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Per la campagna elettorale america i repubblicani si giocano la carta Bin Laden: ''Ha le ore contate''

Dopo il fallimento della ''Libertà duratura'' promessa da Bush, i repubblicani rievocano il fantasma di Osama Bin Laden

07 settembre 2004

Per la popolazione mondiale è questo un periodo veramente sconfortante. L'aberrazione, forzata visione della quotidianità, sta trascinado gli uomini verso l'indifferenza e l'insensibilità, come dire, gli orrori a cui veniamo sottoposti tutti i giorni stanno indurendoci l'anima.
In tutto ciò c'è comunque da constatare che una maggiore presa di coscienza sembra si stia facendo strada verso i cuori di tutti, indistintamente, anche verso quelle classi sociali che fino ad un decennio fa erano completamente esclusi dalla verità perché soggiogati dai governi totalitari. Ed è proprio la verità dei fatti che in questi oscuri tempi si richiede con forza e rabbia. La verità soprattutto.

Mentre la Russia piange, inconsolabile, i suoi bambini, in Iraq la guerra miete imperterrita vittime ogni giorno e nel Sudan la popolazione del Darfur continua inascoltata a chiedere aiuto, gli strateghi della campagna elettorale dell'opulenta, libera e cinica Americana sono concentrati sull’analisi delle preferenze degli Stati e studiano come far pendere l'ago della bilancia in un senso piuttosto che nell'altro.
I repubblicani di George W. Bush, preoccupati dalla pericolosa diminuzione di popolarità del loro leader, hanno pensato allora di giocarsi una carta che potrebbe, probabilmente, dare la vittoria al "presidente di guerra" Bush: la carta del Pakistan.

Un vertice a Islamabad tra responsabili dei servizi antiterrorismo pachistani e americani si è infatti  concluso la scorsa settimana all'insegna dell'ottimismo, con sempre maggiori indicazioni che la cattura di Osama Bin Laden e dei capi di Al Qaida potrebbe essere vicina.
"Se Osama Bin Laden ha un orologio, dovrebbe guardarlo, perché il tempo sta scadendo. Verrà catturato".
Con queste parole il numero uno dell'antiterrorismo del Dipartimento di Stato americano, Joseph Cofer Black, che da anni danno la caccia al leader di Al Qaida, ha annunciato alla stampa che la cattura del "Principe del Terrore" è ormai vicina.
Gli Stati Uniti, sostiene Black, stanno chiudendo il cerchio intorno al miliardario saudita, nelle ultime settimane sono infatti stati catturati in Pakistan diversi militanti di primo piano di Al Qaeda, tra i quali Ahmed Khalfan Ghailani, esperto informatico che gestiva i contatti internet dell'organizzazione terroristica.

"Se Osama ha un orologio, dovrebbe guardarlo perché il suo tempo sta scadendo: sarà catturato.", ha detto Cofer Black. "Sarei sorpreso, ma non necessariamente scioccato se ci svegliassimo domani e Bin Laden fosse stato catturato con tutti i suoi luogotenenti - ha aggiunto - negli ultimi due mesi la caccia a Bin Laden ha fatto numerosi progressi tra Afghanistan e Pakistan".
Black ha poi aggiunto che la cattura del ricercato numero uno al mondo può avvenire da un momento all'altro, "grazie al tipo di programmi e infrastrutture che abbiamo attivato". "Tutto è pronto e in posizione: ci serve pochissimo per localizzarli e catturarli - ha concluso - può avvenire domani, il giorno dopo, tra una settimana o tra un mese".

Lo strano ottimismo di Black è riuscito ad alimentare i sospetti di molti avversari politici di George W. Bush. Negli Stati Uniti sono infatti in molti a pensare che Bin Laden sia stato in realtà già catturato diversi mesi fa, un bottino tenuto nascosto perchè molto utile per la campagna elettorale repubblicana.
Ad accendere la miccia di queste polemiche era stata una dichiarazione rilasciata alcune settimane fa da Madeleine K. Albright.
"Bin Laden lo hanno già catturato - aveva spiegato l'ex segretario di Stato durante un'intervista televisiva - lo tireranno fuori a pochi giorni dalle elezioni".
Una confessione involontaria, fatta in forma confidenziale ai giornalisti durante un fuori onda, che era però stata trasmessa "a tradimento" senza la sua autorizzazione.
"Scherzavo", si era poi giustificata l'ex prima donna dell'amministrazione di Bill Clinton, ma la sua retromarcia non aveva convinto proprio tutti.

Da quel giorno lo scenario "involontariamente" ipotizzato da Madeleine Albright è diventato un incubo per il partito democratico: in vista delle prossime presidenziali la cattura di Bin Laden farebbe molto probabilmente pendere l'ago della bilancia in favore di Bush.
E qualcuno non ha potuto fare a meno di notare che l'atteggiamento dell'intelligence Usa, in merito ai messaggi audio attribuiti al terrorista saudita, è cambiato in modo radicale negli ultimi mesi.
Fino a qualche tempo fa, ogni volta che la voce di Bin Laden veniva trasmessa in internet o mandata in onda dalla tv araba Al Jazeera, la Cia si mostrava scettica o negava con decisione. Nell'ultimo periodo, invece, gli 007 americani si affrettano a collegare ogni comunicazione sospetta con il capo di Al Qaida.
Per l'amministrazione Bush, potrebbe essere la sorpresa che molti ipotizzano nella campagna elettorale. Le eventuali foto di Bin Laden in manette o del suo cadavere, andrebbero ad unirsi alle immagini di Saddam Hussein che esce dalla buca in Iraq e agli arresti dei leader dell'ex regime iracheno - l'ultimo ad essere stato annunciato, ma subito dopo smentito, è quello dell'ex numero due di Saddam, Ezzat Ibrahim al Douri - e rappresenterebbero uno strumento di propaganda politica preziosissimo per Bush.

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07 settembre 2004
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