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Saldi invernali: un successo o un flop?

Tra le associazioni dei consumatori previsioni diverse per i saldi di fine stagione che partiranno tra qualche giorno

29 dicembre 2009

Saldi a rischio flop. L'allarme arriva da alcune associazioni dei consumatori che a pochi giorni dalla partenza delle vendite ribassate di inizio anno prevedono un calo degli acquisti consistente.
I saldi invernali in partenza il 2 gennaio saranno, secondo le previsioni formulate dal Codacons, "un flop e faranno registrare riduzioni degli acquisti comprese tra il 10 e il 20% specie nelle grandi città". E i motivi per cui "falliranno - spiega il presidente Carlo Rienzi - sono molteplici: innanzitutto l'eccessiva vicinanza alle festività natalizie che hanno già prodotto uno svuotamento dei portafogli degli italiani. C'è poi un eccessivo livello dei prezzi specie nel settore dell'abbigliamento e delle calzature, che nonostante i saldi, registrerà listini troppo elevati. Da registrare poi il budget delle famiglie per i saldi sempre più ridotto da rincari, rate, mutui e bollette e un generale clima di sfiducia dovuto alla crisi economica". "Appena il 50% delle famiglie potrà avvalersi dei saldi - aggiunge - perché l'altra metà non avrà budget da dedicare a nuovi acquisti. In discesa inoltre la spesa procapite durante gli sconti, che si attesterà sui 130 euro a persona (considerati gli aumenti dei prezzi). In linea generale - ribadisce - prevediamo un totale flop dei saldi invernali, con vendite in picchiata fino al 20%".
Secondo Telefono Blu, l'intenzione media di spesa è di poco superiore (come dato medio) ai 280 euro: al Nord sarà di 350, al Sud 250 e al Centro di 300. Con un esborso totale di 3 miliardi di euro, in calo del 20%.

Secondo le stime Confcommercio, ogni famiglia quest'anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,1 miliardi di euro che va ad incidere per il 21% sul fatturato del settore. Tra le associazioni dei consumatori, invece, le previsioni sono diverse. Per Federconsumatori, così come per il Codacons, i saldi invernali si riveleranno un flop o quasi e faranno registrare riduzioni degli acquisti specie nelle grandi città. Diametralmente opposta è la previsione dell'Adoc, associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori, secondo la quale i saldi di gennaio avranno "una dinamica positiva per la prima volta dal 2001". "Dopo il flop di Natale, con la spesa per i regali in calo del 7% rispetto al 2008, la ripresa dei consumi si concretizza con i saldi che, per la prima volta dall'introduzione dell'euro, segnano un trend positivo, con una crescita della spesa pari al 9% rispetto all'anno scorso, per un totale di 130 euro a famiglia".
In crescita - secondo le stime dell'Adoc - sono soprattutto l'abbigliamento di alta qualità (+10%) e le calzature (+15%), mentre vanno male l'abbigliamento sportivo (-2%) e quello di bassa qualità (-6%). "C'è poi - afferma Carlo Pileri, presidente dell'Adoc - un boom degli acquisti a saldo online" soprattutto nella fascia d'età dai 18 ai 40 anni e per l'abbigliamento online. Pileri giudica invece negativamente la partenza dei saldi ritardata rispetto agli altri Paesi occidentali.

I negozi di Napoli, Roma, Bologna, Milano, Venezia e Palermo saranno i primi a partire con i saldi, sabato 2 gennaio. Il giorno dopo toccherà a Trieste, il 5 gennaio a Torino e Genova e via via fino al 10 del mese quando anche i commercianti di Aosta inizieranno le vendite stagionali a prezzi scontati.
Il fatto che la data di inizio dei saldi cambi da regione a regione è una delle questioni sempre oggetto di polemiche. Secondo un sondaggio fatto dalla Format-Confcommercio, l'87,2% dei commercianti vorrebbe infatti che i saldi partissero per tutti nello stesso giorno. Diversa è l'opinione degli operatori del settore sul tema della liberalizzazione: il 70% dei commercianti intervistati per il sondaggio si è detto contrario; anche perché, secondo il 55,2% degli interpellati, liberalizzare i tempi dei saldi non porterebbe a un aumento dei consumi e quindi a maggiori vendite. Tra chi la pensa diversamente c'è Renato Borghi, presidente Federmoda-Confcommercio: "E' arrivato il momento di mettersi intorno a un tavolo a ridisegnare le regole per le vendite straordinarie - dice Borghi - i saldi non devono essere di inizio stagione, ma di fine stagione. Garantire le più ampie possibilità di acquisti a prezzi favorevoli per i consumatori è una priorità che può essere garantita dall'eliminazione di ogni vincolo sulle vendite promozionali".

Il calendario dei saldi
ABRUZZO: 5 gennaio - 5 marzo
BASILICATA: 2 gennaio - 2 marzo
CALABRIA: 3 gennaio - 28 febbraio
CAMPANIA: 2 gennaio - 31 marzo
EMILIA ROMAGNA: 2 gennaio - 6 marzo
FRIULI VG: 3 gennaio - 31 marzo
LAZIO: 2 gennaio - 15 febbraio
LIGURIA: 5 gennaio - 18 febbraio
LOMBARDIA: 2 gennaio - 2 marzo
MARCHE: 6 gennaio - 1 marzo
MOLISE: 2 gennaio - 28 febbraio
PIEMONTE: 5 gennaio - 1 marzo
PUGLIA: 5 gennaio - 28 febbraio
SARDEGNA: 8 gennaio - 8 marzo
SICILIA: 2 gennaio - 15 marzo
TOSCANA: 7 gennaio - 7 marzo
UMBRIA: 7 gennaio - 6 marzo
VALLE D'AOSTA: 10 gennaio - 31 marzo
VENETO: 2 gennaio - 28 febbraio
BOLZANO: 9 gennaio - 20 febbraio
TRENTO: I saldi durano 60 giorni, il periodo è deciso dal singolo commerciante

- Il decalogo del Codacons per evitare brutte sorprese nel periodo di saldi

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29 dicembre 2009
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