Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Quella Porta che guarda l'Africa

A Lampedusa svelato il monumento alla memoria dei migranti morti nel Mediterraneo

30 giugno 2008

E' stata inaugurata sabato, 28 giugno, la "Porta d'Europa", monumento alla memoria dei migranti morti nel mar Mediterraneo durante i "viaggi della speranza".
L'opera è una porta in ceramica di quasi cinque metri di altezza e tre di larghezza, composta da una struttura in ferro zincato e ceramica riflettente ricoperta da oggetti poveri di uso quotidiano, come piatti, tazze ed utensili vari. La "Porta" è stata realizzata dall'artista Mimmo Paladino, si trova nella contrada Cavallo Bianco e si affaccia sul mare in direzione dell'Africa. La costruzione della Porta d'Europa è stata promossa dall'associazione Amani, da Arnoldo Mosca Mondadori, da Alternativa Giovani e dalla Comunità di Koinonia.

"I migranti vengono dal Sud e dall'Est del mondo verso l'Italia. Vengono ad accudire i nostri anziani, a sorvegliare i nostri figli, a pulire le nostre case, a servire alle nostre mense, a lavare i nostri piatti, a raccogliere le nostre immondizie, a mandare avanti le nostre imprese artigianali, le colture e le stalle, gli impianti industriali e i servizi. Portano lavoro, umiltà, energia ed un enorme desiderio di riscatto", riporta l'appello che ha accompagnato l'iniziativa. "Un monumento ai migranti caduti non può essere un risarcimento, ma solo un riconoscimento dovuto alle sofferenze patite anche per noi" affermano i promotori. "Il significato di quest'opera è quello di consegnare alla memoria quest'ultimo ventennio in cui abbiamo visto migliaia di migranti morire in mare, in modo disumano, nel tentativo di raggiungere l'Europa", sottolineano i promotori dell'iniziativa. "L'intento è quindi quello di consegnare alle generazioni future, che passeranno da Lampedusa, un simbolo che aiuti a non dimenticare e che inviti a una meditazione laica, come religiosa".

La giornata dell'inaugurazione è iniziata con la restituzione alla città dell'Obelisco Cassodoro, opera di Arnaldo Pomodoro situato in Piazza del Municipio. Nel pomeriggio ha avuto luogo una fiaccolata verso il mare e l'inaugurazione del monumento. Nella serata un concerto, al quale hanno preso parte Lucio Dalla, Claudio Baglioni, Luca Carboni, Mimmo Locasciulli, Sandro Cerino, e anche l'attore Marco Alemanno, Eleonora Giorgi e Ginestra Paladino, ha salutato tutti i disperati che affrontano le incognite della natura alla ricerca di una speranza.
Secondo l'Osservatorio sulle vittime dell'immigrazione di Fortress Europe, dal 1988 ad oggi sono 12.357 i morti, di cui 4.490 dispersi, lungo le frontiere europee e la maggior parte sono naufraghi. Nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 8.643 persone e più di metà delle salme (4.490) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l'Egitto, la Tunisia, Malta e l'Italia le vittime sono 2.793, tra cui 1.749 dispersi. Nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia, negli anni passati sono morte 603 persone, delle quali 220 sono disperse. Lo scorso maggio 102 persone sono morte nello Stretto di Sicilia e il 7 giugno scorso altri 140 immigrati sono annegati.
Una strage senza testimoni, senza denunce e molto spesso senza sepoltura, perché la maggior parte delle vittime perisce in mare e i corpi non vengono recuperati.

La porta che guarda l'Africa in ricordo di chi non è mai arrivato
di Attilio Bolzoni (Repubblica.it)
Il primo scoglio che avvistano dai barconi è l'ultimo promontorio dell'isola, una punta di roccia che nasconde un grande bunker della seconda guerra. L'Italia finisce qui, dopo c'è solo il mare. Su questa sporgenza che guarda a sud hanno "piantato" qualcosa per ricordarli per sempre, uno per uno. Neri e bianchi, islamici e cattolici, vecchi e bambini. Tutti i morti delle traversate del Mediterraneo. E' una porta puntata verso l'Africa.
La contrada si chiama Cavallo Bianco, è attraversata da un sentiero polveroso che sale dal vecchio porto, scavalca una collina e si getta nel mare turchese. In bilico fra sassi e arbusti ecco la porta di Lampedusa, un monumento alla memoria dei migranti. E' alta quasi cinque metri e larga tre, disegnata e decorata da Mimmo Paladino, costruita con una speciale ceramica refrattaria in un laboratorio di Faenza e poi assemblata a Paduli.
E' partita su un camion il 21 giugno, caricata su un traghetto a Porto Empedocle, il 24 giugno è arrivata a Cavallo Bianco ed è stata ufficialmente scoperta sabato 28 giugno. Al tramonto. Al calare del sole, una processione è partita dalle vie del paese per arrampicarsi sul promontorio ed è sfilata in onore dei morti del mare.
Così Lampedusa ha deciso di celebrare tutti quelli che non sono mai riusciti a sbarcare su queste coste, annegati a qualche miglia da Malta o a qualche miglia da Tripoli.

