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Proprio una brutta storia

Altri indagati nell'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il prof. Carlo Marcelletti

10 maggio 2008

Nell'inchiesta che nei giorni scorsi ha portato agli arresti domiciliari di Carlo Marcelletti, il cardiochirurgo pediatrico primario dell'Ospedale Civico di Palermo, accusato di peculato, truffa allo Stato, concussione e produzione di materiale pedopornografico, sono entrati dei nuovi indagati.
Dopo che Marcelletti l'altro ieri ha ammesso davanti al gip di Palermo, Pasqua Seminara, tutti i fatti su cui si è basata l'ordinanza di custodia cautelare, gli inquirenti hanno deciso di iscrivere nel registro degli indagati anche la madre della bambina di tredici anni con cui il chirurgo, la scorsa estate, aveva intrattenuto una fitta corrispondenza di sms e mms a luci rosse. La donna, originaria di Partinico (PA), ma residente nel capoluogo siciliano, ha avuto una lunga relazione sentimentale con Marcelletti, come ammesso dallo stesso chirurgo nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip. L'accusa per la madre della ragazzina è di concorso in produzione di materiale pedopornografico. Secondo i pubblici ministeri, che coordinano l'inchiesta, la donna sarebbe stata a conoscenza della fitta rete di sms e mms tra il chirurgo e la propria figlia.
La procura ha comunicato la vicenda al tribunale dei minorenni nei mesi scorsi affinchè si potesse valutare la possibilità di allontanare la 13enne dalla famiglia. Il Procuratore della repubblica di Palermo, Francesco Messineo, ha sottolineato che "il gip del Tribunale non ha fatto richiesta al Tribunale dei Minori per chiedere l'allontanamento della ragazzina dalla sua famiglia". Ha poi ribadito che nel corso dell'interrogatorio di garanzia, durato oltre quattro ore, Carlo Marcelletti ha confermato di avere avuto contatti via sms e mms con la bambina per almeno due settimane, nell'estate scorsa. Non solo. I pm che coordinano l'inchiesta, Fabrizio Vanorio e Caterina Malagoli, sono convinti che Marcelletti abbia "istigato la ragazzina a mandargli gli sms spinti".

E nella parte dell'indagine che si riferisce alla truffa e al peculato, condotta dalla Polizia e dalla Guardia di finanza, è entrato anche un imprenditore palermitano del settore delle forniture sanitarie. L'imprenditore è accusato di false fatturazioni e concorso in peculato. Secondo l'accusa, avrebbe simulato, d'accordo col medico, la vendita all'Abc, l'associazione per la cura del bambino cardiopatico, presieduta dal professionista, di un ossimetro e una culletta termica, in realtà mai acquistate da Marcelletti. Per le Fiamme Gialle, che hanno curato questo aspetto dell'indagine, il cardiochirurgo avrebbe finto di comprare le apparecchiature per giustificare l'uscita di denaro - circa 40mila euro - dalle casse dell'Abc.
In realtà i soldi sarebbero stati dati all'imprenditore che li avrebbe versati sul suo conto e poi immediatamente prelevati decurtandoli dell'Iva. L'accusa ipotizza che, in questo modo, Marcelletti si sarebbe impossessato delle somme che avrebbe usato per fini privati e, in cambio, l'imprenditore avrebbe intascato il denaro corrispondente all'Iva.
La falsa vendita è stata scoperta grazie a una perquisizione che ha accertato che a disposizione dell'associazione non c'erano nè l'ossimetro, nè la culletta, apparecchiature, peraltro, non commercializzate abitualmente dall'imprenditore. 

Intanto la posizione del medico sembra essersi ulteriormente aggravata, perché negli ultimi giorni, dopo gli arresti domiciliari, sono state diverse le telefonate di genitori di bambini operati dal chirurgo che hanno affermato di avere avuto richieste di denaro in cambio di una 'corsia preferenziale' nel ricovero dei propri figli al reparto di Cardiochirurgia pediatrica. Al momento sono sette gli episodi di concussione contestati al medico a cui, appunto, potrebbero aggiungersi altri casi. I genitori dovrebbero essere ascoltati già nei prossimi giorni.
Tra queste ci sarebbe anche la testimonianza dei genitori di un bambino di un anno, operato per una grave malformazione cardiaca e morto qualche giorno dopo l'intervento, ai quali Marcelletti avrebbe chiesto una donazione di 3000 euro per la sua associazione, assicurando loro, in cambio, una camera privata. I familiari del piccolo si sarebbero però rifiutati di versare la somma.
La vicenda, che non è tra quelle contestate nell'ordinanza con cui il gip ha applicato al professionista gli arresti domiciliari, si aggiungerebbe quindi a quelle già documentate dai magistrati. Il fatto ha avuto anche un altro risvolto penale. I genitori del bambino, affetto dalla tetralogia di Fallot, patologia cardiaca, denunciarono Marcelletti per omicidio colposo. Secondo i familiari del piccolo paziente dopo l'intervento il bimbo avrebbe contratto un'infezione la cui natura non sarebbe stata compresa dai sanitari e che sarebbe poi stata la causa della morte del figlio. Valutazione non condivisa dal pm titolare del caso, Maurizio Agnello che nelle scorse settimane ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta. I genitori del bambino hanno presentato opposizione all'istanza del magistrato su cui ora deciderà il gip.

[Informazioni tratte da Adnkronos.com, La Sicilia.it, Ansa.it]

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10 maggio 2008
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