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Pericolo frane, cresce la paura nel Messinese

Ad Alcara Li Fusi ha piovuto tutta la notte e fino alle prime ore del giorno

13 gennaio 2003
Cresce l'allarme frana ad Alcara Li Fusi. Nel paese messinese ha piovuto tutta la notte e fino alle prime ore del giorno: l'acqua ha fatto salire i livelli dei laghetti e dei torrenti della zona, infiltrandosi nelle fessure del terreno aperte dalla frana che ha interessato circa mila ettari.

«La pioggia - spiega il sindaco, Antonino Vasi - non ha consentito il continuo dei lavori per la messa in sicurezza della zona perché il terreno è scivoloso e i mezzi meccanici non possono operare». Gli interventi più urgenti riguardano lo sbancamento dei detriti dal torrente Stella per evitare che si trasformi in una piccola diga e l'acqua travolga il paese. E la risistemazione dell'unica strada rimasta funzionante, che presenta delle crepe e che, se chiusa, isolerà il paese. Il sindaco annuncia che, per precauzione, ha già pronto un piano di evacuazione per 50 famiglie, ma sottolinea che «l'emergenza riguarda per il momento zone di campagna lontano dal centro abitato».

Altre 50 sono state costrette a lasciare le abitazioni di collina, distrutte dalla frana, che erano però seconde casa. «Le persone - ricostruisce Vasi - hanno lasciato tutto quello che avevano, perdendolo definitivamente: il terreno è smottato in meno di un'ora. Nessuno ha potuto far alcunché, neppure recuperare un solo oggetto personale».

Il piano di allerta della Protezione civile prevede l'installazione di sonde nel terreno in grado di rilevare smottamenti e di segnalarli, via radio, ad una centrale operativa che darà l'allarme. Alcara Li Fusi, tremila abitanti, domani pomeriggio attende l'arrivo del presidente della Regione siciliana, Salvatore Cuffaro, e della sua giunta. «Cuffaro - annuncia il sindaco - proclamerà lo stato di calamità naturale per potere predisporre i piani di intervento. Per il momento non è possibile una stima dei danni: noi abbiamo chiesto 20 milioni di euro, ma non basteranno».  

Fonte: La Sicilia

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13 gennaio 2003
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