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Scapagnini manda sms a tutto spiano per informare sul ponte di Ognina (ma non era un cavalcavia?)

Dal periodico on line catanese il Dito un aspetto (dell'esagerata) ''Operzione Ognina''

13 settembre 2004

Dal Sindaco di Catania via email:

Cari cittadini,
desidero ringraziarVi per l'attenzione e la sensibilità che state dimostrando in occasione dell'Operazione Ognina.
Vi rinnovo l'invito ad evitare, se possibile, il nodo di Ognina e ad usare l'autostrada da e per le Aci.

-- Divieto per i mezzi pesanti --
VI RICORDO CHE DA POCHE ORE E' SCATTATO IL DIVIETO DI TRANSITO PER I MEZZI PESANTI, CIOE' QUELLI OLTRE LE 3,5 TN.
Tale divieto durerà sino alle 23:59 del 14 settembre, e da giorno 15 potranno tornare a circolare camion ed autobus.

-- Avvio operazioni tecniche per abbassamento quota --
Le operazioni tecniche sono già cominciate stanotte, subito dopo la fine delle coinvolgenti celebrazioni della "Festa della Bambina".

-- Navette gratuite AMT --
Vi ricordo, come già annunciato dagli organi di informazione, che lo scorso giovedì 9, con una mia disposizione commissariale, ho reso gratuite 5 linee AMT per lunedì 13 e martedì 14. Pertanto, preferite, se possibile, tali linee all'automobile.

Continuerò ad aggiornarVi con tempestività sull'andamento dei lavori.
Grazie per la Vostra collaborazione.

 

Umberto Scapagnini
Sindaco di Catania - Commissario delegato



Se l'ansia del ponte corre sul filo degli sms

di Offset

C'era da scommetterci e avremmo anche vinto. L'sms è arrivato: "Operazione Ognina, 1 giorni di lavori: tutto Ok. Evita il ponte. Usa l'autostrada. Umberto Scapagnini sindaco". Altro che bandana per tutti!
Eccezionale, stiamo vivendo ore di ansia per un ponte (a proposito, ma non era un cavalcavia?) che forse non avevamo mai visto; da anni ormai giriamo attorno alle palme all’altezza del "motel Agip".
Lo stiamo abbattendo con un'esposizione mediatica che ricorda quelle grandi demolizioni dei quartieri di una Detroit sfiancata dalla crisi dell’industria automobilistica.
Lì almeno si comprendeva l’interesse dei grandi costruttori che scambiavano le aree degradate e abbandonate con la possibilità di realizzare i "mall", i mega centri commerciali. Era un messaggio, volendo anche socialmente importante, che segnava il recupero del quartiere e l'impegno privato nella ricostruzione. Magari, anzi sicuramente, con la spettacolarizzazione della demolizione si promuoveva il futuro dell'area.

Oggi, a Catania, sinceramente ci chiediamo il senso di un bombardamento simile che certamente avrà avuto i suoi costi (si parla di oltre i 250.000 euro).
Alle 11:00AM (per essere americani) di oggi, in zona c'erano più telecamere che uomini al lavoro.
Un sito web conta i secondi in tempo reale, siamo in pieno D-Day; chissà, arriverà anche l’invito a chiuderci in casa. Ovviamente c'è anche la web diretta, l'ultima moda, ed ovviamente non si vede un tubo. Anzi, non funziona proprio.

L'operazione Ognina ha anche un marchio come si usa in Florida quando arriva un ciclone: i network gli assegnano un nome e ne fanno anche le magliette, poi tutti ai rifugi e le case sigillate. E' anche una maniera per esorcizzare lo stress da distruzione, s'impegnano ad essere positivi e organizzati. I media in quel caso hanno ruolo chiave, in tempo reale ti aggiornano sulla situazione ai rifugi e sul tempo che il ciclone ci mette dal Golfo alla costa. Giuro di non aver mai visto il sindaco di Fort Lauderdale o di qualcuna delle Keys farsi fare tante interviste. Poi, se pensiamo che si tratta di una deviazione temporanea del traffico per lavori in corso...

Ci stanno convincendo che l'operazione Ognina era obbligatoria per questioni di protezione civile, niente male in una città che normalmente mette le bancarelle in un'area di sgombero.
Nulla da dire, ma fa parte delle regole del "risk management" quest'elvato sforzo mediatico? E' quando riusciranno a non far morire affogati in centro, quale spettacolo potranno preparare? Forse chiameranno un "Pavarotti International". Almeno la prossima estate faremo anche cultura con i soldi della protezione civile, visto che i nostri non ci bastano più.

Godiamoci per adesso il crollo del ponte, vero evento di una città che ormai festeggia la posa delle basole, lo spostamento degli alberi, il rifacimento di una facciata. Proprio qualche giorno fa, l'assessore ai lavori pubblici era felice per l’abbattimento del casotto del lavagista alla circonvallazione. Davanti alle telecamere gongolava: "E' andata benissimo, ha capito le ragioni della nostra città. Non ci ha fatto neanche causa!".
"Faddagghe" e "Lapazze" per tutti, ecco il nuovo slogan di Catania cambia Catania.

"In fondo siamo tutti veline" ha scritto Umberto Eco, e di ponte in ponte abbiamo l'impressione che la verità sia proprio all’interno dell’sms ricevuto in mattinata e firmato: "Umberto Scapagnini Sindaco".
Fosse stata la firma "il sindaco U. Scapagnini…", ci avremmo creduto; ma così è davvero un volantino elettorale.
Elettorale, proprio come il nostro anonimo cavalcavia che si appresta ad andare giù.

Fonte: il Dito

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13 settembre 2004
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