Sono quasi tremila le vittime negli ultimi vent'anni ripescate fra le onde del Canale di Sicilia, secondo i numeri dell'Osservatorio Fortress Europe. E altri cinquemila i dispersi. L'ultima strage neanche tre settimane fa, il 7 di giugno. In centoquaranta non ce l'hanno fatta. Tutti partiti con un peschereccio fradicio da Al Zuwarah, al confine fra la Tunisia e la Libia. La porta di Lampedusa è orientata in quella direzione, dove c'è il villaggio di Al Zuwarah.
"Siamo venuti qui la prima volta con la bussola in mano", racconta Gian Marco Elia, fotografo che insieme a Arnoldo Mosca Mondadori e l'associazione Amani - un'organizzazione non governativa a favore delle popolazioni africane - ha voluto "fare qualcosa" per ricordare i popoli del mare. Il progetto è nato dopo la scoperta del grande naufragio fantasma di Porto Palo, quello del Natale 1996. "Ci siamo accorti che in Sicilia non c'era nemmeno una lapide... così abbiamo pensato a Lampedusa", dice ancora il fotografo. Per Arnoldo Mosca Mondadori non ci sono stati dubbi sul luogo: "E' una cosa che andava fatta a Lampedusa... sono stati gli spiriti dei migranti a volerla".
La porta è un dono dal maestro Mimmo Paladino, una società turistica palermitana ha contribuito con 35 mila euro alle spese, il consiglio comunale dell'isola ha votato all'unanimità per portare quel simbolo sulla punta di Cavallo Bianco. Per una volta nessuna incertezza, tutti d'accordo. Il più deciso è stato il sindaco Bernardino De Rubeis: "Noi lampedusani abbiamo sempre cercato di fare la nostra parte e continueremo così, è impossibile vivere in questa isola e dimenticare cosa accade da una parte del mondo che è così vicina alla nostra". [...]

La porta è rivestita da una ceramica, cotta a mille gradi, che assorbe luce e riflette luce. Di notte, anche quella della luna. Sarà come un faro per la gente in mezzo al mare. La sua anima è in ferro zincato. L'idea di un'opera che diventa monumento non è mai piaciuta a Mimmo Paladino. Però lui dice: "L'artista non dovrebbe celebrare ma raccontare. Ho provato a spiegare qualcosa che avesse a che fare con un esodo forzato, qualcosa di comprensibile a tutti i popoli". E aggiunge: "Per questo ho voluto la porta il più lontano possibile dal centro abitato e il più vicino possibile all'acqua e quindi all'Africa".
Alla vigilia di questa speciale giornata di Lampedusa un segno è arrivato anche da Alda Merini. Ha spedito da Milano una sua poesia. Quasi un miracolo. La poetessa, mai venuta quaggiù, ha scelto la metafora di una tartaruga - proprio quelle che vengono a depositare le uova sulle spiaggia dell'Isola dei Conigli - per ricordare i morti del mare.
In questi anni i cadaveri recuperati fra le onde sono stati sepolti fra il vecchio e il nuovo cimitero. Una ventina di croci senza nome, fiori appassiti dalla calura, una tomba dietro l'altra. E anche una spianata di cemento al posto della lapide. Con una data: 7 giugno 2008. E una grande scritta scavata nel calcestruzzo: extracomunutaria. L'ultima donna africana trasportata dal mare fino alle rocce dell'isola. "A loro vorremmo dare il giusto riposo", spiega il sindaco De Rubeis. Sull'isola attendono qualche soldo dalla provincia di Agrigento e dalla regione. L'anno prossimo Lampedusa avrà anche un piccolo cimitero musulmano.

La poesia di Alda Merini
"Una volta sognai"

Una volta sognai
di essere una tartaruga gigante
con scheletro d'avorio
che trascinava bimbi e piccini e alghe
e rifiuti e fiori
e tutti si aggrappavano a me,
sulla mia scorza dura.

Ero una tartaruga che barcollava
sotto il peso dell'amore
molto lenta a capire
e svelta a benedire.

Così, figli miei,
una volta vi hanno buttato nell'acqua
e voi vi siete aggrappati al mio guscio
e io vi ho portati in salvo
perché questa testuggine marina
è la terra
che vi salva
dalla morte dell'acqua.

Per maggiori informazioni: www.monumentoperimigranti.it

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

30 giugno 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia