importante l' ereditarietà: se si hanno genitori anziani aumentano le probabilità di arrivare ad età elevate, perchè è stato accertato una correlazione ereditaria". Per questo i ricercatori puntano molto sullo studio del Dna. "Sicuramente - sottolinea il prof. Motta - è dal genoma che potrebbe arrivare la svolta per la lotta all' invecchiamento: basterebbe trovare, se esiste, il gene responsabile e bloccarlo o limitarne l' attività". Ma in questo settore le tesi sono diverse. E se dagli Stati Uniti arriva la notizia che nel cromosoma 4 sarebbe stato isolato il gene della longevità, dalla Germania arriva subito l' esito di una ricerca secondo la quale i geni sarebbero eterogenei e si troverebbero su diversi cromosomi. E c' è una terza ipotesi di lavoro che parla di geni che interverrebbero sull' invecchiamento, ma che non ne sarebbero i responsabili diretti.

In mezzo a tante tesi il prof. Motta rilancia il proprio 'network' della longevità e sostiene che per diventare centenari, o quasi, è necessario esercitare costantemente la mente, con esercizi di memoria e di applicazione cerebrale, fare la dovuta attività fisica e non rinunciare al sesso. Secondo il ricercatore però la longevità media è aumentata "non tanto perchè si è riusciti a combattere l'invecchiamento, ma soprattutto perchè si registrano continui successi contro le malattie e i fattori ambientali ed alimentari che impediscono l'invecchiamento dell'uomo". "Certo - rileva ironico il prof. Motta - ci sono elementi che non sono prevedibili come un incidente stradale o un attentato dinamitardo, ma la vita dell' uomo si è ormai allungata e il dato medio è destinato ad allungarsi. la longevità è ormai alla portata di quasi tutti, purchè sia un traguardo vissuto in condizioni di buona qualità".

Fonte: La Sicilia

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06 dicembre 2001
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