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Sciopero Sociale

Cobas, precari e studenti nelle piazze di 25 città: Contro l?eusterità Ue, contro Renzi, contro il Jobs Act

14 novembre 2014

Uno 'Sciopero Sociale' pieno di incognite quello che attende oggi gli apparati di sicurezza, chiamati a gestire una serie di decine di manifestazioni in tutta Italia. A scendere in piazza sono sindacati di base, Cobas, organizzazioni studentesche, precari e attivisti dei centri sociali. Oltre ai cortei a creare difficoltà per la mobilità nelle grandi città è anche lo sciopero dei mezzi pubblici. Sotto il profilo della prevenzione, lo scenario si preannuncia quantomai 'caldo' perché si innesta in un clima di tensione sociale e di crisi economica che ha fatto registrare anche recentemente episodi di violenza, come gli scontri davanti al centro di accoglienza di Tor Sapienza, a Roma.

I Cobas, tra coloro che hanno convocato lo 'sciopero generale e sociale' di oggi, manifestano a Roma, Milano, Napoli e in altre città contro "le distruttive politiche di austerità della Ue e del governo Renzi, contro il Jobs Act e l’abolizione dell’art.18, la precarietà e le privatizzazioni, la legge di Stabilità e il Fiscal Compact, il blocco dei contratti nel PI, per l’abolizione della Legge Fornero, pensioni adeguate per tutti/e, un reddito minimo garantito, consistenti aumenti di salari e pensioni, significativi investimenti nei servizi pubblici fondamentali (scuola, sanità, trasporti ecc..) e nei beni comuni, nel diritto alla casa".
In particolare, per quanto riguarda la scuola, i Cobas "rifiutano il Piano Renzi, i presidi-Marchionne, l’abolizione degli scatti di carriera, il Sistema di Valutazione con i grotteschi quiz Invalsi; e vogliono l'assunzione di tutti i precari/e che lavorano da anni nella scuola, 300 euro mensili netti per docenti ed Ata, l’immediato pensionamento dei Q96".

La scuola sarà quindi uno dei temi principali delle manifestazioni, previste a Roma e in altre 25 città italiane. Anche per questo le organizzazioni degli studenti hanno aderito alle iniziative previste in occasione dello 'sciopero sociale'. Oltre ai cortei previsti a Roma e nelle altre città, non si escludono iniziative 'a sorpresa', estemporanee e programmate all'ultimo momento, già a partire dalla prossima notte.
I Cobas manifestano a Torino, Genova, Milano, Brescia, Padova, Venezia, Trieste, Bologna, Firenze, Pisa, Lucca, Massa Carrara, Siena, Roma, Cagliari, Terni, Pescara, Campobasso, Napoli, Salerno, Bari, Taranto, Cosenza, CATANIA e PALERMO. Nella capitale previsti, tra gli altri appuntamenti, un corteo in mattinata da Piazza della Repubblica a Piazza Vittorio, presidi di fronte a Montecitorio e al ministero dell'Istruzione.

Sotto il profilo dell'ordine pubblico, il Viminale ha giocato d'anticipo convocando già lunedì scorso la riunione del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica per un'analisi della situazione in vista delle manifestazioni di un autunno che rischia di rivelarsi particolarmente 'caldo'. Garantire il diritto a manifestare nel rispetto della legalità, questa la linea scaturita dai lavori presieduti dal ministro dell'Interno alla presenza dei responsabili nazionali delle forze di polizia e dell'intelligence. Il Viminale ribadisce "la massima disponibilità al dialogo con tutti per garantire il diritto a manifestare ma, nello stesso tempo, la massima fermezza per assicurare il rispetto della legalità".
Il timore, riferiscono all'Adnkronos fonti della sicurezza, è che piccole frange di manifestanti possano inserirsi nel corteo per mettere a segno azioni dal forte impatto mediatico come danneggiamenti o blitz improvvisati di frange antagoniste in prossimità di banche, ministeri e sedi istituzionali, per poi dileguarsi tra la folla. Sotto il profilo numerico, si fa notare, la concomitanza delle manifestazioni in decine di città italiane dovrebbe comportare un numero non 'oceanico' di partecipanti, neanche a Roma dove dovrebbero concentrersi buona parte dei manifestanti. Ma l'attenzione sarà dovunque ai massimi livelli, soprattutto nelle vicinanze dei possibili 'obiettivi sensibili'.

A PALERMO - A Palermo sfilano i lavoratori in sciopero (lavoratori della scuola, autoferrotranvieri, pubblici dipendenti comunali e regionali, operatori della sanità e del 118, operai della RAP e delle altre aziende, exLSU, addetti della GESIP, metalmeccanici, telefonici e tanti altri), i precari, i disoccupati, i senza casa, gli studenti, gli attivisti NoMuos i Centri Sociali. Sono attese delegazioni di scioperanti da altre provincie siciliane, in particolare da Catania, Caltanissetta, Messina, Ragusa e Trapani. I manifestanti si sono riuniti stamane a piazza Politeama per le vie del centro cittadino fino a piazza Indipendenza fin sotto il palazzo del Governo Regionale.

La manifestazione palermitana mette al centro la grave crisi occupazionale che investe la Sicilia con migliaia di posti di lavoro dismessi o in via di dismissione, dove il tasso di disoccupazione giovanile è fra il più alto d'Italia e dove la via della nuova emigrazione sta sottraendo migliaia di giovani alla economia regionale. FIAT, polo industriale di Carini, Call Center, Gesip, PIP, Formazione Professionale sono solo le punte di un iceberg, in un mare di dissesto economico e sociale. A questo va aggiunto il disastroso stato delle strutture ospedaliere e delle scuole, non ché l'annoso problema della mancanza di un alloggio decente per migliaia di famiglie. Se lo sciopero a livello nazionale ha come controparte il Governo Renzi, nella nostra regione altra controparte concreta è il governo Crocetta che con il suo operato sta ulteriormente peggiorando la situazione occupazionale e sociale, già disastrata dai governi Cuffaro e Lombardo.

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14 novembre 2014
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