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Prima pagina del New York Times all'immigrazione clandestina di Lampedusa

Il Canale di Sicilia come il mare fra Cuba e la Florida

15 luglio 2003
Nei giorni scorsi il quotidiano americano The New York Times ha dedicato, in prima pagina, un articolo ai tentativi disperati degli immigrati africani di raggiungere l'isola di Lampedusa, paragonando il braccio di mare tra l'isola e l'Africa allo specchio d'acqua che separa Cuba dalla Florida.
Il porticciolo di Lampedusa sta diventando un cimitero di navi perché gli arrivi dei battelli dei clandestini sono stati così numerosi in giugno da non consentire alle autorità italiane di liberare le acque, scrive il giornale in un servizio dall'isola.

I cento chilometri di mare che separano Lampedusa dall'Africa sono "così diventati la versione Mediterranea dello stretto tra Cuba e la Florida: un corridoio breve, bellissimo e pericoloso per disperati pronti a rischiare tutto - scrive il New York Times - Molti muoiono nel tentativo, ma gli arrivi continuano, sfidando gli sforzi dell'Italia e degli altri paesi europei di tenerli al largo".

In giugno vi sono stati oltre 2000 arrivi di clandestini portando a 4200 il totale dall'inizio dell'anno. Nel 2002 erano stati registrati 6.350 immigranti illegali, un numero superiore a quello della intera popolazione di Lampedusa. Il governo italiano sta costruendo nell'isola un centro per accogliere gli immigrati, con 400 posti. Alcuni degli abitanti di Lampedusa hanno protestato ritenendolo uno spreco di risorse, nota il giornale.

L'atteggiamento della popolazione dell'isola è diviso tra il fastidio per i disagi creati dal problema dei clandestini e la pietà per il dramma di queste persone disperate. Una reazione sintetizzata dal sindaco di Lampedusa Bruno Siragusa con quste parole: "Dobbiamo offrire una accoglienza che non ci danneggi e non faccia del male nello stesso tempo a queste persone. C'è un principio di umanità che non è possibile ignorare".

E' lo stesso difficile equilibrio, osserva il giornale, che tutta l'Europa sta cercando di trovare. 

Fonte: La Sicilia

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15 luglio 2003
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