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Quella sottile linea di confine...

... al di la della quale si staglia la censura. Le nuove norme sulle manifestazioni e su Internet

16 dicembre 2009

Domani, giovedì 16 dicembre 2009, il Consiglio dei ministri esaminerà nuove, più rigide norme sulle manifestazioni e su internet. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro degli Interni Roberto Maroni, parlando di "misure più adeguate e urgenti" per cui, si era ipotizzato che il governo avrebbe agito per decreto.
Oggi Maroni ha annunciato che le norme sulle limitazioni a internet e alle manifestazioni sarà un disegno di legge e non un decreto legge. Il ministro dell'Interno andrà oggi dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per illustrare i contenuti della legge.
Secondo il titolare del Viminale, non è previsto nessun reato speciale, nè interventi censori. Ma serve "una norma che consenta alla magistratura di rimuovere dal web le pagine in cui la magistratura stessa, e non il governo, ravvisi un reato ad esempio di apologia o di istigazione".

Nelle riunioni che si sono tenute per tutta la giornata di ieri al Viminale, sarebbero state messe sul tavolo tutte le difficoltà di un intervento che andrebbe ad incidere, come ha ammesso lo stesso ministro, sulla libertà personale e sulla privacy dei cittadini, arrivando dunque alla conclusione che l'unica possibilità concreta è quella di cercare di rendere più difficoltosa la navigazione verso certi siti. Un procedimento simile a quello che si mette in atto per bloccare i siti con contenuti pedopornografici, anche se in questo caso, si fa notare, i 'paletti' sarebbero molto più blandi.
Resta il fatto che, dove i "filtri" già esistono (come in Cina, in Iran negli Emirati Arabi Uniti) la navigazione verso quei siti diventa impossibile. Nel caso di Facebook, ad esempio, per rendere irraggiungibile una singola pagina, si finirebbe per mettere off limits l'intero network. Chi ha sperimentato la navigazione su una rete dotata di filtri sa bene quanto questi meccanismi incidano sull'intera porzione di web interessata.
Quanto al ruolo della magistrtura, il suo intervento sarebbe ipotizzato nei casi in cui c'è la necessità di evitare che sul web si compiano attività di istigazione a delinquere e apologia di reato. L'informativa degli investigatori che monitorano costantemente la rete non arriverebbe più ai pm ma direttamente ad un giudice che, con un provvedimento motivato, ordinerebbe agli amministratori la chiusura del blog, del sito o del gruppo. In caso di mancato rispetto dell'ordine, scatterebbe la sanzione. Per quanto riguarda i siti registrati all'estero, infine, si seguirà come ora la strada della rogatoria internazionale.
Secondo il ministro Maroni è, in ogni caso, necessario "trovare un equilibrio tra la libertà di manifestazione del proprio pensiero in campagna elettorale e quella di manifestare la propria critica. Tutte queste sono norme che stiamo valutando, per vedere se servono e cosa serve alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni".

"Guai a promuovere provvedimenti illiberali", ha detto il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini: "Le leggi esistenti già consentono di punire le violazioni. Negli Usa Obama riceve intimidazioni continue su Internet, ma a nessuno viene in mente di censurare la Rete".
"Le norme attuali e l'azione della Polizia postale sono sufficienti per colpire i comportamenti criminali in rete. Non vorrei che in nome di questo obiettivo, il governo pensasse invece a norme che limitino la libertà di internet", ha aggiunto Paolo Gentiloni, presidente del forum Comunicazioni del Pd.
Secondo l'europarlamentare dell'Idv Luigi De Magistris, "per fermare la violenza che corre su Internet, non c'è bisogno di nuove leggi, basterebbe applicare con rigore quelle già esistenti". Sulla stessa lunghezza d'onda Ffwebmagazine, il periodico online della Fondazione Farefuturo che invita il governo a non cedere "alla 'sindrome cinese', la tentazione della censura preventiva".

Maroni ha avuto oggi un colloquio con Dario Franceschini. Il capogruppo Pd alla Camera aveva espresso forti dubbi sui contenuti del progetto. "Noi vogliamo rasserenare il clima e evitare forzature che non sono opportune in questo momento. Perciò, dopo aver ascoltato vari esponenti dell'opposizione, io non ho obiezioni a che si proceda con un disegno di legge e non con un decreto per consentire al Parlamento di discutere una materia così delicata".
Il ministro dell'Interno ha ammesso poi che sui limiti alle manifestazioni ci sono pareri discordanti all'interno del governo. "Stiamo valutando proposte che arrivano da più parti. La Russa chiede di estendere alle manifestazioni politiche le regole speciali dei comizi elettorali. Ho registrato opinioni al 50 per cento favorevoli e al 50 contrari in modo trasversale".
Negato intanto ai Verdi il permesso per un sit-in davanti a Palazzo Chigi contro le norme restrittive sul web: ne dà notizia il presidente Angelo Bonelli. Che dice: "Andremo lo stesso sotto Montecitorio". [Informazioni tratte da Repubblica.it]

Giusto regolare i contenuti prodotti dagli utenti in rete, ma si colmi il vuoto legislativo che riguarda i giornali online - Anche ANSO, l’Associazione Nazionale della Stampa Online, interviene in merito al dibattito che si è aperto sulla regolamentazione della Rete dopo l’aggressione al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Lo fa ponendo l’attenzione sull’esigenza di tutelare anche l’intero mondo dell’informazione online, ancora oggi equiparato all’informazione tradizionale dal punto di vista giuridico e normativo.
«Prendiamo atto dell’annuncio del Governo che, per bocca del Ministro dell’Interno Roberto Maroni, comunica di voler intervenire per regolamentare la rete laddove si creino luoghi di istigazione all’odio e alla violenza – afferma il presidente di ANSO, Marco Di Maio –. Occorre intervenire con la massima cautela per evitare di dar vita ad un provvedimento troppo restrittivo, dato che i confini tra ciò che è istigazione all’odio o alla violenza e ciò che è diritto di critica possono essere talvolta molto labili».
No alla censura. A questo proposito, ANSO ritiene che sia importante intervenire in materia legislativa per accrescere le responsabilità dei singoli utenti all’interno dei siti web e dei quotidiani online – nei quali dovessero emergere contenuti non conformi agli obiettivi che si pone l’annunciato intervento del governo -, e non già quella degli editori e dei direttori responsabili. Questi ultimi sono oggi equiparati, come responsabilità penale e civile, ai colleghi dei mezzi di informazione tradizionali. Ma nel caso di Internet non si è tenuto conto, fino ad oggi, della sua principale peculiarità, cioè l’interattività dei lettori, che potendo produrre contributi propri devono anche essere responsabilizzati.
ANSO auspica, dunque, che l’intervento del Governo vada in questa direzione e faccia leva sulle responsabilità personali degli individui, in un contesto legittimo di libertà d’espressione, e colga anche l’occasione per colmare quel vuoto legislativo oggi esistente, che riguarda il settore dell’informazione online e gli strumenti di partecipazione che esso mette a disposizione. A questo proposito, ANSO è a disposizione per offrire ogni contributo utile al perseguimento di questo obiettivo, nelle sedi che si riterranno più appropriate.

 

 

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16 dicembre 2009
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