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Progetti di aziende e privati fantasiosi al servizio della siccità

30 gennaio 2003
Oltre al "tttraffico"  (con tre T) una delle più grandi piaghe della Sicilia è la "siccità", come diceva il personaggio interpretato da Paolo Bonacelli nel film di Benigni ''Johnny Stecchino''.

E se scartiamo le grandi architetture romane dalle stupefacenti funzionalità e ingegno, di progetti per "sanare questa piaga", ne sono stati presentati tanti e qualcuno veramente curioso, per non dire strampalato.

L'ultimo Commissariato per l'emergenza idrica, al quale molti progetti erano stati sottoposti, ne ascoltò "delle belle".

Per esempio l'utile progetto dello scrittore spagnolo Alberto Vazquez Figueroa, che proponeva di rendere potabile l'acqua a settanta metri sotto terra, in modo da sfruttare il principio della "osmosi inversa" e risparmiare notevolmente sui costi.

Un altro progetto di indubbia praticità era di un signore piemontese che aveva ideato una condotta che attraversando tutta l'Italia avrebbe (agevolmente) portato l'acqua dalle Alpi alla Sicilia.
Fortunatamente esistono quelli più previdenti, come i dirigenti delle Ferrovie, che hanno manifestato la possibilità di trasportare l'acqua in Sicilia sui vagoni ferroviari.

Sono stati veramente in tanti negli anni a proporre soluzioni, gratis o a pagamento, o solo per manifestare solidarietà.
L'emergenza idrica che attanaglia la Sicilia ha anche armato la penna e l'ingegno di aziende specializzate nel settore e con curriculum di tutto rispetto.

Ma anche di figure che sembravano scomparse nelle pieghe delle tradizioni popolari.
Per esempio, molte sono state le lettere di rabdomanti a Palazzo d'Orleans. "Si propongono - racconta uno dei tecnici che lavora alla struttura per l'emergenza idrica - scrivono che l'acqua in Sicilia c'è e che loro sanno come trovarla".

I rabdomanti, ma non solo loro.
Che l'emergenza sete in Sicilia sia diventata un terreno sul quale mettere alla prova nuove tecniche e strategie di marketing, lo dimostra l'interesse dei dirigenti di una neonata azienda toscana: la Watersolution Europe, collegata alla Watersolution New Zealand, un colosso nel settore delle strategie per l'approvvigionamento idrico.

Quelli della Watersolution hanno inviato alla Regione il materiale illustrativo del loro "gioiellino", un potabilizzatore di dimensioni contenute in grado - secondo l'azienda produttrice - di potabilizzare 200 mila litri d'acqua al giorno al costo di 10 centesimi di euro al metro cubo.

Da Palazzo d'Orleans, però, non hanno mai risposto.

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30 gennaio 2003
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